Stangata in arrivo: quanto pagheremo in più nel 2023 per Imu, Tari e mutuo

Nel 2023 pagheremo qualcosa in più per Imu, Tari e mutuo. In arrivo la stangata: ecco quali sono le cause e dove andranno gli aumenti.

Si continua a parlare di aumenti, dopo che nel 2022 imprese e famiglie hanno riscontrato un rincaro di prezzi generale sulle bollette di energia e gas. Questa volta ad aumentare saranno alcune tasse, secondo le previsioni, come Imu e Tari.

Ma anche il mutuo per comprare casa rischia di essere più alto in determinate condizioni. Secondo il Codacons si rischia una spesa aggiuntiva quest’anno di 2.435 euro in più a famiglia, indipendentemente da quelli che potranno essere gli aumenti di prezzo delle bollette di luce e gas.

Molti prodotti, anche alimentari, alcune tasse e gli interessi sui prestiti aumenteranno notevolmente nei prossimi mesi. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le cause e su chi peseranno gli aumenti previsti.

Stangata in arrivo: quanto pagheremo in più di Imu e Tari

La prima stangata che riguarderà gli italiani è quella prevista su alcune imposte, in particolare quelle destinate alle casse comunali. Uno dei problemi conseguenti all’inflazione e alla crisi scaturita dal Covid-19 è proprio l’entrata economica delle amministrazioni comunali.

Per portare in equilibrio il bilancio annuale infatti, i Comuni con molta probabilità decideranno di aumentare imposte locali come Imu e Tari. La prima tassa si riferisce alle proprietà immobiliari, ad esclusione della prima casa in cui si abita stabilmente.

La seconda imposta, la Tari, consiste nel pagamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. In entrambi i casi si tratta di tasse che vengono pagate dai cittadini ogni anno e indirizzate ai Comuni, per il saldo di servizi specifici.

Tutti coloro che possiedono una proprietà immobiliare, ma anche un terreno o un fabbricato, pagano periodicamente l’Imposta Municipale Unica, mentre per coloro che producono rifiuti all’interno di una abitazione, o in un luogo di lavoro, è prevista la tassa Tari.

I Comuni possono anche applicare specifici casi di esenzione, tuttavia ogni anno raccolgono diverse somme da queste imposte. L’aumento previsto per queste tasse è di circa 45 euro a famiglia, in base alle decisioni prese dalle singole amministrazioni comunali, secondo le prime statistiche.

In breve, i Comuni devono recuperare le spese impiegate per sostenere i costi delle bollette, che sono aumentate nell’ultimo anno.

Stangata in arrivo: il mutuo

Anche chi ha aperto un mutuo con una banca per comprare casa, potrebbe essere coinvolto da aumenti non indifferenti. Ad essere colpiti maggiormente dall’aumento della somma mensile da versare alla banca, sono coloro che hanno un mutuo con un tasso variabile.

La Banca Centrale Europea ha infatti deciso di applicare un rialzo dei tassi di interesse generali sui prestiti, ma anche su alcuni servizi erogati ai clienti. Chi attualmente dispone di un mutuo con tasso fisso invece risulta maggiormente tutelato di fronte agli aumenti.

In alcuni casi è possibile passare da un tasso variabile ad uno fisso, scelta che consentirebbe di risparmiare sugli aumenti stabiliti in Europa. Ma di quanto aumenterebbero le spese per coloro che hanno aperto un mutuo con tasso variabile?

In questo caso si prevede un rincaro che costerà agli italiani circa 1.650 euro in più. Un ulteriore aumento, seppur di piccola entità, è previsto in generale per accedere ai servizi bancari, di circa 9 euro a famiglia.

Questi aumenti vanno a sommarsi a quelli che potrebbero nuovamente presentarsi sulle bollette della luce e del gas, incrementando la spesa mensile media delle famiglie. Per il momento tuttavia va segnalata anche una nota positiva: il prezzo del gas in questi mesi sta scendendo leggermente.

Altri aumenti previsti per il 2023

Oltre all’Imu, alla Tari e al mutuo, per quest’anno sono previsti anche ulteriori aumenti per acquistare determinati prodotti o per alcuni servizi. La maggiore preoccupazione è rivolta verso i beni alimentari, per cui secondo il Codacons si prospetta un aumento di 507 euro annui a famiglia.

Le cause di questi aumenti sono da ricondurre sempre all’inflazione, e alle difficoltà riscontrate dalla filiera di produzione agricola. Va evidenziato che questi aumenti sono già stati riscontrati nel 2022, per cui non cambierà molto rispetto alla situazione attuale.

Un altro prodotto che rimarrà a livelli di prezzo elevati è la benzina. I carburanti in generale sono coinvolti da un rincaro dovuto principalmente all’eliminazione dei tagli sulle accise, per cui si tornerà a prezzi originari.

Non solo i carburanti, ma anche altri costi legati all’automobile tenderanno a salire durante l’anno, come il prezzo medio dell’assicurazione auto. Come conseguenza ai rincari visti fino ad ora, anche altri prodotti e servizi potranno aumentare di costo, come reazione a catena.

Si prospettano quindi alcuni aumenti anche per i servizi di telefonia, oltre ai costi di acquisto di prodotti presso bar e ristoranti.

Anche il turismo prevede un aumento di prezzi, per recuperare le perdite degli anni passati, dato che questo settore è stato particolarmente colpito sia dalla crisi generata dalla pandemia, sia dal calo dei turisti.

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