Perché i follower di Belen hanno ragione a criticarla per gli abiti di Shein

Nelle ultime ore ha suscitato diverse polemiche il nuovo post di Belen nel quale indossa abiti di Shein. Ecco perché si tratta di una critica motivata.

Belen Rodriguez non è nuova alle polemiche e alle critiche da parte dei suoi follower. Anzi, si può dire che la showgirl argentina abbia costruito buona parte della sua fama parallelamente alle contestazioni dei fan.

Critiche non sempre motivate, e che spesso riguardavano solo la sua vita privata e le sue scelte sentimentali.

Questa volta, invece, i commenti dei seguaci di Belen riguardano un nuovo marchio da lei sposorizzato, ovvero Shein. Il colosso dell’e-commerce cinese ha però rivelato recentemente un lato molto inquietante, di cui Belen, a detta dei follower, avrebbe dovuto tener conto.

Perché Belen che indossa Shein è un messaggio sbagliato sotto tutti i punti di vista

Belen è una donna bellissima, di successo e molto ricca. È dunque (tristemente) scontato che sia anche oggetto di invidia e di critiche non sempre motivate.

Eppure, questa volta le motivazioni ci sono eccome, ed è anzi strano o quantomeno sospetto che nessuno abbia avvisato la showgirl del danno di immagine che una sponsorizzazione con Shein le avrebbe procurato, specialmente in questo periodo.

Shein è stata infatti nell’occhio del ciclone nelle scorse settimane per le inchieste che hanno mostrato le condizioni disumane a cui sono costretti a sottostare i suoi lavorati.

La britannica Channel 4 ha infatti messo in luce come gli operai di Shein non vengano pagati più di 4.000 yuan al mese (ovvero 556 dollari). Considerando che molti lavoratori rimangono in fabbrica fino a 18 ore al giorno con un solo giorno libero al mese, si calcola che si arrivi ad uno stipendio di 4 centesimi ad articolo.

Non solo, ma anche le condizioni materiali di lavoro non raggiungerebbero gli standard minimi di sicurezza, senza uscite d’emergenza e con gli spazi talmente stipati di scatole e materiali per i vestiti da rendere impossibile una fuga ordinata in caso di incendio.

Non è possibile stabilire quanto guadagni Belen precisamente, ma secondo alcune stime sembrerebbe intorno ai 2 milioni all’anno; un confronto che da solo spiega l’indignazione che ha scatenato la sua scelta di sponsorizzare Shein.

Ma Belen è anche un’appassionata di moda, e proprio con la moda ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo; considerando che Shein è stata spesso accusata di copiare articoli di designer indipendenti, Belen compie quindi un passo falso anche all’interno di questa categoria.

Shein o non Shein? Un dilemma per molti (ma non per Belen)

Di fronte allo sfruttamento sfrenato a cui sono sottoposti i lavoratori, diversi utenti hanno affermato che non avrebbero più acquistato prodotti Shein. Ma non tutti, e per diverse ragioni.

Shein è infatti nota per i suoi prezzi bassissimi (e ora se ne comprende la ragione), che permettono anche alle fasce più basse della popolazione di poter acquistare abiti e accessori secondo il proprio gusto.

Si tratta poi di un’azienda che punta a tutti i tipi di taglie, quando per i soggetti over size può essere difficile trovare bei capi nei negozi tradizionali (ma esiste anche una sezione short, per adulti sui 150 cm; e per una volta, acquistare un paio di jeans e non farlo accorciare può essere una bella soddisfazione).

Shein, quindi, continuerà a vendere capi a chi, pur sentendosi magari in colpa, è anche consapevole di non potersi permettere una scelta troppo ampia altrove, vuoi per il prezzo o per caratteristiche fisiche considerate “fuori norma”.

Belen, invece, fa parte di un gruppo che può permettersi di scegliere: scegliere brand sostenibili, e che rispettino i propri lavoratori. Per questo, la sua decisione di sposorizzare un marchio del genere è da condannare.

Infatti, se nemmeno chi ha tutte le possibilità per farlo decide di stare dalla parte giusta e sana dell’economia, allora non c’è alcuna speranza che le grandi fasce di consumatori, per cui invece non si tratta di una scelta semplice, prendano una posizione netta.

Anche se, forse, il fatto stesso che ci siano state tante critiche per un maglioncino e una gonna di Shein può già voler dire qualcosa.

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