Enel in picchiata dopo crollo di EDF

EDF è crollata oggi più del 20% alla borsa di Parigi: il governo calmiera i prezzi dell'energia. Enel ne risente ma il quadro grafico resta ancora positivo.

Électricité de France (EDF), la maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia a controllo statale per l’84%, è crollata più del 20% alla borsa di Parigi (toccando un minimo a 7,76 euro dopo aver terminato ieri a 10,35 euro per poi stabilizzarsi in area 8,70 euro) dopo che il  ministro delle Finanze Bruno Le Maire ha dichiarato in un’intervista che il governo vorrebbe obbligare la società a vendere energia elettrica a prezzi calmierati per alleggerire la pressione su famiglie e imprese derivante dal caro energia. 

Aumenti limitati al 4% in Francia

L’aumento dei prezzi dell’energia per il 2022 sarà limitato al 4% tramite il rinvio di una quota dell’aumento tariffario 2022 al 1° febbraio 2023 ed EDF dovrà vendere più energia nucleare ai competitor. Bruno Le Maire ha dichiarato che EDF aumenterà di 20 terawattora i volumi di energia nucleare venduti ai suoi concorrenti minori e che il prezzo a cui sarà venduta sarà aumentato a 46,2 euro per megawattora da 42 euro per megawattora (i prezzi sul mercato raggiungono anche i 250 euro). 

EDF in una nota ha dichiarato che le conseguenze finanziarie per il gruppo non possono essere determinate con precisione in questa fase. L’impatto sull’EBITDA 2022 di EDF di queste misure, prosegue la nota, è stimato in circa 8,4 miliardi di euro sulla base dei prezzi di mercato al 31 dicembre 2021 e in circa 7,7 miliardi di euro sulla base sui prezzi di mercato del 12 gennaio 2022.

EDF comunicherà ulteriori aggiornamenti il 18 febbraio, in occasione dei suoi risultati annuali, e per il momento ritira la sua guidance sull’indebitamento finanziario netto/EBITDA del 2022.

Enel in calo di più del 2%

Enel è stata condizionata negativamente dalla discesa di EDF e a sua volta ha subito un ribasso superiore al 2%: attualmente in titolo vale 6,80 euro, in calo del 2,23% rispetto alla chiusura di ieri a 6,961 euro e ha anche toccato un minimo intraday a 6,752 euro.

Matteo Salvini mette Enel nel mirino

Per adesso non ci sono indizi che facciano pensare ad un atteggiamento del governo italiano simile a quello francese, anche se di recente il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato che Enel è tra le società che stanno beneficiando del “caro energia”. In risposta a questa critica Enel ha fatto sapere che al momento non sta incamerando extra profitti in virtù dei contratti di vendita a prezzo fisso fatti con i clienti finali 2 anni fa.

Giudizi contrastanti da broker su Enel

Kepler Cheuvreux nelle ultime ore ha limato il prezzo obiettivo su Enel da 9,2 a 9 euro ma ha confermato il giudizio “buy”. Il nuovo target non dipende dallo scivolone di EDF ma dall’aggiornamento del modello al 2023 secondo i nuovi parametri di Kepler Cheuvreux sul discounted cash flow. Gli analisti evidenziano che l’obiettivo proposto “offre un enorme margine di rialzo rispetto all’attuale prezzo del titolo”. Il titolo Enel è incluso nella lista “Italian Top Picks” di Kepler Cheuvreux.

Qualche giorno fa invece BofA aveva ridotto il giudizio su Enel a “neutral” da “buy” e aveva tagliato il prezzo obiettivo  da 9,65 a 8 euro. Anche se in generale gli esperti di Bank of America sono positivi sull’outlook relativo alle utility europee nel 2022, raccomandano comunque “una navigazione cauta, soprattutto durante il primo trimestre”.

Enel, il quadro grafico resta positivo

La discesa odierna non ha compromesso il quadro grafico di Enel: il supporto critico in questa fase si colloca in area 6,55/6,60 euro, coincidente con il 61,8% di ritracciamento (percentuale di Fibonacci) del rialzo dai minimi di marzo 2020. Le oscillazioni in atto dal minimo di inizio ottobre stanno formando una potenziale figura rialzista, un “testa spalle”. Tale figura verrebbe completata solo con il superamento di area 7,25 euro, al di sopra di quei livelli si riattiverebbe una tendenza rialzista con obiettivo in area 8 euro. La violazione di 6,55 sarebbe invece un segnale preoccupante, introduttivo a ritorni in area 6 euro almeno.

(Alessandro Magagnoli)

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