Tasse non pagate, che succede nel 2024? Ipotesi riapertura dei termini della rottamazione

Al vaglio dei Governo l'ipotesi di riaprire i termini delle date scadute della rottamazione per i decaduti. Che succede per le tasse non pagate?

Il Governo sta ipotizzando la riapertura dei termini delle prime due rate scadute il 31 ottobre e il 30 novembre della rottamazione delle cartelle esattoriali, programmando agevolazioni su sanzioni, interessi e aggio alla riscossione.

Ricordiamo che erano state già previste mini-proroghe al 18 dicembre 2023 e si prevede l’estensione fino alla fine del mese di marzo 2024.

La riapertura del capitolo della rottamazione potrebbe essere inserita come emendamento al Decreto Milleproroghe, che è all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera.

Si tratterebbe, se approvata, di un’importante iniziativa per le tasse non ancora pagate, per le quali i debitori avrebbero un’opportunità extra per regolarizzarle.

Ipotesi di una nuova sanatoria

Al vaglio l’ipotesi di una nuova chance per pagare le rate scadute della rottamazione quater. Si pensa di inserire la riapertura dei termini in un emendamento al Decreto Milleproroghe, con uno sconto sulle sanzioni, interessi e l’aggio della riscossione.

L’ipotesi è già allo studio e punta a riaprire i termini delle prime due rate, già scadute rispettivamente il 31 ottobre e il 30 novembre. Si tratta di termini che erano stati già oggetto di una mini-proroga, nel corso della conversione del Decreto Anticipi.

L’intervento sembrerebbe rivolto ai decaduti, ovvero a tutti coloro che avevano presentato la domanda di adesione, ma che non avevano rispettato le scadenze previste dal pagamento.

Quando ci sarà la prossima rottamazione delle cartelle esattoriali?

L’ipotesi che potrebbe prendere corpo, quindi, non è quella dell’avvio di una nuova rottamazione, quanto più di un’ulteriore riapertura dei termini, attraverso una rimodulazione dei correttivi già presentati e segnalati dai diversi gruppi parlamentari.

Ricordiamo che la prima rata della rottamazione quater scadeva il 31 ottobre 2023 e la seconda il 30 novembre 2023. Il Decreto Anticipi aveva già previsto una mini-proroga al 18 dicembre 2023, per chi aveva aderito, ma non aveva versato le somme entro le scadenze fissate inizialmente dalla rottamazione.

Si pensa, quindi, di spostare il salvagente per i decaduti dalla rottamazione al 31 marzo 2024. Naturalmente, il suddetto termine potrebbe essere modificato in fase nel voto parlamentare del corrispettivo proposto.

Non bisogna sottovalutare la chance proposta che permetterebbe a molti debitori di saldare la propria posizione con la riscossione. Potrebbe trattarsi, infatti, dell’ultimo appello a disposizione dei decaduti per pagare i propri debiti in maniera agevolata.

Affinché l’ipotesi si converta in realtà, è necessario il via libera preventivo della Ragione generale dello Stato. Non bisogna dimenticare che dalla rottamazione quater prevista dalla Legge di Bilancio del 2022 erano attesi 12,4 miliardi di euro complessivi, derivanti dalla rinuncia alla riscossione con le modalità ordinarie e, quindi, con la formula piena.

Perché si ipotizza una riapertura dei termini?

La definizione agevolata non conviene solo ai contribuenti che, aderendo, hanno la possibilità di pagare i propri debiti in maniera agevolata e a rate.

La rottamazione quater delle cartelle esattoriali è molto conveniente anche per l’Erario che, attraverso lo sconto di interessi e sanzioni, si assicura più facilmente il gettito dei crediti che avanza.

Infatti, i crediti fiscali in magazzino al 31 dicembre 2023 ammontano a oltre 1.206,6 miliardi di euro e tali crediti riguardano 163 milioni di cartelle esattoriali e avvisi di accertamento e oltre 22 milioni di contribuenti.

Quali sono le altre ipotesi sulla tregua fiscale

Non bisogna pensare che il Governo stia pensando di rivedere solo i termini della rottamazione quater. Ci sono diverse proposte sulla tregua fiscale sia da parte della maggioranza che dalle opposizioni.

Tra le proposte, per esempio, c’è quella di estendere il ravvedimento speciale, ovvero la sanzione ridotta da un diciottesimo, anche al periodo di imposta 2022, con la possibilità di presentare la dichiarazione correttiva e versare, in base ai casi, la prima o l’unica rata entro la fine del mese di marzo.

Inoltre, si ipotizza anche di concedere un lasso di tempo maggiore ai contribuenti colpiti dalle alluvioni durante gli scorsi mesi.

Il problema rimane quello legato ai numeri. L’insieme delle tasse e delle multe non pagate toccano una cifra molto alta: 1.185 miliardi. Si tratta di un valore in crescita rispetto al 2022, quando si era fermato a quota 1.153 miliardi. Per ridurre il disavanzo, sarebbe opportuno dare una piccola accelerata. Dal 2018, nel corso di cinque anni, sono stati concordati complessivamente stralci per 81 miliardi di euro.

A quanto pare, il problema non è stato completamente risolto. Proprio per questo motivo, il Governo punta a velocizzare sul Decreto attuativo della delega fiscale di riforma alla riscossione. Decreto che, per il momento, è atteso in Consiglio dei Ministri entro la prima metà di febbraio.

Leggi anche: Più tempo per pagare le cartelle esattoriali: ecco le nuove tempistiche

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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