IRAP: sempre più vicina l’abolizione per imprese e società!

Con la riforma fiscale prevista entro il 2023 si avvicina l'abolizione dell'IRPEF per diverse categorie di lavoratori. Si parla di un taglio pari a 385mila.

E’ l’abolizione dell’IRAP uno dei punti della prossima e tanto attesa riforma fiscale, previste nel biennio 2022/23.

L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive è una delle diverse imposte, da versare a cadenza annuale, che contribuiscono a comporre l’intero carico fiscale di professioni, imprenditori, autonomi, in esercizi d’impresa compreso quello dell’arte.

I dati in possesso ci parlano che l’abolizione dell’IRAP coinvolgerebbe circa 1,3 milioni di soggetti passivi, dei quali 835mila concretamente versavano il tributo. 

E proprio gli 835mila contribuenti, saldata entro giugno l’IRAP per il 2021, si troveranno a non dover più pagare l’imposta per il futuro.

In questo articolo affronteremo brevemente, il punto relativo all’abolizione valida nel momento in cui ci sarà l’approvazione della nuova riforma del Fisco ed inoltre spiegheremo come l’IRAP deve essere calcolata, quali sono le categorie di lavoratori alle quali spetta il pagamento secondo la normativa vigente, una vera e propria guida all’IRAP in attesa che venga cancellata.

Abolizione IRAP: chi potrà beneficiarne? 

Una boccata di ossigeno a imprenditori e liberi professionisti che potrebbe contribuire ad alleggerire la pressione fiscale alla quale sono sottoposti potrebbe essere fornita da una eventuale abolizione dell’IRAP prevista dalla prossima riforma fiscale.

Sarebbero poco più di 800 mila i contribuenti che ad oggi versano direttamente l’imposta a poterne beneficiare.

In particolare il punto riguarderebbe imprenditori, autonomi, professionisti non associati artisti compresi, fuori dal regime forfettario e dal vecchio regime dei minimi e per i quali sussistono i requisiti dell’autonoma organizzazione, così come si è affermato nel tempo con le sentenze della Cassazione. 

Per essere ancora più precisi il riferimento va a quegli autonomi che sia per il numero o le mansioni rivestite dai dipendenti e collaboratori, o per altre caratteristiche organizzative, non rientrano già negli esoneri individuati dalla giurisprudenza.

Il beneficio e cioè l’abolizione del pagamento dell’IRAP a partire dal 2023, potrebbe coinvolgere anche categorie di lavoratori appartenenti diciamo a zone grigie sui quali pesava l’incertezza sulla soggettività passiva. 

E’ il caso delle imprese familiari a tutti gli effetti considerate imprese individuali e, dunque, “persone fisiche” esercenti impresa secondo così come espresso dalla legge di Bilancio. 

Ce inoltre anche il caso di aziende personali e dei professionisti con diversi dipendenti assunti (non meramente esecutivi) e/o con rilevante capitale investito.

Si chiude qui il capitalo abolizione IRAP argomento che riprenderemo ed approfondiremo in futuro in attesa delle prossime novità.

Andiamo ora a conoscere alcuni aspetti, come per esempio il calcolo, oltre che a scoprire le categorie di lavoratori che nel 2022 dovranno sostenere il pagamento di questa imposta. 

Cos’è l’IRAP?

Ma cos’è l’IRAP?

L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive spetta generalmente a due macro categorie di lavoratori:

  • liberi professionisti;
  • titolari di una attività imprenditoriale.

L’IRAP è solo uno dei numerosi tributi del quale si devono far carico.

E’ pagata annualmente, è un tributo di responsabilità Regionale atto a tassare il cosiddetto “valore della produzione”.

Ma in sintesi, cosa si intende per valore di produzione?

In pratica si tratta del guadagno netto dell’impresa ovvero il ricavato complessivo annuale al quale andrà sottratto i vari costi di gestione.

La normativa che regolamenta l’IRAP attualmente in vigore è il D.L.  n. 446/1997.

