Iscriviti alla Camera di commercio in sole 2 mosse veloci!

La Camera di commercio è un ente autonomo di diritto pubblico che promuove e supporta le attività economiche territoriali. Ecco come iscriversi!

La Camera di commercio è un ente autonomo di diritto pubblico ed ha lo scopo di promuovere, supportare e pubblicizzare le attività economiche territoriali. Si tratta, sostanzialmente, di un ente al quale devono iscriversi obbligatoriamente le imprese e le attività che operano nei seguenti ambiti: commercio, industria, artigianato e agricoltura.

Tra le attività e le funzioni più importanti, però, occupa un posto di rilievo la tenuta del Registro delle imprese. Di cosa si tratta? È un elenco al quale le imprese devono obbligatoriamente iscriversi.

La Camera di commercio vanta una lunga storia alle proprie spalle, ma i compiti che svolge sono molto semplici, che nel corso dell’articolo andremo ad analizzare.

Qual è l’obiettivo del testo? Spiegheremo molto semplicemente come si ci deve iscrivere alla Camera di commercio e quando è obbligatorio, elencando i passaggi che necessariamente si devono compiere.

Infine, ci concentreremo sul versamento del diritto annuale, ovvero del tributo amministrativo che le imprese iscritte al Registro delle imprese devono versare alla Camera di commercio.

Ma il primo passo è quello di spiegare cos’è la Camera di commercio e quali sono le sue funzioni.

Cos’è la Camera di commercio?

La Camera di commercio, o meglio, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura sono una tipologia di enti pubblici dotati di autonomia funzionale

Nel territorio di competenza, la Camera di commercio svolge funzioni di interesse generale per le imprese. Ma c’è molto di più; infatti, sono competenza della Camera di commercio le seguenti funzioni: amministrative, promozionali, studio, analisi e monitoraggio dei dati sull’economia locale e di regolazione del mercato.

Proprio per queste ragioni, la Camera di commercio è l’ente al quale devono fare riferimento e, quindi, iscriversi le imprese operanti nel settore del commercio, dell’agricoltura, dell’industria e dell’artigianato.

In ogni caso, tra i compiti e funzioni principali della Camera di commercio, vi è quello di tenere e gestire il Registro delle imprese. Di cosa si tratta? È un registro pubblico informatico, più comunemente definito come “l’anagrafe delle imprese” perché al suo interno contiene i dati riferiti alle imprese, ovvero la costituzione, la denominazione, lo statuto, le modifiche e così via. Inoltre, sono contenute nel registro tutte le informazioni delle imprese anche dopo la loro registrazione.

Quindi, per dirla semplicemente, così come si legge sul sito fiscomania.com:

“[…] il Registro Imprese è un archivio per l’elaborazione di indicatori di sviluppo economico ed imprenditoriale in ogni area di appartenenza”.

Ritorniamo, adesso, alla Camera di commercio, andando a vedere chi sono i soggetti obbligati ad iscriversi all’ente.

Chi è obbligato all’iscrizione alla Camera di commercio?

Iscriversi alla Camera di commercio non è facoltativo, ma è un’operazione obbligatoria per chi svolge attività d’impresa. 

Iscriversi alla Camera delle imprese significa iscriversi anche al già citato Registro delle imprese, diviso in due sezioni: ordinaria e speciale. A seconda dei casi, ci si deve iscrivere in una sezione piuttosto che in un’altra.

Chi sono i soggetti obbligati ad iscriversi alla sezione ordinaria?

  • Gli imprenditori commerciali;
  • Le società di persone, capitali e cooperative;
  • I consorzi con attività esterna;
  • Le società consortili.

Invece, i soggetti obbligati all’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle imprese della Camera di commercio sono i seguenti:

  • Gli imprenditori agricoli;
  • I piccoli imprenditori commerciali;
  • I coltivatori diretti;
  • Le società semplici;
  • Le imprese artigiane iscritte all’Albo delle imprese artigiane.

Qui di seguito, andremo a vedere in quante mosse ci si iscrive al Registro delle imprese della Camera di commercio.

Iscrizione al Registro delle imprese della Camera di commercio: come si fa?

Iscriversi alla Camera di commercio è molto veloce e bastano solo due semplici mosse. Prima di spiegarlo, però, è bene citare quanto spiegato sul sito retecamere.it:

“Con l’introduzione del Registro delle Imprese obbligatorio per tutte le società e aziende, l’iscrizione alla Camera di Commercio è stata annessa a questa procedura e quindi prevede le stesse modalità di iscrizione sia per il registro sia per la camera di commercio”.

Ma andiamo a spiegare come ci si iscrive. Innanzitutto, è necessario effettuare la richiesta, utilizzando l’apposita piattaforma telematica ComUnica (Comunicazione Unica d’Impresa). Per effettuare la richiesta è necessario essere in possesso di un indirizzo di posta certificata (Pec).

Cos’è ComUnica? Si tratta di una pratica informatica che serve per effettuare, in un’unica procedura, l’iscrizione al Registro delle imprese, all’Agenzia delle entrate, all’Inps e, nella maggior parte dei casi, anche alla segnalazione Scia (Segnalazione Certificata di inizio attività), che serve per lo sportello Suap (Sportello unico delle attività produttive), che si trova presso il comune dove viene effettuata la richiesta di inizio attività.

