Gli NFT cambiano l’arte generativa! L’artista è un algoritmo

Arte generativa e Blockchain si incontrano e nasce l’arte algoritmica, dove un algoritmo fa da artista e genera NFT! 

L’anno scorso gli NFT si sono fatti conoscere in lungo e in largo dopo che alcune opere digitali sono state vendute per cifre stratosferiche. In realtà queste risorse sono apparse nel 2015 e più in generale il rapporto tra tecnologia blockchain e arte è molto più stretto di quanto si possa immaginare.

C’è soprattutto un settore dove la blockchain e gli NFT hanno creato un punto di svolta ed è l’arte generativa. Questo concetto artistico è ormai legato indelebilmente agli NFT, ma in realtà nasce in tempi antichi, piuttosto è solo con la tecnologia blockchain che è riuscito a trovare piena espressione.

L’arte generativa parte da un concetto di casualità per cui è l’arte a generare se stessa e questo nell’era dell’informatica si traduce in arte algoritmica, cioè opere d’arte assemblate e generate attraverso un algoritmo che lavora sotto un certo grado di autonomia. L’arte algoritmica può essere considerata una sottocategoria dell’arte generativa dove non a caso molti artisti di questo settore sono anche informatici e programmatori.

Una espressione di questo ramo artistico sono anche i PFP, cioè collezioni celebri di NFT quali possono essere i CryptoPunk ed i Bored Ape Yacht Club (BAYC). 

Come nasce l’arte generativa e come si arriva agli NFT

Per capire cos’è l’arte generativa e capire come si è arrivati alla sua massima espressione che sono gli NFT dobbiamo andare molto indietro nel tempo al 1792 e ad un gioco che dalla tradizione è attribuito a Mozart.

Nel 1792 fu pubblicato un gioco musicale (Musikalisches Würfelspiel) attribuito al compositore Wolfgang Amadeus Mozart, l’esperimento consisteva nel lanciare dei dadi così da scegliere in modo del tutto casuale alcuni frammenti di melodie già scritte, per assemblarle e creare un nuovo pezzo.

Di base se i frammenti delle melodie erano arte nel senso più classico del termine, la nuova melodia assemblata con questi frammenti era generata dal caso. Questo come vedremo è esattamente quello che accade oggi quando gli esponenti dell’arte generativa creano un NFT con un algoritmo. Semplicemente un computer ha sostituito i dadi di Mozart. Uno dei punti fermi dell’arte generativa è infatti che vi sia un certo grado di casualità, che nelle sua applicazioni su blockchain si traduce in un certo grado di autonomia che l’algoritmo ha nell’assemblaggio dell’opera.

L’arte generativa al giorno d’oggi non nega il concetto di arte nel senso classico, semplicemente esso evolve, questo perché di base l’algoritmo viene programmato dall’artista e i singoli elementi che costituiranno l’NFT sono sempre di sua mano. L’algoritmo ha solo una dose di autonomia nella formazione del prodotto finito. Questa espressione artistica si basa proprio sulla collaborazione tra l’artista e un sistema che lavora in autonomia.

Quali sono i vantaggi degli NFT nel campo dell’arte generativa

Al giorno d’oggi l’arte generativa è diventata sinonimo di “arte algoritmica”, cioè della creazione di opere attraverso un algoritmo, se queste opere di arte digitale non devono per forza essere NFT, con queste risorse abbiamo avuto un nuovo punto di svolta.

Questo perché una determinata immagine, video o audio se trasformato in NFT diventa tracciabile, poiché la caratteristica di queste risorse è avere uno smart contract che ne registra i vari passaggi di proprietà su un database digitale che è la blockchain.

Quindi gli NFT aggiungono un grado di unicità alle opere digitali che prima era impensabile, poiché ognuno di essi ha un indirizzo personale e ogni transazione un ID. 

In parole povere, se due file JPG possono essere esattamente identici l’uno all’altro, quando si crea un NFT si impostano dei parametri di unicità, che rendono la risorsa diversa anche da un eventuale copia.

Per quanto non manchino gli scettici la potenzialità degli NFT nell’arte è innegabile, tanto che anche stasera d’asta molto famose quali Sotheby’s e Christie’s stanno ormai vendendo queste risorse.

