Irpef, ecco chi paga più tasse e regge lo Stato: un’analisi in previsione del 2023

Le tasse come l'Irpef servono a finanziare lo Stato: tuttavia chi paga più tasse? Ecco una panoramica in previsione del 2023.

In Italia le tasse principali vengono applicate su diversi tipi di ricchezze, su alcune proprietà, e sui redditi prodotti dal lavoro autonomo o dipendente. Questo vuol dire che, per legge, tutti devono pagare per garantire allo stato una certa somma.

Le tasse pagate dai contribuenti servono a reggere lo stato, in particolare i servizi messi a disposizione di tutti, in modo pubblico. Tra le imposte principali in Italia vi è l’Irpef, ovvero l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche.

Con le proposte dell’ultima manovra per il 2023, il governo intende modificare alcune tasse per ridurre la pressione fiscale che in Italia mette a rischio molte imprese e lavoratori. Tuttavia ci sono alcuni che pagano più tasse di altri, e questa disparità potrebbe aumentare il prossimo anno.

Irpef: chi paga più tasse e regge lo Stato

L’Irpef è la principale imposta in Italia, che prende in considerazione i redditi. Al momento questa tassa viene pagata principalmente dai lavoratori dipendenti, dai pensionati, e dai lavoratori autonomi con una Partita Iva con regime fiscale ordinario, oltre che dalle imprese.

Si tratta di una imposta progressiva, poiché all’aumentare del reddito, aumenta anche l’aliquota applicata, ovvero la percentuale sul reddito da destinare allo stato.

Teniamo in considerazione che negli ultimi anni, soprattutto con l’arrivo di misure fiscali a favore di alcune categorie di lavoratori, si è registrato uno sbilanciamento tra le categorie di lavoratori che versano le tasse allo stato, e in previsione delle prossime modifiche fiscali, saranno sempre meno persone a pagare l’Irpef.

Vediamo infatti chi paga al momento questa tassa per la maggiore:

  • i lavoratori dipendenti erogano il 55% del gettito Irpef complessivo alle casse dello stato;

  • i pensionati erogano circa il 30% del gettito Irpef complessivo alle casse dello stato;

  • i lavoratori autonomi erogano in misura minore le tasse tramite Irpef allo stato, a causa dell’introduzione delle diverse misure di agevolazione fiscale, come il regime forfettario. Il contributo di questa categoria è sceso negli anni.

In questo contesto, i lavoratori autonomi risultano essere particolarmente avvantaggiati nel pagamento delle imposte, se accedono al regime fiscale forfettario.

Va tenuto presente che dal 2023 le caratteristiche di questo regime fiscale vantaggioso cambieranno, per cui per le Partite Iva sarà più semplice accedervi e pagare meno tasse.

Irpef e flat tax: cosa cambierà nel 2023

Secondo quanto visto sopra, a pagare maggiormente le tasse sarebbero i lavoratori dipendenti e i pensionati, mentre gli autonomi possono maggiormente beneficiare di alcuni sconti fiscali.

Escludendo le imprese e le società, soprattutto se sottoposte all’Irpef, che talvolta versano somme molto elevate allo stato, mettendo a confronto solamente i pensionati, i lavoratori dipendenti e gli autonomi in regime forfettario, a reggere maggiormente lo stato sono le prime categorie.

Nel 2023 inoltre, la soglia massima di reddito per accedere al regime forfettario, ovvero alla flat tax al 15%, sarà portata da 65.000 a 85.000 euro, fattore che garantirà un ulteriore vantaggio agli autonomi con Partita Iva, che pagheranno meno tasse rispetto ai lavoratori dipendenti che guadagnano le stesse cifre.

Questa misura contiene sia vantaggi che vantaggi, tuttavia nelle ultime settimane vengono messe in luce alcune criticità del provvedimento, soprattutto dal punto di vista della disuguaglianza che tale misura potrebbe introdurre tra lavoratori dipendenti, che pagano l’Irpef, e gli autonomi con tassa piatta.

Dobbiamo tenere presente che l’Irpef è un’imposta diretta, per cui le maggiori entrate economiche dello stato derivano proprio da questa tassa. Dire che chi paga questa tassa regge lo stato è un’esagerazione, tuttavia è corretto pensare che dal prossimo anno saranno molti meno i cittadini a pagare questa imposta.

L’Irpef regge lo stato: ma non tutti pagano le tasse

Un altro problema rilevante in Italia è l’evasione fiscale, ovvero il mancato pagamento delle tasse da parte dei cittadini, dinamica che in un certo senso si contrappone alla forte pressione fiscale presente nel paese.

L’obiettivo del nuovo governo, ma anche di quello precedente, è di limitare situazioni di evasione fiscale. Per questo motivo nel tempo sono stati rafforzati i servizi di controllo in mano al fisco, e vengono impiegate anche tecnologie informatiche utili ad incrociare i dati e individuare gli evasori.

Se da un lato con la nuova Legge di Bilancio 2023 arriveranno nuove misure per la lotta all’evasione fiscale, dall’altro lato alcuni provvedimenti rischiano di andare nella direzione opposta.

Per esempio l’introduzione di una flat tax incrementale, ovvero di una tassa fissa al 15% sui guadagni aggiuntivi degli autonomi, in un determinato anno, rispetto agli anni precedenti, potrebbe portare a risultati opposti a quanto sperato.

Questa misura ha l’obiettivo di incentivare il lavoro autonomo, e premiare le imprese e i professionisti che lavorano per aumentare il guadagno annuale. Tuttavia, potrebbe accadere che molti decidano di concentrare i guadagni in un unico anno per ottenere questa agevolazione, evadendo le tasse negli anni precedenti.

Banca d’Italia ha comunicato la propria preoccupazione per questa eventualità, che potrebbe portare, anche con le altre misure della manovra, ad un aumento dell’evasione fiscale, anziché ad una sua diminuzione.

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
781FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate