La BCE taglierà i tassi d’interesse ad aprile? Le previsioni

L'inflazione torna a scendere più rapidamente delle attese ma per la BCE è ancora presto per un taglio dei tassi.

Se a febbraio la possibilità di un primo taglio dei tassi d’interesse della BCE ad Aprile poteva sembrare prematuro, a marzo, la rapida discesa dell’inflazione, superiore alle attese, aveva alimentato la possibilità di un primo taglio già ad aprile, in questo senso, la riunione in calendario per giovedì 11 aprile 2024 potrebbe essere decisiva e segnare un punto di chiave nella strategia anti inflazione della Banca Centrale Europea.

Le attese dei mercati

I mercati azionari e obbligazionari, da diversi mesi, scommettono su tagli al tasso d’interesse della BCE nel 2024, indicando come momenti chiave aprile e giugno e se da un lato i più intraprendenti ipotizzavano un primo taglio ad aprile già nelle prime settimane dell’anno, i più cauti puntavano su giugno e il secondo semestre dell’anno.

L’ipotesi di tagli del tasso d’interesse a giugno è, non a caso, una delle più gettonate e quotate, che trova fondamento nella strategia cauta e oculata, seguita fino a questo momento dalla Banca Centrale. La BCE da quando nell’estate 2022 ha iniziato ad aumentare i propri tassi d’interesse ha sempre operato, a detta di Christine Lagarde, navigando a vista, valutando i vari scenari che si prospettavano, e intervenendo sulla base dei dati mensili e trimestrali in materia di occupazione, salari, inflazione e crescita.

Sulla base di queste premesse, la maggior parte degli economisti e investitori si è detta convinta che la BCE non avrebbe operato tagli ai tassi d’interesse prima di giugno 2024, per essere più precisi, secondo un indagine statistica condotta da Reuters, circa il 90% degli economisti intervistati ha stimato un primo taglio dei tassi a giugno 2024 e meno del 10% degli intervistati ha indicato aprile.

Inoltre, secondo Michael Field, European market strategist di Morningstar, l’Inflazione in Europa è diminuita in modo sostanziale e ora si trova poca distanza tra i livelli correnti e il livello target del 2% indicato dalle banche centrali. Tale livello di inflazione indica che il momento dei tagli al tasso d’interesse è sempre più vicino poiché l’avvicinarsi ai livelli target sottolinea che, non vi è più la necessità di non tagliare i tassi o di mantenere i tassi elevati.

Dello stesso avviso di Field vi sono diversi membri del consiglio della BCE, tra di loro, il governatore della banca centrale spagnola, Pablo Hernandez de Cos, il quale, in una recente intervista a Bloomberg ha dichiarato che entro giugno potrebbe esserci una prima riduzione. Sulla stessa linea si è mosso anche Fabio Panetta, governatore della banca centrale italiana, anche lui convinto di un possibile taglio entro giugno, mentre il governatore della banca centrale francese, Francois Villeroy de Galhau, ipotizza un primo taglio moderato già in primavera.

Il prossimo bimestre sembra quindi cruciale per il futuro dei tassi d’interesse della BCE

La FED frena sul taglio dei tassi

Mentre in Europa il momento dei tagli sembra avvicinarsi e si discute sul quando questi tagli avverranno tra aprile e giugno, dall’altra parte dell’atlantico, l’inflazione elevata continua ad essere un elemento di preoccupazione e se negli scorsi mesi la Federal Reserve apriva a possibili tagli, ad oggi, Jerome Powell, presidente della banca centrale degli USA, ritiene che un inflazione ostinatamente elevata potrebbe trattenere la FED dal tagliare i propri tassi d’interesse.

In altri termini, i primi tagli al tasso d’interesse della FED, che si attendevano tra aprile e maggio, potrebbero slittare.

La posizione dei membri del consiglio

Se da un lato, la marcia indietro della FED ha sollevato alcuni dubbi in Europa sulla possibilità dei tagli ai tassi d’interesse in tempi brevi, dall’altra vi è la ferma convinzione tra alcuni membri del consiglio che i tassi potranno essere ridimensionati nei prossimi mesi.

