Il Trattamento Integrativo 2023 rappresenta un’importante misura di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti e assimilati. Questo bonus, che può arrivare fino a 1200 euro all’anno, sostituisce l’ex Bonus Renzi da 80 euro, confermando l’impegno dello Stato nel fornire un aiuto concreto alle persone che si trovano in condizioni di vulnerabilità economica. Ma chi può beneficiare di questo trattamento integrativo nel 2023? E quali sono i requisiti minimi per richiederlo?
Chi può ricevere il trattamento integrativo nel 2023?
Il Decreto Legge 3/2020, successivamente convertito in Legge numero 21 del 2 aprile 2020, stabilisce i destinatari del trattamento integrativo nel corso del 2023.
Questo bonus IRPEF può essere erogato ai seguenti lavoratori:
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Lavoratori dipendenti pubblici e privati;
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Lavoratori in cassa integrazione;
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Lavoratori percettori dell’Ape Sociale;
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Sacerdoti;
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Soci delle cooperative;
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Lavoratori socialmente utili;
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Lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.);
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Titolari di stage, borse di studio o formazione professionale.
Per ottenere il bonus di 100 euro mensili, questi lavoratori devono avere un reddito annuale compreso tra un minimo di 8150 euro e 15.000 euro, per un totale di 365 giorni di detrazione fiscale. Inoltre, alcune categorie possono ricevere il bonus anche se superano l’importo imponibile fiscale di 15.000 euro, fino a un massimo di 28.000 euro.
Come funziona il trattamento integrativo in busta paga?
Il trattamento integrativo viene visualizzato nella busta paga come “Tratt.Int.Redd. D.L.3/2020” con un importo di 100 euro.
Ad esempio, se consideriamo un bonus annuale di 1200 euro, il calcolo giornaliero corrisponde a 3,28 euro (1200/365). Questo importo viene aggiunto alla busta paga mensile.
Quando viene erogato il trattamento integrativo?
Per ottenere il bonus di 100 euro, i beneficiari non devono presentare domanda. Il reddito presunto per l’anno 2023 e il calcolo mensile del trattamento integrativo vengono determinati dal Consulente del lavoro o dalla tesoreria NoiPa.
Il bonus viene corrisposto tramite la busta paga mensile nel corso dell’anno o a dicembre, a conguaglio.
Tuttavia, i lavoratori che superano i limiti di reddito previsti possono rinunciare temporaneamente al trattamento integrativo comunicandolo al datore di lavoro, all’amministrazione o all’INPS utilizzando il modello di detrazione fiscale.
Il trattamento integrativo 2023 e le altre forme di reddito
Il trattamento integrativo viene erogato anche ai disoccupati percettori di NASPI INPS. Anche in questo caso, non è necessario presentare una domanda, poiché l’INPS verifica i requisiti per l’accredito del bonus IRPEF.
Per coloro che non ricevono il trattamento integrativo tramite la busta paga, la NASPI o la disoccupazione agricola nel corso dell’anno, è comunque possibile recuperarlo (rispettando i limiti di reddito) attraverso la dichiarazione dei redditi 730 o l’ex modello Unico dell’anno successivo.
In conclusione, il Trattamento Integrativo 2023 rappresenta una misura di sostegno al reddito che offre un aiuto concreto ai lavoratori dipendenti e assimilati che si trovano in situazioni di vulnerabilità economica. Attraverso questo bonus, i destinatari possono ricevere un importo di 100 euro mensili, contribuendo a migliorare le loro condizioni finanziarie.
È importante comprendere i requisiti e le modalità di erogazione del trattamento integrativo, e come calcolare l’ex Bonus Renzi, per poterne beneficiare e sfruttare al meglio questa opportunità di sostegno economico.