Successicamente, si deve pagare la tassa di concessione governativa, con l’aggiunta dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria.

Ricordiamo chi sono i soggetti autorizzati ad utilizzare la piattaforma telematica ComUnica: gli imprenditori o, per loro conto, i dottori commercialisti, i consulenti del lavoro, i ragionieri iscritti al proprio Albo. A tali soggetti vengono rilasciate le credenziali d’accesso alla piattaforma.

Dopo aver inviato la richiesta, verrà trasmesso, all’indirizzo Pec indicato, il certificato d’iscrizione, contenente il numero di iscrizione alla Camera di commercio, i dati anagrafici, i dati relativi all’attività svolta e i codici Ateco e per le società anche i dati relativi al legale rappresentante. A cosa serve? Il numero di iscrizione è valido per attestare la presenza all’interno della propria Camera di commercio provinciale – infatti, ricordiamo che le Camere di commercio hanno sede nei capoluoghi di provincia.

Diritto annuale camera di commercio: quando e quanto si paga?

Le imprese che sono iscritte oppure annotate nel Registro delle imprese sono soggette al versamento del diritto annuale camerale, ovvero un tributo alla Camera di Commercio.

Vi sono alcune differenze tra chi è iscritto nel Repertorio delle notizie economiche e amministrative (Rea), le imprese annotate o iscritte nella sezione speciale Registro delle imprese e tutti gli altri iscritti nella sezione ordinaria del Registro delle imprese. I primi versano il diritto annuale in misura fissa; i secondi, invece, versano una quota variabile e commisurata al fatturato dell’esercizio precedente.

Spieghiamo entrambi i casi, partendo da quest’ultimo, ovvero il diritto annuale camerale in base al fatturato. Come si effettua il calcolo? In questo caso, è necessario addizionare gli importi dovuti per ogni scaglione di fatturato, determinato da una specifica tabella. Infine, si deve arrotondare al 5° decimale. L’importo determinato, come si legge sul sito laleggepertutti.it:

“[…] va ridotto del 50% [2]. Successivamente, bisogna considerare la quota di incremento destinata ai finanziamenti dei progetti strategici”.

Vediamo, velocemente, quali sono gli scaglioni di fatturato:

  • Fino a 100.000 euro, aliquota fissa a 200 euro;
  • Oltre 100.000 euro fino a 250.000 euro, aliquota a 0,015%;
  • Oltre 250.000 euro fino a 500.000 euro, aliquota a 0,013%;
  • Oltre 500.000 euro fino a 1.000.000 euro, aliquota a 0,010;
  • Oltre 1.000.000 euro fino a 10.000.000 euro, aliquota a 0,009%;
  • Oltre 10.000.000 euro fino a 35.000.000 euro, aliquota a 0,005%;
  • Oltre 35.000.000 euro fino a 50.000.000 euro, aliquota a 0,003%;
  • Oltre 50.000.000 euro, aliquota a 0,001% (massimo di 40.000 euro).

Passiamo, adesso, al diritto annuale camerale fisso. In questo caso, molto semplicemente, l’importo viene fissato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Tuttavia, ogni Camera di commercio può applicare all’importo fisso alcune maggiorazioni.

Diritto annuale Camera di commercio: come si effettua il versamento!

Il diritto annuale camerale deve essere versato entro il 30 giugno, in concomitanza con il versamento delle imposte dirette come l’Irpef, l’Ires e l’Irap. Ma come si deve effettuare il pagamento? Ci sono diversi modi. Precisiamo sin da subito che il pagamento, in un’unica soluzione, può avvenire per via telematica, utilizzando il Modello di pagamento unificato F24. Si sottolinea, a tal proposito, che l’importo del diritto annuale non è frazionabile in relazione alla durata di iscrizione nell’anno al Registro.

Come si compila il Modello F24? Gli importi si indicano nella sezione “Imu e altri tributi locali”. Si deve inserire il codice fiscale dell’impresa o del soggetto iscritto al Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative e si deve inserire il codice tributo 3850, oltre che la sigla della provincia di appartenenza.

Per sapere, passo passo, come si effettuano i pagamenti utilizzando il Modello F24, si consiglia la lettura del seguente articolo pubblicato sul sito Trend Online: Guida Modello F24: come effettuare i versamenti passo passo!

In alternativa all’utilizzo del Modello pagamento unificato F24, il pagamento del diritto annuale camerale si può effettuare anche tramite la piattaforma PagoPA.

Cosa succede se si paga in ritardo rispetto al termine previsto al 30 giugno? Se il versamento viene effettuato entro il trentesimo giorno successivo alla data di scadenza, si deve maggiorare il versamento dello 0,4%

E se si superano i trenta giorni? È possibile sempre sanare la violazione, usufruendo dello strumento del ravvedimento operoso, ma solo entro un anno.

Per chi non rispetta i termini è prevista una sanzione amministrativa che parte dal 10% al 100% dell’ammontare del diritto dovuto, mediante la comunicazione tramite avviso bonario. Successivamente, se non viene versato l’importo, lo stesso verrà riscosso coattivamente, con l’iscrizione a ruolo.

Infine, facciamo un breve cenno alle società di capitali, ricordando che, in questo caso, la scadenza è variabile in relazione alla chiusura dell’attività oppure all’approvazione del bilancio.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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