Ftse Mib: ecco fin dove calerà. Enel, ENI e Tenaris buy ora?

Per il Ftse Mib è atteso un ulteriore calo verso gli ultimi minimi di periodo, con alte probabilità di rompere al ribasso. La view di Fabrizio Brasili.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Fabrizio Brasili, analista finanziario, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’attuale situazione dei mercati e in particolare di Piazza Affari. Chi volesse contattare Fabrizio Brasili può scrivere all’indirizzo email: [email protected].

Il Ftse Mib ha indietreggiato dopo aver fallito l’attacco ad ara 27.000. Si aspetta ulteriori ripiegamenti o un recupero dai livelli attuali?

Ci aspettiamo innanzitutto un ulteriore ripiegamento del Ftse Mib verso area  25.800/25.900, dopo una breve sosta intermedia a 26.200/26.300 punti, piuttosto che un pronto ritorno anche leggermente oltre area 27.500/27.600.

Avremo quindi sempre la continuazione in questo range di poco più di 1.000/1.500 punti fra 25.800/25.900 e 27.500/27.600 punti, con molte più probabilità di rompere al ribasso detto primo livello che di superare la parte superiore.

Al verificarsi di detta rottura, si arriverebbe anche velocemente in area 24.500/24.600 e successivamente in quella compresa fra 22.500/22.600 e 22.800/22.900.

L’effetto scatenante potrebbe essere non più la fase pandemica, che sembra sotto controllo ed ormai divenuta endemica, ma la litigiosità rinnovata della nostra politica, che ci porterebbe nella peggiore delle ipotesi allo scioglimento delle Camere ed a elezioni anticipate.

Da non dimenticare la continua escalation della guerriglia/guerra nell’irrequieto Donbass e della relativa tensione fra Russia ed Ucraina.

Le conseguenze per l’ Europa tutta, sarebbero ingenti e conseguenziali, riguarderebbero la fornitura di gas e petrolio, con prezzi ed inflazione alle stelle. Ci attendono mesi e forse anni, molto complicati.

ENI ha guadagnato terreno dopo i conti del 2021, mentre ha perso quota Tenaris. Cosa può dirci di questi due titoli?

Utili molto buoni per ENI, che dovrebbero limitare le perdite e sostenere il titolo e nella migliore delle ipotesi portarlo anche verso i 13,80/13,90 euro.

Il gruppo però dovrà pur spendere energie e tempo per ristrutturare Saipem, dopo l’ennesimo profit warning che ha portato il titolo in area 1,10/1,15 euro, a cui sta rimanendo appeso con molta fatica.

Mettiamo in conto quindi uno sforzo economico immane, per risanare l’ex gioiellino Saipem che i ripetuti profit warning hanno confinato quasi a livelli di stock penny!

Considerando anche il nostro target di medio-lungo termine del petrolio, perfettamente raggiunto poco sotto i 95/98 dollari, ed il possibile  ritorno, dello stesso WTI e Brent in area 80/82 dollari, ENI potrebbe restare a lungo in un ampio range fra 12,50/12,60 e 13,80/13,90 euro, ma anche con generosi dividendi che lo andranno a sostenere.

Sfruttare questo ampio range per trading, anche con le superliquide opzioni ed incassare i dividendi.

Per Tenaris, dopo il lungo recupero dell’ultimo anno da poco sopra i 7 euro fino ai massimi di poco sopra i 12 euro, è solo l’inizio di una correzione che potrebbe far calare fino a 10,50/10,60 euro.

Attendere il raggiungimento di detti livelli prima di rientrare e intanto alleggerire se Tenaris è già presente in portafoglio.

Enel non riesce a riportarsi sopra quota 6,5 euro. Quali strategie consiglia di adottare per questo titolo?

Ancora più complicata la struttura di ENEL, che dopo aver raggiunto quasi 9 euro, si appresta a testare i minimi dell’ultimo anno, posti poco sopra i 6 euro.

Anche qui attendiamo, prima di entrare di nuovo sul titolo, una stabilizzazione fra i 5,80 e i 6,20 euro, per iniziare a raccogliere soprattutto per un ottimo e ripetitivo dividendo.

Ci siamo già espressi più volte sulle utilties in generale e su Enel in particolare.

Ci sono sicuramente in altri settori, e noi li segnaliamo abitualmente ai nostri lettori abbonati, titoli migliori sia per trading che per il medio termine, ed anche per il flusso cedolare.

L’oro continua a salire a un passo da quota 1.900 dollari, mentre il petrolio ha innestato la retromarcia dai top. Quali le attese per questi due asset?

Rinnoviamo il giudizio su queste due commodities ed i relativi obiettivi e target price.

L’oro potrà per il breve e medio termine rimanere ingabbiato fra i 1.850 ed i 1.950 dollari l’oncia, con molte più probabilità di portarsi anche sotto i 1.850 dollari, avendo perso le prerogative di bene rifugio a favore del dollaro e per i prossimi aumenti dei tassi sia negli USA che in Europa.

Meglio l’Argento che ormai da tempo flirta fra i 21,50/22 dollari, dove viene subito raccolto, e i 24,50/25,50 dollari, dove viene anche fortemente alleggerito

Raccomandiamo per lo meno di accumularlo ed alleggerirlo su detti livelli e di tenerlo in parte per il medio termine, con target di poco oltre 30 dollari già testato in pre-pandemia.

Per il petrolio, dopo essere arrivato a target, più volte da noi segnalato e posto fra 95 e 98 dollari, ci si attende una fase distributiva fin anche a 80/82 dollari.

Per questo motivi invitiamo ad uscire in gran parte dal petrolio, mantenendo una posizione rialzista minimale, per fiammate speculative anche leggermente oltre i prezzi attuali ed i target indicati ai nostri lettori.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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