ENI male sul Ftse Mib, ma è un buy imperdibile. Upside esplosivo

ENI tra i peggiori del Ftse Mib sulla scia del calo del petrolio in direzione di quota 80 dollari. Gli analisti alzano stime e target: fin dove salirà?

Un finale di settimana tutto in discesa per ENI che, dopo aver mostrato i muscoli ieri, non riesce a fare altrettanto oggi. Il titolo ha archiviato la seduta della vigilia fermandosi sulla parità, a fronte di un Ftse Mib in flessione di oltre un punto percentuale.

ENI sotto pressione, tra i peggiori del Ftse Mib

Quest’oggi ENI ha imboccato da subito la via delle vendite e ha accelerato progressivamente al ribasso.

Negli ultimi minuti il titolo si presenta a 11,048 euro, con una flessione del 2,57% e oltre 3,6 milioni di azioni transitate sul mercato fino ad ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 13 milioni.

ENI oggi accusa una delle peggiori performance tra le blue chip, tanto da occupare la penultima posizione nel paniere, con una evidente debolezza relativa rispetto al Ftse Mib.

ENI penalizzato dal ribasso del petrolio

A mettere sotto pressione il titolo contribuisce da una parte la negativa intonazione del mercato e dall’altra l’andamento pesante del petrolio che viaggia sui minimi di periodo.

Dopo il timido rimbalzo di ieri, l’oro nero ha ripreso la via delle vendite  si presenta a 81,65 dollari, con un calo del 2,1%.

Petrolio: prospettiv molto incerte nel breve

Il petrolio paga pegno alla politica restrittiva della Fed portata avanti per contrastare l’inflazione, con effetti potenzialmente pericolosi pe l’economia che potrebbe scivolare in recessione.

Le tensioni geopolitiche non sembrano offrire grande sostegno in questa fase, visto che anche l’escalation verbale legate alle minacce di Putin sull’utilizzo delle armi nucleari, non ha avuto l’effetto di far risalire i prezzi.

Gli analisti di Fitch Solutions evidenziano che nel breve termine le prospettive sono molto incerte, con i fattori al ribasso dal lato della domanda che superano quelli al rialzo dal lato dell’offerta.

Petrolio: la view di Bank of America

Secondo gli esperti di Bank of America Global Research, gli 80 dollari al barile sono il nuovo 60 dollari per il greggio europeo, ossia per il Brent, in sostanza l’Opec-plus put sui prezzi medi del petrolio è oggi più alta.

A detta degli analisti della banca USA, il fatto che l’Opec abbia voluto tagliare la produzione anche con il petrolio sopra i 90 dollari al barile, significa ch il Cartello farà di tutto per mantenere un livello minimi di prezzi.

ENI: Jefferies alza stime e target price

Intanto la flessione del petrolio pesa inevitabilmente sull’andamento di ENI che non riesce a trovare alcun sostegno nelle indicazioni arrivate da alcuni broker.

Oggi Jefferies ha ribadito la raccomandazione “buy” sul titolo” e ha rivisto vers l’alto il prezzo obiettivo, alzandolo da 18 a 20 euro, valore che implica un potenziale di upside di oltre l’81% rispetto alle quotazioni correnti a Piazza Affari.

Il broker ha anche messo mano alle stime di ENI, alzando quelle relative all’eps del 5,1% per quest’anno e del 26,9% con riferimento al 2023.

Gli analisti hanno rivisitato all’insù le previsioni sul settore oil per tenere conto di prezzi dell’oro nero più alti nel lungo periodo.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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