Regime forfettario: no alla fatturazione elettronica. Ma!

Per le Partite Iva operanti nel regime forfettario a partire dal 1 luglio 2022 scatta l'obbligo di fatturazione elettronica, ma solo per chi è sotto i 25mila.

Prende sempre più piede l’obbligo di fatturazione elettronica estesa infatti la platea di contribuenti che dovranno spostarsi sul digitale.

A rimanere fuori dall’obbligo previsto a partire dal 1 luglio, di fatturazione elettronica c’è una parte delle Partite Iva che operano a regime forfettario.

Si tratta di P.Iva. in flat tax che hanno un fatturato annuo non superiore a 25 mila euro, questa dunque la categoria di contribuenti che potranno continuare ad emettere fatture cartacee, questo è quanto traspare dalla bozza del testo del provvedimento che presto verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale. 

Al contrario chi produce fatturati oltre i 25mila euro a partire dal 1 luglio dovrà sottostare al nuovo obbligo che prevede l’emissione di sole fatture elettroniche.

Ovviamente ogni qual volta ci sono cambiamenti importanti rispetto ad abitudini di lavoro che esistono da anni non possono non mancare polemiche e discussioni, ed i primi ad esprimere un parere è stato l’Istituto nazionale tributaristi (Int):

L’istituto definisce assurdo imporre una misura di questo tipo a metà anno, inoltre se ciò dovesse accadere per facilitare la migrazione verso la fatturazione elettronica bisognerà non prevedere alcuna sanzione per tutto il secondo semestre del 2022.

Altra novità importante, ma questa a partire dal 2023 è un cambiamento alle aliquote di tassazione che caratterizzerà il regime forfettario, spezzandosi in 3 aree di tassazione in base ovviamente al fatturato.

Le 3 aliquote che determineranno i 3 nuovi scaglioni di tassazione che dal 2023 caratterizzeranno le partite Iva operanti con il Regime forfettario  saranno:

  • per fatturati fino a 25.000 euro;
  • per fatturati compresi tra 25.0000 e 65.0000;
  • per fatturati oltre i 65.000 euro.

Nei paragrafi successivi dunque ci occuperemo di approfondire le novità e le nuove regole del Decreto PNRR2 oltre che a sanzioni per i trasgressori e tempi di entrata in vigore.

Le partite Iva in regime forfettario con l’obbligo di fatturazione elettronica. Quali sono?

Come scritto nel paragrafo introduttivo solo una parte ed alcune categorie appartenenti al regime forfettario rimarrà fuori dal nuovo obbligo che prevede fatturazione elettronica per tutti a partire dal 1 luglio.

Proprio in questa data infatti decadrà l’esonero (art. 1 III co del D.lgs 127/2015) per le P.Iva che operano in flat tax a regime agevolato con aliquota del 15% ridotta al 5% nei primi 5 anni di attività (art. 1 commi da 54 a 89 della L. 190/2014).

L’esonero cadrà dunque anche per questa categoria, ma solo per fatturati superiori ai 25 mila euro, sotto tale cifra si potrà continuare a lavorare con l’emissione di fatture cartacee. 

L’obbligo verrà esteso anche ad:

  • associazioni sportive dilettantistiche (ASD)
  • enti del terzo settore con proventi da attività commerciali fino a 65mila euro.

Tra le categorie invece che saranno escluse dal nuovo obbligo ci sono il personale che eroga prestazioni sanitarie, come medici ed infermieri, così come le farmacie.

Niente fattura elettronica anche per alcuni operatori agricoli con regimi fiscali speciali.

Abbiamo dunque fatto chiarezza di chi all’interno del regime forfettario, previsto fino a fatturati entro i 65 mila euro, potrà ancora godere dell’esenzione riguardo il dover emettere fatture elettroniche.

La misura obbligatoria a partire dal 1 luglio 2022 è stata inserita nel decreto PNRR 2 ed è solo uno dei punti di una ben più ampia riforma fiscale.

Chi sono le P.Iva in regime forfettario che adottano la e-fattura senza averne l’obbligo?

