Ottenere la cessione del credito è più facile. La novità!

Il Governo ha allentato i vincoli in vigore per la cessione del credito concessa a cittadini ed imprese che beneficiano dei vari bonus edilizi.

Continuano a cambiare termini e condizione che regolamentano la cessione del credito concessa a cittadini ed imprese che beneficiano dei vari bonus edilizi.

Si è passati da una cessione del credito, in pratica deregolamentata e facilmente ottenibile all’introduzione di nuovi documenti che ne complicano non poco la richiesta al blocco della cessione del credito fino ad un massimo di tre passaggi.

Ma c’è una novità per una serie di ragioni che vedremo in seguito è stata concessa una quarta cessione del credito fiscale.

Condizioni da rispettare sempre più complesse sono state introdotte volontariamente dall’attuale Governo Draghi con il fine di arginare una serie importante di truffe ai danni dello Stato per un ammontare di circa 5 miliardi di euro legate esattamente alla cessione del credito.

Da qui l’ultima misura che ha imposto il blocco delle cessioni multiple per i bonus edilizi limitandole a tre.

Misura che però finora l’unico effetto certo che ha portato riguarda la paralisi delle cessioni con banche e istituti creditizi che hanno messo il freno a mano, non accentando più nuovi crediti e arrivando sostanzialmente ad un blocco totale, fanno parte di questa categoria gruppi come Poste Italiane, Intesa San paolo, Banco BPM.

A fronte di questo scenario il Governo per far uscire fuori dalla paralisi i player coinvolti nelle dinamiche dei bonus edilizi, ha pensato di aggiungere una ulteriore quarta cessione del credito fiscale.

Ma le novità non finiscono qui di poche ore fa, le affermazioni del premier Draghi, durante una sedute presso il parlamento europeo, critico nei confronti dei bonus edilizi e ancor di più del Superbonus 110%.

Draghi ha sostanzialmente parlato di alcuni contrasti all’interno della maggioranza di Governo definendo il Superbonus 110% più un problema che una misura virtuosa per il paese poichè ha fatto venire meno quel meccanismo di contrattazione del prezzo impresa-cliente, anche questo secondo il premier ha contribuito all’aumento del prezzo dei materiali e dei lavori in generale. 

E’ chiaro che tali parole hanno destabilizzato i contribuenti, ma ancor di più le imprese che stanno investendo tempo e risorse nel programma dei bonus edilizi che con queste ultime affermazioni rischiano di essere messi seriamente in discussione.

Cessione del credito: si va verso la quarta cessione fiscale, i requisiti

Il primo aspetto sul quale ci concentreremo riguarda sicuramente la quasi certa possibilità di una estensione ad una quarta possibile cessione del credito fiscale, facciamo proprio riguardo a quest’aspetto una prima precisazione importante. La nuova misura infatti prevede la quarta cessione è solo per i nuovi crediti.

Ma quindi i vecchi crediti fiscali che fine faranno, come dovranno essere gestiti?

I vecchi crediti fiscali restano bloccati e già per questi infatti la quarta cessione non sarà consentita, si rischia dunque la stagnazione e la paralisi del settore edilizio.

Cessione del credito: come funziona la nuova misura 

Attualmente la normativa vigente prevede che tutti quei crediti d’imposta ottenuti mediante le agevolazioni previste dal Superbonus 110% e dagli altri bonus edilizi, possano essere ceduti fini a tre volte, andando a sostituire la vecchia norma che permetteva cessioni multiple.

Inoltre la normativa specifica come la cessione numero due e la numero tre debbano necessariamente avvenire tra, banche assicurazioni o gruppi creditizi iscritti all’albo.

Questa misura come già ribadito in precedenza si è resa necessaria per arginare le numerose frodi fiscali fatte emergere da Agenzia delle Entrate e guardia di Finanza relative alle agevolazioni fiscali concesse dai bonus edilizi, ad oggi tali frodi ammontano a circa 5 miliardi, punto approvato all’interno di un pacchetto di misure antifrode introdotto nel Decreto Sostegni ter. 

