Guerra, previsti per domani negoziati tra Russia e Ucraina

È previsto per domani 28 febbraio 2022 l’incontro tra Ucraina e Russia, ancora in guerra. I due paesi tratteranno al confine con la Bielorussia.

È previsto per domani 28 febbraio 2022 l’incontro tra Ucraina e Russia, ancora in guerra. Le delegazioni dei due Paesi si incontreranno in un luogo situato al confine con la Bielorussia. Per lo svolgimento delle trattative tra le parti, il presidente bielorusso Lukashenko ha garantito sicurezza alla controparte ucraina, oltre che una trattativa senza precondizioni.

Ricordiamo che lo scorso venerdì 25 febbraio, il presidente russo Vladimir Putin aveva dichiarato che non avrebbe parlato a un gruppo di “tossicodipendenti e neonazisti e aveva successivamente invocato il Golpe da parte dei militari ucraini. Qualcosa, però, si è smosso e, forse, è anche merito di Pechino e del suo rovesciamento delle sorti dell’asse “Pechino-Mosca”

Il ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi, infatti, è stato molto chiaro e avrebbe dichiarato che: 

“La sovranità e l’integrità di ogni Paese vanno rispettate, e questo vale anche per l’Ucraina.”

Nel frattempo, però il presidente Russo Vladimir Putin ha ordinato l’allerta del sistema difensivo nucleare per rispondere a quelle che per lui sarebbero le “dichiarazioni aggressive dell’Occidente”. Ecco il video di Quotidiano Nazionale:

Guerra in Ucraina, ok alle trattative Kiev-Mosca in Bielorussia per domani 28 febbraio

Dopo quattro giorni di attacchi, le delegazioni dei due Paesi hanno scelto oggi di sedersi al tavolo delle trattative. Mosca, a dir la verità, aveva già lanciato un ultimatum all’Ucraina di Zelensky nella giornata di ieri, ultimatum che è stato rinnovato oggi e che, dopo un primo “no”, ha ricevuto un sì da parte della delegazione ucraina, che si è diretta a Gomel proprio per trattare con gli invasori

Le condizioni imposte dalla Russia per il negoziato risultano essere durissime: niente ingresso nell’Unione Europea, nessuna adesione all’Alleanza Atlantica, assoluto disarmo e totale neutralità del Paese.

E proprio il presidente Zelensky ha confermato che lo sblocco della situazione è arrivato, a seguito di una conversazione con il collega bielorusso Alexander Lukashenko, il quale avrebbe garantito la piena sicurezza delle negoziazioni, dichiarando che:

“Al momento della partenza delle trattative e del ritorno della delegazione ucraina, rimarranno a terra tutti gli aerei, elicotteri e missili posti sul territorio bielorusso.”

Ucraina e Russia si troveranno nell’area del fiume Pripyat, che si trova al confine tra la Bielorussia e l’Ucraina. Nonostante i colloqui, però, la guerra non si fermerà e, anzi, i combattimenti, come è stato confermato dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, non cesseranno e continueranno anche nella giornata di domani.

In realtà, Zelensky e il governo ucraino non erano molto favorevoli alle negoziazioni in Bielorussia, poiché si tratta di un Paese che ha forti legami con la Russia e che è stato definito più volte come un “hangar militare del Cremlino”.

Lo stesso presidente bielorusso, infatti, avrebbe confermato di aver lanciato “due o tre” attacchi missilistici dallo scoppio del conflitto tra Kiev e Mosca, dal sud del Paese in direzione dell’Ucraina perché l’Ucraina avrebbeammassato tre o quattro divisioni missilistiche” nelle vicinanze del loro confine

Guerra, secondo Lukashenko le sanzioni NATO spingono la Russia verso la Terza Guerra Mondiale

Il presidente della Bielorussia Lukashenko è stato chiaro e si è espresso contro le sanzioni imposte dagli Alleati della Nato nei confronti della Russia di Putin, aggiungendo che fungerebbero da “pressing” per scatenare la Terza Guerra Mondiale.

