Tutti i requisiti per rientrare nel regime forfettario!

Il regime forfettario è una particolare forma d'imposta. Esso, infatti, risulta essere l’unica tassazione agevolata in Italia. Ecco i vari requisiti.

Aprire una propria attività può essere una scelta rischiosa, ma anche l’inizio di una grande avventura. Nonostante il periodo storico che stiamo attraversando, con le dovute incertezze del caso, sono davvero in molti coloro che non hanno abbandonato la speranza di concretizzare i propri progetti lavorativi.

Proprio in vista di ciò, è necessario conoscere ogni dettaglio che possa portare alla realizzazione di quel desiderio a lungo covato: fondare una piccola impresa!

Per avviare un’azienda o una qualsiasi forma di attività commerciale, infatti, è necessario aprire una partita IVA che può essere a regime ordinario o a regime forfettario. Quest’ultima, poi, è decisamente vantaggiosa pur essendo riservata a determinati soggetti.

Un primo cenno di che cosa sia il regime forfettario viene fornito dalla pagina web di Wikipedia che recita:

“Il regime forfettario è un particolare regime fiscale per le partite IVA individuali che permette di fruire di alcune semplificazioni fiscali e contabili. Il regime forfettario è stato introdotto dalla legge 190/2014 (Legge di Stabilità 2015), successivamente è stato riformato con la Legge 208/2015 (Legge di Stabilità 2016)”. 

Una tassazione relativamente recente, dunque, che è riuscita a farsi apprezzare da diverse tipologie di imprenditori e imprenditrici. Essa, infatti, è una tassazione agevolata con dei precisi requisiti.

Proprio per questo motivo è bene conoscerne alcune caratteristiche che, per esempio, vengono esplicitate in maniera esaustiva dal sito dell’Agenzia delle Entrate:

“I contribuenti che applicano il regime forfetario sono esonerati dagli obblighi di registrazione e tenuta delle scritture contabili, fermo restando l’obbligo di tenere e conservare i registri previsti da disposizioni diverse da quelle tributarie”. 

Il compito di questo articolo, dunque, è quello di far comprendere al meglio il regime forfettario, ancora poco conosciuto e apprezzato dai più. Un tipo di tassazione che rivela una grande quantità di vantaggi dal punto di vista economico.

Che cos’è il regime forfettario

Risulta inevitabile partire dalle basi. Per regime forfettario si va a intendere un regime di tassazione agevolato che permette a chi ne usufruisce di pagare un’imposta sui propri debiti pari a un’aliquota del 5% o del 15%.

Il regime forfettario è pensato proprio per favorire quelle piccole imprese che sono sparse lungo tutto il territorio nazionale. Esso, infatti, risulta essere l’unica forma di tassazione agevolata per le piccole imprenditrici e i piccoli imprenditori.

Vi è da chiedersi, a questo punto, per quale motivo sia così vantaggioso il regime forfettario. A spiegarlo ci pensa il sito Informazione Fiscale all’interno di un proprio articolo davvero molto esplicativo:

“L’accesso al regime forfettario consente di beneficiare non solo di una tassazione ridotta (pari al 15 per cento), ma anche della riduzione dei contributi INPS così come di semplificazioni ai fini IVA e delle imposte sui redditi”. 

Importanti notizie a riguardo, inoltre, vengono fornite in maniera dettagliata anche dal canale YouTube di Federica Mutti all’interno di un proprio video che ha il regime forfettario come tematica principale. 

Una tipologia di tassazione che risulta essere un valido alleato per tutti coloro che abbiano intenzione di aprire una nuova attività o che comunque ne abbiano già una ben avviata.

Caratteristiche del regime forfettario

Il regime forfettario ha delle caratteristiche ben precise che bisogna osservare. Infatti, esso non è un’agevolazione aperta a ogni forma di azienda. Per poter rientrarvi bisogna, per esempio, non bisogna superare i 65.000 euro di ricavi annuali

Il regime forfettario, inoltre, non può affatto essere definito un regolamento datato. Esso, infatti, vede la luce grazie alla Legge n. 190/2014 (Finanziaria 2015) per poi subire alcune modifiche nel corso degli anni per poter essere perfezionato.

Esso, inoltre, è rimasto l’unica tassazione agevolata in vigore in Italia. Infatti, come ci informa Danea Blog, con il suo ingresso in scena sono stati abrogati i regimi agevolati precedenti, ovvero:

Il regime delle nuove iniziative produttive (art. 13 della L. 388/2000); il regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità, detto regime dei nuovi minimi (art. 27 co. 1 e 2 del D.L. n. 98/2011); il regime contabile agevolato per gli “ex minimi” (art. 27 co. 3 del D.L. n. 98/2011)”. 