La modifica dunque delle ultime ore riguardo l’aumento del numero possibile di cessioni da 3 a 4 si è resa necessaria per sbloccare la situazione, ma sarà possibile solo a determinate condizioni.

  • deve avvenire solo tra banche o intermediari finanziari. 

Basterà per far tornare serenità e fiducia a cittadini, imprese e banche ?

Senza la quarta cessione del credito si rischia la paralisi del settore edilizio, perche?

In verità la correzione riguardo la possibilità di una quarta cessione del credito fiscale non è nata per volontà del Governo, per la pressione fatta dalle banche, compresi i grandi gruppi come Poste italiane e banca Intesa, minacciando di non accettare più nuovi crediti avendo raggiunto la soglia di capienza fiscale massima.

E’ chiaro che questa decisione si è riflessa in modo pericolosamente negativo su tutti gli altri player impegnati sul fronte dei bonus edilizi, in primis sulle imprese edili coinvolte nei lavori moltiplicatesi nell’ultimo biennio e che hanno accettato moltissimi lavori con le aperture di centinaia di cantieri in tutta Italia proprio grazie alle opzioni cessione del credito e sconto in fattura. 

Ad oggi restrizioni di questo tipo imposte dal Governo è chiaro che hanno fatto piombare l’intero settore delle imprese edili nell’incertezza più totale visto che c’è il pericolo che le cessioni del credito e gli sconti in fattura concessi possano non essere rimborsati.

Con la possibilità di una quarta cessione libera dunque c’è la speranza che il mercato possa ripartire, non resta che vedere come la situazione si evolverà nei prossimi mesi.

Decreto Bollette: non solo cessione del credito, le altre novità

 Il Governo ha dato il via libera a una quarta cessione seppure con qualche paletto.

La misura è stata introdotta nel prossimo Decreto Bollette che ha inoltre prorogato sempre in riferimento hai bonus casa, eco bonus e superbonus 110%, per i soggetti Ires oltre che i detentori di Partita Iva la scadenza di comunicazione all’Agenzia delle Entrate l’opzione di cessione del credito e sconto in fattura dal 29 aprile al 15 ottobre 2022. 

Ci potrebbe inoltre essere prossimamente anche la conferma per una proroga del Superbonus 110% per le villette e le unifamiliari, l’obbligo della presentazione dello stato di avanzamento lavori completi al 30% entro il 30 giugno 2022 dovrebbe slittare di altri 3 mesi.

Draghi vuole abolire il Superbonus 110%: I motivi

In quest’ultimo paragrafo vale la pena tornare su quanto affermato da Draghi in una riunione a Bruxelles riguardo il parere negativo espresso verso l’utilità del Superbonus 110% facendo sprofondare di fatto imprese e contribuenti nella più totale incertezza.

Incertezza alimentata anche dalle misure contrastanti che si susseguono in queste ore e più precisamente decreti che vanno verso l’allentamento dei vincoli imposti alla circolazione della cessione del credito alle parole di Draghi che remano esattamente nella direzione opposta.

Queste le parole del Presidente del consiglio Draghi nel corso della seduta plenaria del Parlamento UE, a Strasburgo:

Possiamo non essere d’accordo sul Superbonus al 110%, e non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento. Il costo dei lavori di efficientamento energetico è più che triplicato a causa di  misure come il 110%, i prezzi degli investimenti necessari per le ristrutturazione sono più che triplicati perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo” questo il cuore del pensiero espresso da Mario Draghi.

Seguiremo gli sviluppi nelle prossime settimane. E’ ovvio che la cessione del credito rappresrnta un punto chiave per dare stabilità al meccanismo dei bonus casa, per il momento molte le imprese ferme alla finestra in attesa di incoraggianti novità.

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