Come vengono create le opere NFT di arte generativa

Da quando l’arte generativa ha incontrato la tecnologia blockchain è uno smart contract che si occupa della generazione delle opere NFT. Uno smart contract può essere semplificato in un codice scritto sulla blockchain a cui corrisponde un determinato indirizzo, inviando criptovalute all’indirizzo si attiva lato smart contract è il codice viene eseguito.

Nella gran parte dei casi durante il lancio di collezioni NFT di opere di arte generativa l’acquirente non conosce le fattezze dell’esemplare finché non lo ha acquistato. Ha cioè un’idea della collezione, ma non conosce la singola opera che viene generata solo quando la si acquista.

Questa è una strategia voluta per rendere anche l’esperienza di vendita immersiva. Si questo sistema si basa perlopiù Art Blocks che è una delle piattaforme che ospita collezioni di NFT di arte generativa.

Anche gli NFT di CryptoPunk e BAYC sono stati creati con un algoritmo

L’arte generativa può essere usata sia per creare opere uniche dove cioè ogni pezzo differisce in tutto e per tutto l’uno dall’altro ed è generato in modo indipendente, ma anche per creare NFT in serie quali possono essere i PFP (Profile Pictures). I PFP sono collezioni in genere di 10.000 NFT create in serie dove a partire da un soggetto base, ogni risorsa lo raffigura in pose e con accessori diversi.

Anche progetti molto famosi che appartengono a questa categoria come i CryptoPunks e i Bored Ape Yacht Club (BAYC) sono espressioni di arte generativa.

Ovvero se prendiamo i BAYC, che sono le famose scimmiette a cartone animato, queste non sono state create singolarmente, cioè l’artista non ha disegnato manualmente tutti e 10.000 NFT. Ma, come nel gioco di Mozart, caricati i singoli elementi grafici, dalla scimmietta ai vari accessori, come cappelli e bandane, un algoritmo assembla e genera i singoli NFT l’uno diverso dall’altro.

Che cos’è la piattaforma per artisti digitali Art Blocks?

A questo punto dobbiamo parlare di quella che è stata una piattaforma pionieristica nel campo dell’applicazione della tecnologia blockchain all’arte generativa: Art Blocks.

Si tratta di una piattaforma per la creazione di NFT attraverso un algoritmo che è basata sulla blockchain Ethereum. Quindi la risorsa NFT generata sarà un token ERC-721.

Qui gli artisti caricano i loro algoritmi e stabiliscono quanti esemplari di NFT creare, acquistata l’opera avviene il minting del Non Fungible Token. Ovvero, volta che la risorsa viene venduta, sempre sulla piattaforma, viene generata l’opera d’arte vera e propria e avviene il minting dell’NFT corrispondente.

Art Blocks è stata lanciata a novembre del 2020 da Erick Calderon, meglio noto come Snowfro, a cui appartiene anche il famoso Chromie Squiggle, l’immagine che è diventata il logo iconico della piattaforma.

La collaborazione tra Sotheby’s e Art Blocks per la vendita di NFT inediti

A giugno dell’anno scorso Sotheby’s, che è un’importantissima case d’aste britannica fondata addirittura nel 1744 e che ora ha la sua sede centrale a New York, ha venduto per 81.900 dollari un lotto di NFT con un’asta chiamata  “Natively Digital: a Curated NFT Sale / Lot4”. Il lotto comprendeva 19 opere selezionate da Snowfro e Jeff Davis, quest’ultimo Chief Compliance Officer (CCO) di Art Blocks. Gli NFT facevano parte delle collezioni dei due artisti realizzate proprio su Art Blocks.

Ancora un’altra asta è stata organizzata da Sotheby’s e chiamata “Sotheby’s Metaverse”, dove sono state mese e in vendita 10 NFT inediti della collezione originale Chromie Squiggle, un solo acquirente ha comprato tutta la collezione per 478.800 dollari.

Per quanto riguarda invece le collezioni vendute direttamente sulla piattaforma Art Blocks tra le più celebri ricordiamo “Fidenza” dell’artista Tyler Hobbs, con ogni singolo NFT che ormai si aggira sul valore minimo di 200.000 dollari.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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