Ftse Mib calerà ancora. Unicredit, Stellantis e Intesa buy?

Per il Ftse Mib le prospettive sono negative e le attese sono per nuovi ribassi: ecco fin dove.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Fabrizio Brasili, analista finanziario, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’attuale situazione dei mercati e in particolare di Piazza Affari. Chi volesse contattare Fabrizio Brasili può scrivere all’indirizzo email: [email protected].

I mercati hanno reagito molto negativamente agli annunci della Fed e della BCE. Si aspetta ulteriori ribassi nel breve?

Con apparente miglior tenuta rispetto all’Europa, ed in modo particolare alla Germania, continua l’ennesimo storno dei mercati USA, con differenti variazioni, fra i vari mercati, dal più affidabile S%P500, al meno usato Russell2000, fino al più controllato Dow Jones e al volatile Nasdaq.

La cura da cavallo della potentissima iniezione di liquidità immessa nel sistema si sta affievolendo, sorretta ancora dai dati positivi del lavoro e la leggera diminuzione dell’inflazione, che negli Stati Uniti è “sana” e non riconducibile al solo costo energetico, come in Europa.

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Vedremo altri storni a Wall Street, per ritornare come massimo ai minimi già toccati nel corrente anno posti a 28.500/28.600 del Dow Jones, un poco più sotto dei 3.500 punti dell’S&P500, già toccati quest’anno, verso i 3.350/3.400 punti.

Per il Nasdaq si potrà andare anche leggermente sotto i 10.000 punti, mentre per il Russell 2000, fra area 1.400 e 1.500.

Il Ftse Mib ha violato la parte bassa del recente trading range. E’ solo l’inizio di una correzione più profonda o sono possibili dei recuperi?

Veloce ed incisivo come sempre lo storno, che comunque non ha colto di sorpresa i più attenti analisti ed i nostri lettori.

L’uno due della FED e BCE, che hanno in successione alzato i tassi di 1/2 punto percentuale, è stato come al solito puntuale, nonostante tali aumenti fossero stati dai più scontati e previsti.

Anche le scadenze tecniche più importanti dell’anno, quelle denominate delle “quattro streghe, il terzo venerdì di dicembre, hanno contribuito già da giovedì scorso ad appesantire il Ftse Mib e il relativo future.

Fatto sta che non solo sono stati perforati i forti supporti posti a 24.200/24.300 punti che persistevano da tempo nel mini range fra detto livello e i 24.800/24.900 punti, ma il Ftse Mib ha proseguito velocemente al ribasso verso i 23.800/23.900 punti.

Non paghi, gli shortisti hanno puntato sugli altri supporti dei 23.500/23.600 punti, dove si è chiusa la settimana, con un brutto segnale di impotenza, ben lontano da un qualsiasi generico rallydi fine anno.

Le previsioni sono quelle che ci riconducono sempre e sostanzialmente anche al Fibonacci (ed ad Elliot), che certo aiutano, ma nulla possono contro la “demenza”, mi si passi il termine, di certe incaute “uscite” di coloro che indirizzano i mercati. E tutti sanno a chi ci riferiamo.

Come indicato nelle precedenti interviste e comunicato giornalmente ai nostri lettori abbonati, nel medio termine, in occasione dei successivi aumenti dei tassi di febbraio e marzo 2023, da parte di FED e BCE, potremo assistere ad un ulteriore sfaldamento della zona sopra indicata, fino ai forti supporti di area 22.500/22.600.

Nulla si potrà fare per arginare un’ulteriore spinta ribassista, dovuta alla stagnazione e recessione europea, più evidente che mai dal primo trimestre 2023.

Per il Ftse Mib gli obiettivi a medio-termine, ossia marzo-giugno 2023, sono sempre in area 18.500/18.600, mentre nel lungo termine (dicembre 2023-marzo 2024, a 16.000/16.500 punti.

Unicredit e Intesa Sanpaolo sono saliti in controtendenza prima del week-end. Su quale dei due puntare ora?

Spesso abbiamo evocato il fatto che la nostra Borsa era troppo “bancocentrica” e quindi troppo influenzata, nel bene e nel male, dai più importanti titoli bancari, anche come peso ed influenza sull’indice.

In realtà è proprio il caso di questa settimana particolare appena trascorsa: sono bastati, nella pesantezza generale delle ultime due sedute, un paio di interventi a sostegno, da parte anche di fondi “amici”, su Intesa Sanpaolo ed Unicredit, non solo per fare andare in positivo gli stessi, ma anche per limitare i danni sull’indice più importante.

Anche Banco BPM e Bper Banca hanno dato, per contro, il loro contributo, ma se dovessimo tenere solo un titolo, sceglieremmo e raccomanderemmo sicuramente Intesa Sanpaolo, già molto ben raccolta, appena scivolata in settimana fin sotto i 2 euro, e sul supporto a 1,95/1,96 euro, vecchia resistenza.

Stellantis e Ferrari offrono spunti interessanti dopo i cali delle ultime sedute. Quali indicazioni ci può fornire?

Situazione più che difficile, complicata, quella di Stellantis e Ferrari. Per Stellantis la congiuntura 2023/2024, quindi per il lungo termine, non promette nulla di buono per l’automotive.

Come accennato, la stagnazione e recessione colpiranno duro nei prossimi 2 anni, in modo particolare l’acquisto di auto nuove.

Divenute troppo care, soprattutto quelle elettriche, con tempi di consegna troppo lunghi, dovuti anche alla mancanza di microchip ed alcune parti tecnologiche.

Per Stellantis potremo vedere anche i minimi degli ultimi 12 mesi posti poco sopra gli 11 euro, ma anche, nella fase più acuta, leggermente sotto i 10,50 euro. Acquisto a piramide rovesciata. Coprire sempre il titolo con opzioni.

Per Ferrari diamo un giudizio di forte alleggerimento nelle sedute di avvicinamento di area 210/215 euro ed acquisto solo in trading al raggiungimento di area 185/190 euro.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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