Ftse Mib: i rischi al ribasso restano. Buy ENI o Saipem?

Il Ftse Mib ha inviato un brutto segnale grafico e pare destinato a segnare massimi e minimi più bassi. La view di Fabrizio Brasili.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Fabrizio Brasili, analista finanziario, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’attuale situazione dei mercati e in particolare di Piazza Affari. Chi volesse contattare Fabrizio Brasili può scrivere all’indirizzo email: [email protected].

Il Ftse Mib ha recuperato con decisione dai minimi segnati di recente. C’è spazio per muoversi ancora al rialzo?

Innanzitutto partiamo dal più affidabile future sul Ftse Mib con scadenza giugno, partito fra il 9 ed il 10 maggio dai minimi intraday di poco sotto i forti supporti di area 22.500/22.600.

Da lì sono stati segnati massimi sempre più bassi e questo è un gran brutto segnale grafico!

Il future sul Ftse Mib ha rimbalzato verso le resistenze, vecchi supporti, di area 23.800/23.900, chiudendo la seduta di venerdì leggermente sotto i 23.700 punti.

Anche qui, più che un segnale negativo, come il precedente, un perfetto movimento tecnico, che ci porterà, con molta probabilità, sempre con minimi e massimi  più bassi, verso area 21.500/21.600, e successivamente verso un’ampia area posta fra la soglia psicologica dei 20.000 punti e quella più tecnica dei 20.800/20.900 punti.

Solo un riacutizzarsi della pandemia nei prossimi mesi e l’espandersi del conflitto, unito alla frenata dell’economia e del grave disagio sociale, acuito dal rialzo dei tassi anche solo negli USA, potrebbe portare il nostro future  entro il prossimo autunno anche in area 16.000/16.500.

Con la speranza che i nostri tassi BCE rimangano stabili e non vengano già da luglio aumentati, ma solo magari “adeguati” al costo del denaro effettivo.

Saipem è volato venerdì scorso, mentre si è mosso in maniera più cauta ENI. Qual è la sua view su questi due titoli?

Partiamo da Saipem che sta viaggiando ormai da inizio anno fra poco sotto 1,25/1,26 a poco sopra quota 0,91/0,92 euro.

In ampio range il titolo ha prima recuperato area 1 euro, per poi allungare fortemente nell’ultima seduta della scorsa settimana, con un rialzo a doppia cifra, ma con volumi modesti, portandosi poco sotto gli 1,08/1,09 euro.

Movimenti non suffragati da evidenze societarie ed economiche, ma con pure scorribande speculative.Il consiglio è di evitare Saipem che dovrebbe essere approcciato eventualmente solo da chi ha il cuore molto forte!

ENI, invece, pur arrivando a poco più di un euro dai massimi degli ultimi 12 mesi posti a 14,80 euro, va acquistato, ma in modeste quantità ed a piramide rovesciata, da area 12,80/12,90 euro.

Come valuta l’attuale impostazione di Banca Generali e Banca Mediolanum e quali strategie ci può suggerire per entrambi?

Banca Generali potrebbe essere raccolta al raggiungimento di area 28,50/29,50 euro e mantenuta per il medio-lungo termine.Vicino ai minimi degli ultimi 12 mesi, ma molto lontano dai massimi, nello stesso periodo, di poco meno di 44 euro.

Con Banca Mediolanum, saremo più aggressivi: il titolo ancora più vicino ai minimi e ancora più lontano dai massimi, dopo aver performato meglio degli altri competitors settoriali, si è per il momento stabilizzato in area 7 euro.

Banca Mediolanum Pup essere fin da subito acquistato anche in questo caso a “piramide rovesciata” e mantenuta per il medio-lungo termine.

Il petrolio è tornato a correre nell’ultima settimana, mentre si è mosso in direzione opposta l’oro. Cosa aspettarsi per questi due asset?

Oro molto correlato al dollaro contro euro: sul finire di settimana e’ sceso anche sotto il forte supporto psicologico dei 1.800 dollari, avendo rotto i, velocità quello tecnico di area 1.850 dollari.

Proprio l’euro-dollaro, in perfetto movimento “contrarian”, si è invece rafforzato andando addirittura fino a 1,0350, per poi chiudere frazionalmente sopra 1,04, livello supportivo di forte importanza.

Pensiamo che l’oro ed il dollaro abbiano contemporaneamente raggiunto livelli importanti su cui fermarsi per un po’, con una sana “digestione” del lungo percorso effettuato. Il dollaro contro euro dagli 1,14 e l’oro dai 2.050 dollari.

Per il petrolio stiamo innanzitutto assistendo ad una veloce chiusura dello spread fra WTI e Brent, giunto ai minimi storici di 1 dollaro.

Possiamo prevedere a breve-medio termine una stabilizzazione del Wti fra i 95/100 dollari ed i prezzi attuali.

In caso di fine del conflitto, ma con una difficile ripresa dell’ economia, a medio-lungo termine un punto di maggior equilibrio è visto fra gli 85 e i 90 dollari.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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