Nuova seduta in calo per il petrolio che anche oggi resta stretto nella morsa dei ribassisti.
Petrolio ancora in ribasso dopo l’affondo di ieri
L’oro nero, dopo aver chiuso la sessione di ieri con un affondo di quasi quattro punti percentuali, oggi ha provato a risalire timidamente la china, senza però mostrare alcuna convinzione.
Il Wti, infatti, ha azzerato il piccolo vantaggio e a partire dal primissimo pomeriggio ha avviato una discesa tuttora in atto. Negli ultimi minuti il petrolio si presenta a 88,15 dollari, con una flessione del 2,8%.
Petrolio: ecco cosa ha deciso ieri l’Opec+
L’oro nero continua a essere colpito da forti vendite, dopo che nel meeting di ieri l’Opec+ ha deciso di aumentare la produzione di petrolio a settembre di soli 0,1 milioni di barili al giorno. Il mercato scontava un livello di quote invariato o in marginale crescita.
Equita SIM evidenzia che la maggior parte dei membri dell’Opec non era in grado di aumentare la produzione a breve termine, il che significa che l’aumento effettivo sarà molto più contenuto, ragionevolmente 20.000-30.000 barili al giorno.
L’Opec non avrebbe proceduto con maggiori aumenti delle quote per la mancanza di “spare capacity” tra i propri membri.
In giugno, la produzione dell’OPEC+ era inferiore rispetto alle quote produttive di circa 2,84 milioni di barili giornalieri, ricordando che ora la prossima riunione dell’OPEC+ si terrà il 5 settembre.
Petrolio: calo alimentato da cattive news dagli USA
Gli analisti di Equita SIM spiegano che i prezzi del Brent e del Wti sono scesi ieri a causa dei dati diffusi dall’EIA, la divisione del Dipartimento dell’energia americani.
I numeri di ieri hanno mostrato l’aumento inaspettato delle scorte commerciali di greggio e di benzina negli Stati Uniti nell’ultima settimana di luglio, mentre le raffinerie hanno continuato a rallentare le lavorazioni e le consegne di prodotti sono diminuite per la seconda settimana consecutiva.
Nel dettaglio, le scorte strategiche di petrolio nell’ultima settimana sono cresciute di circa 4,5 milioni di barili, a fronte della previsione di un calo di 600mila barili.
Le riserve di benzina sono salite di 0,2 milioni, mentre le attese erano per una contrazione di 1,6 milioni e gli stock di distillati hanno riportato una flessione di 2,4 milioni di barili, rispetto alla stima di una riduzione di 1,6 milioni di barili.
Secondo Equita SIM, i dati hanno alimentato le preoccupazioni circa il calo di domanda di greggio per il rallentamento economico in corso.
Petrolio: dalla Bank of England la mazzata finale
Sulla scia di questi timori, il petrolio quest’oggi continua a scendere, andando sotto i 90 dollari al barile, evento che non accadeva più da febbraio scorso.
Ad alimentare il sentiment negativo ha contribuito anche l’allarme lanciato dalla Bank of England.
Da una parte è stato alzato il costo del denaro dello 0,5%, la stretta più corposa in una sola seduta degli ultimi 27 anni.
Dall’altra la Banca Centrale d’Inghilterra ha annunciato che l’economia del Regno Unito entrerà in recessione negli ultimi tre mesi di quest’anno e vi rimarrà per tutto il 2023.