Per dare un idea di quanto sarà grande la nuova platea che dovrà sottostare al nuovo obbligo che vede società e P.Iva alla fatturazione elettronica, bisogna partire da un dato, il numero delle P.Iva operanti in regime forfettario che ad oggi ammontano circa 1,7 milioni.

Ora la domanda alla quale dare risposta per capire quanti contribuenti a partire dal 1 luglio si dovranno allineare alle nuove direttive è, in quanti di questi 1,7 milioni superano i 25mila euro?

Inoltre per avere un numero anco più preciso si dovrà tenere conto di tutte quelle P.Iva che anche non avendo l’obbligo già adottano la fatturazione elettronica.

In questa direzione arrivano i dati provenienti da Aruba-IDC che quantificano che il 46% delle PMI italiane adotta la e-fattura anche non avendone l’obbligo, dato che cresce al 58% tra le Pmi settore finance e al 76% nella sfera Servizi professionali.

Forfettari:i metodi per emettere fatturazione elettronica

Le Partite Iva appartenenti al regime forfettario che a partire dal 1 luglio dovranno emettere obbligatoriamente solo fatturazione elettronica potranno utilizzare i seguenti software:

  • quello messo direttamente a disposizione dall’Agenzia delle Entrate ad uso gratuito;
  • l’applicazione scaricabile su smartphone e tablet “FATTURAe” anche questa messa a disposizione dall’AdE;
  • molti altri software a pagamento completi di altre numerose funzioni come Fattura24 o Fatture In Cloud.

La fatturazione elettronica nel caso di cessione di beni o di prestazioni di servizi professionali tra soggetti residenti in Italia è costituito da un file generato direttamente in formato XML e inoltrato ai clienti transitando sul Sistema di Interscambio (SdI), che ne verifica tutti i controlli  del caso.  

Il Regime forfettario a partire dal 2023 si “spaccherà” in tre scaglioni 

Tra le altre novità che caratterizzeranno le Partite Iva operanti nel regime forfettario c’è oltre a quella già vista che prevede l’obbligo della e-fattura,  anche quella che prevede un periodo biennale di easy tax prima del passaggio al regime fiscale ordinario. 

Ma di cosa si tratta esattamente?

In pratica a partire dal 2023 l’intenzione del Governo a guida Draghi è quello di “spaccare” il regime forfettario che ad oggi vede un aliquota fissa al 15% per fatturati fino a 65.000 mila oltre il quale è previsto un regime ordinario, in tre nuovi scaglioni.

Con l’ipotesi di introduzione della easy tax, uscendo dal limite dei 65.000 euro di ricavi o di compensi, che andrebbe a rendere meno brusco il passaggio al regime ordinario. 

In pratica, il cambio dall’imposta sostitutiva al 15% a quella del 43% che è l’ultimo scaglione di aliquota. 

Così facendo, per il forfettario rimarranno 2 anni di bonus prima di passare al regime ordinario. In modo tale da rendere l’exit tax indolore.

Grazie alla Fatturazione elettronica il fisco sarà più efficiente, perchè?

L’obbligo di fatturazione elettronica estesa anche ad una parte delle partite Iva operanti in regime forfettario contribuirà e non poco a rendere più efficiente l’intero sistema fiscale oltre che a combattere ulteriormente il fenomeno legato all’evasione fiscale. 

Il Governo inoltre per rendere ancor più efficiente il tutto sta pensando di effettuare una ulteriore facilitazione legata alla precompilata Iva

Come già scritto ad oggi sono 1,7 le partite iva operanti con la flat tax al 15%, quelle con fatturati superiori ai 25mila euro dovranno operare obbligatoriamente con la e-fattura a partire dal 1 luglio 2022.

Insomma il biennio 2022-23 sembra essere quello della riforma del Fisco.

Il tavolo è aperto e di mese in mese vengono approvate nuove misure a completamento della riforma.

Gli obiettivi sono quelli di abbassare la pressione fiscale per chi fa impresa in Italia, rendere più snelle le procedure burocratiche ed approvare misure a contrasto dell’evasione fiscale.

Nei prossimi mesi dunque avremo di sicuro delle novità che noi di Trend on-line saremo pronti a riportare tempestivamente ai nostri lettori.

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