Ftse Mib: quali strategie ora? Meglio Intesa o Unicredit?

Per il Ftse Mib si riduce il margine di upside e quindi il rapporto rischio-rendimento.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Gerardo Murano, consulente finanziario indipendente, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’indice Ftse Mib e su diverse blue chip.

Il Ftse Mib anche oggi ha aggiornato i massimi di periodo al di sopra di area 34.800. Quali le attese per le prossime sedute?

Dal punto di vista prettamente tecnico, non esiste alcuna forma di segnale di possibile inversione per il Ftse Mib.

Siamo in una fase di forte ipercomprato, con i corsi che si stanno avvicinando alla soglia dei 35.000 punti, già da tempo indicata come possibile area target.

Ftse Mib: quali scenari nel breve?

Dal mio punto di vista, pur non essendoci elementi tecnici a suffragio, ritengo che ci siano alcuni elementi che lascerebbero intendere per una fase di cautela.

Questo non vuol dire vendita per segnali tecnici di rottura al ribasso, ma semplicemente di alleggerimento, perché in questa fase la forte crescita delle quotazioni può essere considerata come giunta a livelli sufficientemente apprezzabili.

In qualche modo siamo in una di quelle fasi in cui il vecchio adagio “vendi, guadagni e pentiti” può essere considerato come un consiglio saggio.

Ciò fermo restando che dal punto di vista tecnica non c’è alcun segnale di chiusura o alleggerimento delle posizioni in essere, ma si riduce lo spazio di upside per il Ftse Mib e quindi il rapporto rischio-rendimento delle operazioni.

Chi è già posizionato sul mercato fa bene ad alleggerire le posizioni gradualmente, mentre chi è fuori commetterebbe un errore a entrare in un momento in cui le fasi di storno o di prese di profitto sono nell’aria.

In tal caso un ritorno del Ftse Mib verso l’area dei 30.000 potrebbe avvenire in maniera rapida, così come è stata l’ultima salita dei corsi.

La view su Unicredit e Intesa Sanpaolo

Come valuta l’attuale impostazione di Unicredit e Intesa Sanpaolo e quali le strategie da seguire ora?

I due big del settore bancario sono quelli che stanno trainando al rialzo il Ftse Mib e anche per questi titoli vale il commento fatto per l’indice di riferimento.

Unicredit viaggia al di sopra dei 35 euro e non esiste alcuna forma di indecisione nè sui grafici daily né quelli intraday.

Chi ha il titolo in portafoglio può continuare a beneficiare di questo rialzo e dal punto di vista del trading di breve periodo, per vedere i primi segnali di possibile incertezza dovremmo attendere la rottura dei 34,25 euro.

In quel caso la fase di alleggerimento potrebbe proseguire, mentre segnali più negativi dovrebbero attendere la violazione dei 33,25 euro per potersi materializzare.

Per chi non ha Unicredit in portafoglio è meglio non comprarlo ora, mentre chi lo ha già farà bene ad attendere eventuali segnali di debolezza per valutare eventuali decisioni.

Anche nel caso di Intesa Sanpaolo la fase rialzista è stata importante e siamo giunti al test dei 3,35 euro.

Per avere segnali che possano in qualche modo minare la tendenza nel breve, bisognerà attendere la rottura al ribasso dei 3,25 euro.

Siamo in forte ipercomprato tanto per Unicredit quanto per Intesa Sanpaolo, quindi un alleggerimento delle posizioni potrebbe essere una valida strategia operativa.

Azimut e Finecobank sotto la lente

Azimut e FinecoBank offrono spunti interessanti sugli attuali livelli di prezzo’ Quali indicazioni operative ci può fornire per entrambi?

Nel caso di Azimut abbiamo assistito a uno scossone improvviso e importante che in qualche modo ha lasciato il segno.

Il titolo è passato da 27 a 23,5 euro nel giro di pochi giorni e la fase di pull-back successiva si è attestata al 61,8% di ritracciamento, quindi siamo giunti all’ultimo livello di ritracciamento validi di Fibonacci.

Ora Azimut sta consolidando tra i 24,4 e i 26 euro, quindi per valutare nuovi ingressi conviene attendere segnali di forza che si avranno al superamento dei 26 euro.

Lo scenario più probabile in questa fase appare quello di un consolidamento all’interno della fascia di prezzo indicata.

Discorso leggermente diverso per FinecoBank che è stato meno volatile di Azimut e stiamo assistendo ora a una fase di rialzo.

Il titolo nel corso degli ultimi anni ha oscillato tra i 10 e i 17 euro e ora siamo un po’ al di sopra del 50% di questa fascia di oscillazione.

Un nuovo livello di resistenza è individuabile a 14,8 euro, quindi possiamo adottare due strategie differenti: un ingresso al superamento dei 14,2 euro con target a 14,7 eruo e stop al di sotto dei 13,7 euro, in alternativa, con un approccio di più ampio respiro, consiglierei di attendere il superamento dei 14,7 euro, per puntare nel medio termine all’area dei 17 euro.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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