Tale Decreto Legge stabilisce che l’importo dell’IRAP dovrà essere versato nelle casse della Regine di residenza in riferimento al fatturato dell’anno precedente.

In pratica significa che l’IRAP del 2020 farà riferimento al fatturato del 2019.

Inoltre la percentuale maggiore del ricavato, sempre secondo il testo del D.L. n.446/1997, viene usato come risorsa per finanziare i servizi sanitari pubblici.

Chi deve pagare l’IRAP?

Ora che abbiamo definito cos’è l’IRAP andiamo a definire i confini di questa tassa intorno a quelle categorie di lavoratori per le quali è previsto il pagamento annuale del tributo e di conseguenza tutte le altre che invece saranno esonerate.

I termini di pagamento sono sempre normati dal Decreto Legge  446/1997.

Nello specifico il testo del D.L. elenca le categorie soggette a questa tassa che sono:

  • liberi professionisti compresi quelli appartenenti al settore dell’arte;
  • le società per azioni, le società cooperative e di mutua assicurazione, con sede legale in Italia;
  • enti pubblici ed amministrazioni;
  • autonomi ed imprenditori.

A queste macro categorie vanno estrapolate alcune sotto categorie per le quali è prevista l’esenzione, si tratta di:

  • imprenditori impegnati settore della pesca e dell’agricoltura, quanto stabilito dalla Legge di Stabilità 2016 tutte le tipologie di società appartenenti a questi settori potranno beneficiare dell’esenzione IRAP.

L’obbligo del pagamento IRAP è previsto nel momento in cui l’attività produttiva si dovesse svolgere in modo continuativo e supportato da una struttura organizzativa che comprenda, soci, dipendenti, collaboratori, ecc.

Come si calcola l’IRAP?

passiamo ora a definire il processo che determina il calcolo del IRAP.

Il calcolo viene determinato sulla base dell’imponibile e seguendo i 3 step di seguito elencati:

  • si dovrà effettuare la differenza tra il valore della produzione e costi della produzione (presente nel bilancio civilistico); 
  • sommare a tale risultato i costi del personale dipendente, i crediti maturati e gli interessi di leasing; 
  • moltiplicare il risultato per l’aliquota Irap prevista.

Tra le detrazioni previste funzionali al calcolo dell’IRPEF non sono previste quelle relative ai costi del personale vale a dire degli stipendi di collaboratori e dipendenti.

Per quanto riguarda il discorso aliquote trattandosi di una tassa regionale potrà variare da regione a regione, ma sempre rispetto ad una aliquota nazionale che per esempio nel 2018 è stata fissata al 3,90%, il margine di variazione applicato dalle singole regioni non potrà superare 0,92 punti percentuale in più o in meno. 

Differente l’aliquota prevista invece per alcune categorie passive e cioè, tutti gli enti finanziari, come banche e istituti di credito per i quali è prevista una aliquota del 4,65%, le assicurazioni, in questo caso l’aliquota IRAP sale al 5,90% o ancora nel caso delle amministrazioni pubbliche che dovranno fare riferimento ad una aliquota dell’8,50%.

IRAP: come e quando deve essere pagata

L’IRAP dovrà essere pagata seguendo termini e condizioni esposte dal Decreto legge 446/1997.

Tempi e modalità che variano in base alla categoria lavorativa di appartenenza, riassumendo:

  • entro il 30 settembre dell’anno seguente, questa è la dà segnare in calendario per persone fisiche, società ed associazioni ad esse equiparate;
  • entro il 9° mese successivo dalla data di chiusura del periodo di imposta, questo è quanto previsto per soggetti Ires e Pubbliche Amministrazioni.

La dichiarazione IRAP dovrà essere inoltrata in modalità telematica, direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Da segnalare le diverse detrazioni IRAP previste a seconda della categoria di appartenenza, è il caso dei lavoratori autonomi e delle ditte individuali.

Vista la complessità del calcolo il consiglio è quello di affidarsi sempre ad un fiscalista che si occupi della stesura della dichiarazione IRAP.

Ci si potrà avvalere anche dell’assistenza di un Caf di zona.

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