Il miracolo dei social: due gemelle separate alla nascita si ritrovano grazie a TikTok

Amy e Ano sono due gemelle georgiane vendute e separate alla nascita, che si ritrovano dopo anni grazie a TikTok. Ecco la loro storia.

Il mercato nero dei bambini è una piaga che da anni coinvolge la Georgia. A porre nuovamente l’attenzione sul problema è la storia di due gemelle separate alla nascita. Quella di Amy e Ano sembra una storia uscita da un film drammatico d’autore: dopo aver condiviso il grembo materno per nove mesi, le loro vite si sono separate per oltre vent’anni. Appena nate, sono state strappate ai loro genitori per essere vendute, per poi ritrovarsi grazie al potere dei social.

Una triste storia, che oggi sarebbe impensabile visti gli stringenti regolamenti internazionali sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita, ma che in Georgia è stata la realtà di migliaia di neonati dall’inizio degli anni ’50 fino ai primi anni 2000. È successo anche alle due gemelle che si ritrovano grazie a TikTok dopo oltre vent’anni: ricostruiamo questa storia straordinaria.

Gemelle separate alla nascita si ritrovano grazie a TikTok

La storia di Amy Khvitia e Ano Sartania è quasi da romanzo, un esempio straordinario di come il destino, talvolta, si intrecci in modi impensabili.

Tutto inizia nel 2014, quando Amy, seduta davanti al televisore, assiste a una performance in “Georgia’s Got Talent e scorge sullo schermo una ragazza che le somiglia in modo sconcertante.

Questo episodio, che inizialmente suscita curiosità e stupore tra i conoscenti, si dissolve nel tempo come un aneddoto curioso, fino a quando, sette anni dopo, nel novembre 2021, la storia prende una svolta inaspettata.

Amy decide di cambiare il proprio look, con un piercing al sopracciglio e capelli tinti di blu, e condivide il suo nuovo stile su TikTok.

Il video, per una coincidenza fortuita, raggiunge Ano Sartania, che vive a Tbilisi, a qualche centinaio di chilometri di distanza. Ano è colpita dalla somiglianza con la ragazza nel video e inizia a indagare su quella che sembra essere la sua sosia.

Quando le due giovani si connettono su Facebook, scoprono una serie di coincidenze stupefacenti: non solo condividono lo stesso gusto per la musica e lo stesso taglio di capelli, ma sono anche legate da una malattia genetica comune.

Il loro incontro a Tbilisi è la prova definitiva e conferma la straordinaria somiglianza. Tuttavia, ciò che inizia come una storia di sorprendente somiglianza si trasforma in un viaggio emotivo più profondo.

Amy e Ano, spinte dalla curiosità e dal bisogno di conoscere la verità, affrontano le proprie famiglie adottive e scoprono che entrambe sono state adottate nel 2002, con documenti falsificati che mascheravano le loro vere date di nascita. Inoltre, i loro genitori adottivi non erano a conoscenza del torbido mercato da cui provenivano.

Così, inizia la ricerca della loro madre biologica. Mentre Amy è determinata a scoprire la verità, Ano è più esitante, temendo che la scoperta possa rivelare aspetti dolorosi del loro passato.

La svolta arriva quando Amy condivide la loro storia su un gruppo Facebook, nato proprio con l’intento di riunire le famiglie georgiane con bambini adottati illegalmente.

Una donna dalla Germania, la cui madre aveva perso due gemelle al Kirtskhi Maternity Hospital nel 2002, risponde al loro appello. I dubbi sulla morte delle gemelle si tramutano in certezze quando un test del DNA conferma il legame genetico con la loro madre biologica, Aza.

Il mercato nero dei bambini in Georgia

Il gruppo Facebook “Vedzeb”, che in georgiano significa “sto cercando”, gioca un ruolo cruciale in questa vicenda. Fondato nel 2021 da Tamuna Museridze, il gruppo ha rapidamente guadagnato popolarità, arrivando a contare 230mila membri.

La sua missione è quella di aiutare le persone a scoprire le proprie origini, gettando luce su uno dei capitoli più oscuri della storia georgiana.

La storia di Tamuna Museridze stessa è emblematica e testimonia a pieno questa tragica realtà, che nasce dal degrado e dal disagio sociale del dopoguerra e attraversa la condizione precaria della Georgia postsovietica.

Nel suo tentativo di trovare la madre, Museridze ha scoperto l’esistenza di un mercato nero di bambini, una realtà agghiacciante in cui i neonati venivano dichiarati morti, e poi, tramite la complicità di alcuni medici e ufficiali dell’anagrafe, venivano dati in adozione all’estero o in patria in cambio di denaro.

Il gruppo “Vedzeb” ha fornito una piattaforma per le persone coinvolte in queste adozioni illecite, per aiutarle a ritrovare le loro famiglie biologiche e a ricostruire pezzi della loro identità perduta. Tuttavia, molti dei membri del gruppo sono ancora alla ricerca della verità, inclusa la stessa fondatrice, che continua a sperare di trovare sua madre.

Francesca Di Feo
Francesca Di Feo
Copywriter SEO e Social Media Manager per piccole e medie imprese, classe 1994. Ho studiato Scienze Politiche e Sociali presso l'Istituto Federico Albert. Grazie al mio ruolo di Project Manager e Writer nell’ambito del programma Erasmus + ho sviluppato un forte interesse sui temi della Transizione Ecologica e Digitale. Appassionata da sempre di scrittura e tecnologia, ho continuato a formarmi autonomamente su come farne un lavoro attraverso il Marketing Digitale. Attualmente sono redattrice per Trend Online e Social Media Manager per due piccole aziende, e sto lavorando per costruire Valade D’Lans, Travel Blog sulle Valli di Lanzo, gioiello montano piemontese.
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