Imu, come cambia con la Legge di Bilancio: il calcolo delle aliquote

L'Imu cambia con la Legge di Bilancio 2023: per le aliquote comunali bisogna attendere l'apposita delibera, o adottare quelle del 2022.

L’Imu è la principale tassa sulla casa in Italia, e va pagata da parte di tutti coloro che hanno proprietà immobiliari diverse dalla prima casa. Per il 2023, con l’introduzione di alcune novità con la Legge di Bilancio, cambiano alcuni aspetti di questa imposta.

Al centro dell’attenzione tuttavia ci sono attualmente le aliquote comunali per l’Imu, che fino ad oggi erano da ritenersi in linea con quelle dell’anno precedente. Secondo le novità infatti, queste aliquote, da cui deriva il calcolo della tassa da versare ai Comuni, potrebbero variare.

Tuttavia sale l’attesa per conoscere le disposizioni per l’anno 2023, poiché i prospetti non sono ancora stati approvati dal decreto ministeriale. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Imu e Legge di Bilancio 2023: la questione delle aliquote

All’attenzione dei Comuni attualmente ci sono le aliquote dell’Imu, poiché secondo l’ultima Legge di Bilancio viene disposto che queste percentuali possano cambiare se i singoli Comuni desiderano variarle.

Questo vuol dire che nel caso in cui sia espressa la volontà della singola amministrazione di cambiare le aliquote rispetto all’anno precedente, vanno consultati i prospetti stabiliti da un apposito decreto ministeriale.

Il problema è che attualmente tali prospetti non sono ancora stati pubblicati, per cui i Comuni non possono stabilire nuove aliquote per l’Imu, ma dovranno riferirsi a quelle già applicate in precedenza nel 2022.

Questo ritardo attualmente sta preoccupando proprio le amministrazioni comunali italiane, poiché la conseguenza diretta potrebbe essere l’imposizione di aliquote svantaggiose per le casse di queste amministrazioni.

In assenza di una delibera precisa infatti, le aliquote sarebbero le stesse dell’anno passato, secondo l’applicazione del comma 169 della legge 296/2006.

Lo svantaggio principale è che tali percentuali non andrebbero a tenere conto delle spese dell’anno attuale dei Comuni, ovvero quelle dettate dall’inflazione. Si attendono quindi risposte da parte del ministero.

Ricordiamo che l’Imu è una tassa comunale, che diversi soggetti, come privati, ma anche imprese, devono versare nel caso di abitazioni o immobili di proprietà. A incidere sul calcolo di questa tassa sono diversi parametri:

  • rendita catastale dell’immobile specifico;

  • coefficiente;

  • aliquota decisa dal comune.

Si può dire che questo ultimo dato è particolarmente importante per calcolare con correttezza l’Imu da applicare. Tuttavia, per eventuali aggiornamenti, i Comuni non possono fare altro che attendere.

Imu: come cambia con la Legge di Bilancio

Oltre all’aspetto che riguarda le aliquote decise dai Comuni, intorno all’Imu ci sono anche ulteriori novità per il 2023 decise dalla Legge di Bilancio con il governo Meloni.

Un primo tassello è l’esonero al pagamento di tale imposta per tutti i proprietari di abitazioni che risultano essere occupate in modo abusivo. Su queste situazioni il governo infatti è intervenuto a sostegno dei proprietari, garantendo un risparmio sull’imposta.

Tuttavia per poter ricevere questa agevolazione, il proprietario deve dimostrare i fatti presentando opportuna comunicazione al Comune, ovvero presentando una denuncia specifica per l’occupazione abusiva.

Questo esonero comporta un sostegno aggiuntivo per molti proprietari di case in Italia che si trovano ad affrontare questa situazione, peggiorata negli ultimi anni a causa dell’arrivo della pandemia e della crisi economica.

Oltre a questo caso di esonero, rimangono attive anche le esenzioni previste intorno all’Imu gli scorsi anni, come quelle per la prima casa, per alloggi sociali, per le forze armate, polizia e vigili del fuoco, o per l’unico immobile in possesso di cittadini iscritti all’AIRE, residenti all’estero.

Negli ultimi mesi è arrivato un chiarimento anche a proposito dell’Imu per coniugi a seguito della separazione: è previsto l’esonero per la casa assegnata ad uno dei due coniugi.

Torna attiva anche la doppia esenzione dal pagamento per coniugi che risiedono in abitazioni diverse, anche se sono situate nello stesso Comune, per motivi di lavoro.

Una particolare proroga al 2023 è anche riservata a tutti coloro che hanno case di proprietà in una zona soggetta a terremoti, ovvero in riferimento a specifici eventi sismici:

  • terremoto in Emilia Romagna del 2012, Lombardia e Veneto;

  • terremoti dopo il 2026 in Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio.

Il primo acconto della tassa, per chi deve pagarla, ha scadenza al 16 giugno 2023, con le aliquote dell’anno precedente. Nella seconda parte del versamento invece, entro il 16 dicembre, rientreranno le nuove aliquote, se pubblicate dal ministero per tempo.

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