Come anticipato, la posizione di Spagna e Italia, contempla la possibilità di tagli entro giugno, mentre in Francia si ha una maggiore predisposizione a credere che i tagli potrebbero avvenire già in primavera. Di segno opposto invece è la posizione della banca centrale tedesca. A Francoforte si tende infatti ad attendere le decisioni d’oltreoceano, in altri termini, i membri tedeschi del consiglio della BCE ritengono che bisognerebbe attendere che la FED attui i primi tagli al tasso d’interesse prima di fare altrettanto in Europa.

Christine Lagarde è invece promotrice di una linea d’azione che, come anticipato, si basa sull’osservazione dei dati e previsioni, sull’inflazione e sull’economia in Europa, e non negli USA, i due mercati per quanto simili, sono profondamente diversi e l’inflazione in Europa e USA è alimentata da ragioni differenti, pertanto, agire in modo reazionario a seguito delle decisioni della FED potrebbe non avere alcuna utilità o effetti reali. A tale proposito, il governatore della banca centrale finlandese Ollo Rehn, ha sottolineato che “la BCE non è il tredicesimo distretto federale della FED”.

A dare forza a queste posizioni, un recente intervento di Robert Holzmann, a capo della banca centrale austriaca, nel quale si osserva che l’economia Europea sta crescendo più lentamente rispetto all’economia statunitense, di conseguenza la BCE potrebbe decidere di tagliare i propri tassi d’interesse prima della controparte statunitense. Nonostante ciò, la BCE, sottolinea Holzmann, dovrebbe essere particolarmente cauta nello spingere al ribasso i tassi poiché un intervento al ribasso in Europa a cui non fa seguito un intervento al ribasso negli USA a stretto giro, potrebbe annullare gran parte dei benefici di un taglio dei tassi da parte della BCE.

Mercati in ripresa

Secondo le ultime rilevazioni, l’inflazione nell’Eurozona è scesa sotto il 2,5% stabilizzandosi a quota 2,4% su base annua per il mese di marzo, un risultato positivo e migliore delle attese che stimavano il mantenimento di un inflazione al 2,6% registrato a febbraio. In discesa anche l’inflazione di fondo, passata dal 3,1% al 2,9%.

La soglia del 2% è sempre più vicina e il target atteso per circa 2 anni sembra ora a portata di mano.

L’inflazione in calo prepara il terreno ad un economia in crescita, anche se lenta, secondo le stime infatti, nel 2024 si stima una crescita dello 0,6%.

La BCE taglierà i tassi d’interesse?

Come abbiamo visto, il parere degli esperti e addetti ai lavori è molto variegato, vi sono diverse linee di pensiero, ma tutte confluiscono in un unica direzione, un taglio imminente dei tassi d’interesse che, nel più probabile dei casi, arriverebbe nella seconda metà dell’anno.

Il dato più importante, che fa stimare possibili tagli a stretto giro, è quello sull’inflazione di fondo, per la prima volta in 2 anni sotto il 3%. Un dato al di sotto e in questo senso migliore delle aspettative.

Il taglio dei tassi d’interesse a giugno è ormai dato quasi per certo, sono ben pochi e altamente improbabili gli scenari per cui, a partire dal secondo semestre dell’anno, i tassi rimarranno alti.

Se quindi il taglio a giugno appare quasi certo, lo stesso non si può dire per maggio e aprile. Nei prossimi 2 mesi la BCE potrebbe infatti decidere di mantenere ancora invariati i propri tassi d’interesse o puntare su tagli anticipato e in questo, la riunione in calendario per giovedì 11 aprile sarà determinante.

Antonio Coppola
Antonio Coppola
Copywriter, classe 1989. Sono nato a Napoli. Laureato in Storia Contemporanea e specializzato in geopolitica e relazioni internazionali presso l'Università di Pisa, nella vita mi occupo di divulgazione, marketing e comunicazione. Scrivo sul web da oltre 10 anni. Appassionato di scrittura e tecnologia, ho collaborato con diversi portali e riviste di settore nel mio campo e nel 2012 ho avviato un mio progetto di divulgazione storico culturale ed un podcast, grazie ai quali ho avuto modo di stringere collaborazioni con aziende, enti e riviste di settore ed ho avuto modo di esplorare e approfondire il mondo della SEO e del Web Marketing.
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