Tra le sue caratteristiche, oltre al limite di ricavi annuale di 65.000 euro citato in precedenza, vi è anche il fatto che vi sia un margine per le spese relative al lavoro accessorio o al personale dipendente. Annualmente, infatti, esso si attesta a 20.000 euro.

Questi limiti non sono valicabili. Infatti, coloro che supereranno la soglia massima dei ricavi annuali saranno espulsi dal regime forfettario e dovranno continuare a mandare avanti la propria impresa tramite la partita IVA ordinaria.

Cause di esclusione del regime forfettario

I soggetti sotto regime forfettario hanno dalla propria un ottimo vantaggio. La loro piccola impresa, infatti, sarà liberata da numerosi sgravi fiscali che, invece, sono obbligatori per gli imprenditori e le imprenditrici che abbiano alle proprie spalle un’azienda di grandi proporzioni.

I limiti di accesso, in ogni caso, sono diversificati in base al codice ATECO della propria attività. Inoltre, vi sono degli elementi che possono portare all’esclusione dal regime forfettario.

Non possono, infatti, fare uso del regime forfettario: i soggetti non residenti sul territorio nazionale, tranne coloro che fanno parte dell’Unione Europea, e i soggetti che fanno parte di associazioni di varia natura, specie se professionali.

Inoltre, sono esclusi dal regime forfettario anche coloro che effettuano cessioni di fabbricati o di terreni edificabili. Tra gli esonerati vi sono, inoltre, anche coloro che abbiano effettuato nell’anno precedente un lavoro dipendente con un ricavo complessivo superiore a 30.000 euro

Inoltre, alcuni settori economici sono esclusi dal regime forfettario come, per esempio, quello agricolo, ma anche le agenzie di viaggio e turismo, il mondo dell’editoria, gli agriturismi e l’universo relativo alla vendita di sali e tabacchi.

L’importanza del regime forfettario

In ogni caso, coloro che hanno le caratteristiche adatte per rientrare all’interno del regime forfettario possono considerarsi fortunati. Tale tipo di tassazione, infatti, prevede un’imposta sostitutiva che si attesta al 15% del reddito imponibile.

In alcuni casi specifici, poi, tale imposta si attesterebbe al solo 5% del reddito imponibile per i primi cinque anni dell’attività soggetta a tassazione.

I vantaggi, inoltre, non finiscono qui. Per esempio, i soggetti sotto regime forfettario non sono tenuti ad addebitare l’IVA nella fattura dei propri clienti. Oltre a ciò, sono esonerati anche dal dover versare l’imposta con relativa dichiarazione annuale.

Tra i benefici rientra anche il fatto che i soggetti sotto regime forfettario non sono tenuti a registrare le varie fatture emesse come, invece, sono obbligati a fare i detentori di partita IVA ordinaria.

La fatturazione elettronica, che è ormai un obbligo per tutte le partite IVA, non è al momento necessaria, anche se vi sono parecchie voci contrastanti a riguardo in circolo.

Al momento, infatti, coloro che usufruiscono del regime forfettario sono tenuti a emettere la fattura elettronica solo nei confronti della Pubblica Amministrazione. Tale dettaglio, però, potrebbe cambiare nei prossimi mesi.

Novità 2022 per il regime forfettario

A questo punto, vi è da chiedersi che cosa prospetti il regime forfettario per il nuovo anno. Come si è visto, infatti, sono in molti a credere che la fattura elettronica potrebbe diventare una solida realtà anche per questo tipo di tassazione agevolata.

Per quanto riguarda i requisiti di accesso, essi sono rimasti immutati rispetto all’anno appena trascorso. Essi, infatti, sono sempre riferiti al tetto massimo di guadagno annuale per i piccoli imprenditori e le piccole imprenditrici, oltre al limite riguardante il lavoro accessorio.

Le due somme, come già visto in precedenza, si attestano a 65.000 euro la prima e 20.000 euro la seconda.

Anche le cause di esclusione, elencate nei paragrafi precedenti, sono rimaste invariate rispetto allo scorso anno. Ci sono, infatti, molti tipi di azienda che non hanno le caratteristiche adatte per poter rientrare nel regime forfettario.

Tutti elementi che possono, dunque, tranquillizzare i vari soggetti presi in esame per quanto riguarda il regime forfettario. Esso, infatti, non ha subito grandi modifiche e potranno essere ancora molti coloro che ne usufruiranno per le proprie attività.

Il regime forfettario, infatti, risulta essere finora il regime di tassazione migliore per tutti coloro che sognano di aprire una piccola impresa di varia natura. Un aiuto sostanzioso, soprattutto se si pensa al duro periodo che stiamo vivendo, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche dal punto di vista economico.

Un regime fiscale, quindi, in grado di agevolare molte lavoratrici e molti lavoratori che aspirano a mettersi in proprio.

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