Russia esclusa dal circuito SWIFT: vantaggi e svantaggi!

Una nuova guerra in Europa è iniziata una settimana fa. La Russia di Vladimir Putin ha invaso l'Ucraina, e l'occidente ha risposto con sanzioni molto gravi.

Dopo oltre un mese di allarme da parte Occidentale, tanto da essere definita “La guerra più anticipata della storia” da Limesla Russia ha invaso l’Ucraina

Dopo che il Covid iniziava a darci tregua e a farci vedere una luce in fondo al tunnel, è immediatamente iniziata la guerra dalla scala più larga sul suolo europeo dalla Seconda Guerra Mondiale

Certo, l’ultima guerra avvenuta in Europa è stata trent’anni fa nei Balcani con la dissoluzione della Yugoslavia, ma in questo caso si parla di un’invasione di una potenza nucleare. In effetti, la Russia ha l’arsenale nucleare più consistente del mondo, avendo più testate atomiche di tutti i membri della NATO messi insieme (USA compresi). 

Pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione, il Presidente russo Vladimir Putin ha mobilitato l’arsenale nucleare di difesa. La notizia ha spaventato tutto il mondo, in quanto un’eventuale bomba nucleare lanciata sull’Ucraina potrebbe coinvolgere nel conflitto anche la NATO, e quindi anche l’Italia. 

Ma al momento sembra che nessuno voglia davvero un conflitto nucleare. Sia, ovviamente, l’Occidente, sia la Russia il cui Ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha annunciato, in occasione dei primi colloqui con l’Ucraina:

La Terza guerra mondiale sarebbe nucleare e devastante. Eravamo pronti alle sanzioni, ma non ci aspettavamo che venissero imposte ad atleti, giornalisti e rappresentanti del settore culturale.

Mosca è pronta a secondo round dei negoziati con Kiev, ma la parte ucraina sta prendendo tempo in linea con le istruzioni degli Usa, la delegazione russa oggi pomeriggio aspetterà quella ucraina nel luogo stabilito per i colloqui. La Russia non permetterà all’Ucraina di acquisire armi nucleari.

Sembra, quindi, che la Russia abbia mobilitato le armi nucleari solo per fare paura e portare gli Ucraini al tavolo dei negoziati. A quanto pare, ripetiamo, nessuno per ora vuole una guerra nucleare

In effetti, la situazione potrebbe apparire poco chiara a chi non segue le notizie di politica estera. L’entità delle sanzioni inflitte sulla Russia (che vedremo meglio in seguito), potrebbero far sembrare che siamo noi in guerra con Putin

I due soli belligeranti, al momento, sono solamente la Russia e l’Ucraina in quanto la prima ha invaso la seconda. 

Le sanzioni dell’Occidente sono dovute ad una volontà di isolare la Russia economicamente poiché, secondo i nostri governi, l’invasione dell’Ucraina è un crimine ingiustificato

La sanzione più grande fin’ora imposta è stata l’esclusione della Russia da SWIFT, il sistema bancario internazionale. Tale sanzione è arrivata dopo un tira e molla delle nazioni europee in quanto non tutti erano d’accordo

L’esclusione della Russia da SWIFT, infatti, porta svantaggi da entrambe le parti, soprattutto per le nazioni economicamente dipendenti dalla Russia. 

Ma andiamo con ordine. Prima di spiegare esattamente in cosa consiste tale esclusione cerchiamo di capire cosa sta succedendo ora in Ucraina e quali sono le ragioni che hanno fatto scoppiare questa guerra. 

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L’invasione della Russia: le ragioni

Per capire le ragioni dell’invasione russa dell’Ucraina bisogna fare un passo indietro

L’Ucraina che conosciamo oggi è apparsa sulla mappa appena 30 anni fa, quando l’Unione Sovietica si dissolse e nacquero dalle sue ceneri 15 nuove nazioni, fra cui appunto l’Ucraina e la Federazione Russa. 

Prima del 1991, però, l’Ucraina era stata parte integrante della Russia (anche sotto diversi regimi) per oltre 170 anni. Non solo, ma il primo nucleo di nazione russa era nata proprio nell’attuale Ucraina (i cosiddetti Rus’ di Kiev). 

Vladimir Putin, quindi, considera l’Ucraina parte integrante della Russia, ed il fatto che sia staccata da Mosca lo rende ansioso sulla perdita di potere avvenuta dopo il crollo dell’URSS.

Dal 1991, infatti, quasi tutte le nazioni europee ex sovietiche si sono unite al blocco occidentale e all’alleanza della NATO. Tale alleanza, quindi, ha lentamente circondato la Russia

L’Ucraina non fa parte della NATO solamente perché vi era stato un accordo per non farla mai entrare, ma tale accordo rischiava di essere spezzato dall’attuale presidente ucraino. Volodymyr Zelensky, eletto democraticamente nel 2019, è infatti apertamente filo-occidentale

Queste le ragioni geopolitiche dell’invasione: Putin vuole riportare l’Ucraina sotto la sua sfera di influenza, ma non riuscirà a farlo finché la popolazione ucraina vuole unirsi all’Occidente. 

Le ragioni di tipo economico, invece, riguardano l’energia. La Russia è una nazione di idro-carburi: la maggior parte della sua economia si basa sull’esportazione di gas e petrolio

Fino al 1991, i gasdotti russi che arrivavano in Europa passavano proprio per l’Ucraina, che ha iniziato a farsi pagare dalla Russia per il suo utilizzo una volta divenuta indipendente. 

Non solo, ma negli ultimi 20 anni sono stati scoperti importanti giacimenti di gas naturale sulle coste ucraine del Mar Nero. La Russia, quindi, ha decisamente intenzione di prenderne il controllo per arricchire le proprie riserve di gas e, quindi, la propria economia. 

