Gas in rubli: Mosca temporeggia ma non cede

Il termine di domani indicato da Putin per il passaggio ai rubli per il pagamento del gas russo non sarà perentorio: serve tempo per preparare l'operazione.

Il gas in arrivo domani dalla Russia non dovrà essere pagato in rubli. La minaccia di Putin richiede tempi tecnici per essere reale. Ma Mosca non molla e pensa di estendere l’obbligo di saldare i conti in valuta russa anche ad altre materie prime, tra cui il petrolio.

Gas in rubli non nell’immediato

Oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che il gas importato dalla Russia non dovrà essere pagato in rubli a partire da domani 31 marzo come annunciato da Putin. Peskov ha spiegato che il progetto è tutt’altro che abbandonato: solo richiederà più tempo per motivi tecnici. Anzi, poche ore prima il presidente della Duma (la camera del parlamento russo), Vyacheslav Volodin, aveva affermato che anche petrolio, grano, metalli, fertilizzanti, carbone e legname potrebbero essere negoziati in rubli. Peskov ha confermato che si tratta di un’ipotesi cui a Mosca si sta lavorando.

Primi segnali di allerta in Europa

Anche se il passaggio ai rubli per avere il gas russo nell’immediato è scongiurato, alcuni Paesi europei hanno dato i primi segnali di nervosismo. La Germania ha emesso un allarme preliminare, un primo passo che potrebbe anticipare un’emergenza dal lato dell’offerta di gas. Berlino importa il 40% del gas dalla Russia. Il ministro dell’economia Robert Habeck ha invitato consumatori e aziende a limitare il consumo. Situazione migliore in Francia, che può contare sull’energia nucleare e su forniture di gas più diversificate. Il governo della Grecia ha annunciato un incontro per valutare la messa in sicurezza delle forniture in caso di stop di quelle russe. L’Olanda dovrebbe lanciare una campagna per la riduzione del gas da parte dei cittadini.

Gas e rublo in rialzo

Le fibrillazioni sul gas stanno facendo risalire le quotazioni dopo la correzione dal record di inizio mese. Il 7 marzo il future Dutch TTF Gas (riferimento per l’Europa) ha toccato il record storico a 345 euro/megawatt, per poi appiattirsi intorno a quota 100. Oggi si è spinto sui 124,50 e quindi correggere e posizionarsi tra i 119 e i 120. Della situazione beneficia il rublo che dopo aver toccato quota 158,30 contro dollaro sempre il 7 marzo oscilla ora intorno agli 84, ovvero sui livelli del 24 febbraio, primo giorno dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

(Simone Ferradini)

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