Queste, in breve, le ragioni dell’invasione russa dell’Ucraina

Come accennavamo nell’introduzione la risposta di tutto il mondo (o quasi) è stata di condanna. Tutti i paesi occidentali hanno preso misure per minare l’economia Russa e rendere insostenibile il prezzo della guerra. 

Vediamo insieme quali sono queste sanzioni e a cosa portano per i russi.  

Russia e SWIFT: cosa comporta l’esclusione

Innanzitutto, le nazioni europee si sono finalmente messe d’accordo per espellere la Russia da SWIFT

Lo SWIFT è il circuito bancario internazionale, e quindi tutte le transazioni russe verso l’estero sono cancellate o comunque non è più possibile effettuarle. 

Al momento, sette banche russe sono state escluse, tra cui il colosso Vtb Bank. I due maggiori istituti bancari russi, ovvero Sberbank e Gazprombank, non appaiono nella lista

Ad ogni modo, questa esclusione è stata un colpo durissimo per gli oligarchi russi, ovvero i multimiliardari che hanno tutti asset importanti all’estero. 

Molti beni di lusso degli oligarchi, come gli yacht o le case, sono stati sequestrati dai governi occidentali a seguito delle sanzioni. 

Si stima, insomma, che gli oligarchi abbiano perso in tutto 126 miliardi di dollari, e che le maggiori perdite siano quelle legate alle transazioni di gas e petrolio. 

L’inflazione russa è salita alle stelle. Il rublo, la valuta della Russia, è crollato ai minimi storici mentre la Banca Centrale di Mosca alza il tasso di interessa al 20% (praticamente usura). 

In sostanza, si mira a colpire la Russia sull’economia per scoraggiarla dal portare avanti una guerra che non si può permettere, o almeno così si spera. 

Se volete sapere meglio che tipo di sanzioni sono state imposte sulla Russia, vi linkiamo un video a riguardo di Parliamo di Investimenti

Russia e SWIFT: è davvero utile?

Non tutti, però, sono concordi nel dire che l’esclusione della Russia da SWIFT sia stata un colpo decisivo alla sua economia. Secondo l’esperto di finanza Andrea di Stefano, infatti: 

La sospensione del sistema Swift con alcune banche russe non è quell’arma nucleare finanziaria tanto decantata dai paesi Europei e Stati Uniti. Innanzitutto perché, almeno per ora, è un provvedimento selettivo cioè che non coinvolgerebbe le transazioni più importanti anche per volumi, che sono quelle per le forniture di gas.

Si perché, come accennavamo, il taglio da SWIFT comporta ingenti danni per quelle nazioni che importano gas russo

Tantissime nazioni occidentali, tra cui la Germania e l’Italia, sono dipendenti dal gas russo per la transizione energetica. Non avendo più il nucleare ed avendo iniziato a chiudere le centrali a carbone, infatti, queste nazioni hanno bisogno di importare energia dall’estero, e la Russia è il candidato migliore per vicinanza e prezzo.

Questo è anche il motivo per cui Gazprombank, ovvero la banca del gas russo, non è stata esclusa dal circuito SWIFT, ed è anche il motivo per cui Mario Draghi sta parlando in questi giorni di indipendenza energetica

Sempre secondo Andrea di Stefano, il vero danno è causato dallo stop delle esportazioni verso la Russia. Nella stessa intervista, infatti, l’esperto ha detto che:

Lo stop dei trasporti, non solo quelli aerei ma anche marittimi e via strada, sta determinando un blocco totale dell’export quindi le conseguenze per le imprese saranno molto consistenti.

In termini generali l’export italiano verso la Russia vale circa il 3% delle esportazioni con una forte concentrazione nella meccanica, tessile, abbigliamento e ovviamente nell’agro alimentare.

Queste sanzioni, però, rischiano di colpire prima il popolo russo e solo dopo l’élite. Si rischia, infatti, di nuocere solamente alla popolazione russa mentre la classe dirigente continua a fare la guerra indisturbata, almeno per qualche anno. 

L’altro asso nella manica per Putin potrebbe essere la Cina. Vediamo come. 

Russia e SWIFT: l’alternativa cinese

La Cina, in questa crisi, ha assunto un ruolo marginale. E’ rimasta a guardare, dietro le scene, condannando la guerra ma capendo le ragioni russe

Russia e Cina sono ideologicamente vicine. Non sono alleate ufficialmente, ma di certo non sono nemiche fra di loro

La Cina, inoltre, ha un mezzo che potrebbe servire a Putin: il CIPS. Tale è l’acronimo di Cross-Border Interbank Payment System, ed è la risposta cinese allo SWIFT. 

In pratica, è un sistema bancario sviluppato dalla Cina per effettuare transizioni con lo Yuan, la moneta cinese. Il suo raggio, quindi, è molto più limitato dello SWIFT e di certo non farebbe recuperare agli oligarchi i soldi perduti. 

Tuttavia, un’apertura verso la Cina potrebbe essere un ottimo modo per sostenere la guerra economicamente, anche se renderebbe la Russia estremamente dipendente da Pechino. 

Ancora non si è deciso nulla, e Putin sembra essere ancora intenzionato a fare questa guerra da solo. La Cina, dal canto suo, non si è certamente detta schifata all’idea. 

Ming Ming, il responsabile della ricerca sul reddito fisso di Citic Securities, ha infatti detto che:

Lo yuan digitale, attualmente in fase di sperimentazione e destinato principalmente all’uso al dettaglio domestico, potrebbe essere potenzialmente utilizzato per accordi commerciali e questo sarebbe indipendente dal sistema Swift.

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