Il fedelissimo di Putin, inoltre, avrebbe dichiarato al Presidente Francese, Emmanuel Macron, che:

“Se fosse necessario schierare armi nucleari, le dispiegheremmo secondo questa Costituzione.”

Inoltre, in caso di vittoria, la Bielorussia depennerebbe l’articolo 18, che avrebbe dovuto garantire proprio la neutralità nucleare del Paese, dal principio della sua indipendenza dall’Unione Sovietica, nell’agosto del 1991. 

Lukashenko ha poi continuato affermando che la Bielorussia, insieme alla Russia di Putin, ha sviluppato piani per proteggersi e, in accordo con Mosca, è stato deciso di schierare armamenti nucleari che “che faranno perdere a polacchi e lituani ogni desiderio di entrare in guerra.”

Guerra Zelensky denuncia la Russia alla Corte Internazionale di Giustizia e si dimostra scettico sulle negoziazioni

Il presidente ucraino, invece, avrebbe dichiarato su Twitter di aver denunciato presso la Corte Internazionale di Giustizia, la Russia di Putin:

“La Russia deve essere ritenuta responsabile per aver manipolato il concetto di genocidio per giustificare l’aggressione. Chiediamo una decisione urgente che ordini alla Russia di cessare l’attività militare ora e ci aspettiamo che i processi inizino la prossima settimana.”

Riguardo all’incontro di domani, invece, il presidente Zelensky avrebbe confermato di essere stato contattato dal presidente bielorusso Lukashenko e che Russia e Ucraina, ancora in guerra, si troveranno domani a River Pripyat per negoziare. Zelensky, però, ha dichiarato altresì di non credere nel risultato dell’incontro.

“Lo dico francamente, come sempre, non credo nel risultato di questo incontro ma proviamo affinché nessun cittadino ucraino possa avere il dubbio che da presidente non abbia provato a porre fine a questa guerra, anche quando c’è solo una minima chance.”

Nel frattempo, sempre più paesi UE aderiscono alle sanzioni imposte alla Russia, tra cui la decisione di estrometterla dal meccanismo Swift.

Guerra, il ruolo di Pechino nella questione tra Russia e Ucraina

E, forse, è stato proprio Pechino ad aprire le porte al dialogo tra Mosca e Kiev e a fare in modo che la Russia facesse retromarcia riguardo all’ultimatum, anche se in realtà la guerra sta andando avanti e i combattimenti non cesseranno questa notte, per una sorta di “tregua”.

“La sovranità e l’integrità di ogni Paese vanno rispettate, e questo vale anche per l’Ucraina”.

Queste, infatti, sono state le parole che ha utilizzato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. E, così, dal completo allineamento dei giorni scorsi con la Russia di Putin, la Cina starebbe facendo marcia indietro, cercando di riportare Mosca sulla strada della “diplomazia”.

La Cina di Xi, infatti, vorrebbe evitare una crisi umanitaria e starebbe spingendo sul dialogo tra Russia e Ucraina, affinché cessi la guerra. Il ministro degli Esteri Wang ha esposto la posizione della Cina nel corso di alcune telefonate intercorse tra Londra, Parigi e Bruxelles. In queste telefonate è arrivata la rassicurazione all’UE su Pechino e sul suo rispetto rispetto della Carta delle Nazioni Unite, anche nel caso dell’Ucraina.

“Continueremo ad opporci fermamente a tutte le potenze egemoniche e a salvaguardare fermamente i diritti e gli interessi legittimi dei Paesi in via di sviluppo, soprattutto dei Paesi di piccole e medie dimensioni”. 

La Cina, però, ha riconfermato di appoggiare pienamente le preoccupazioni di Mosca sulla propria sicurezza. Secondo Wang, tali preoccupazioni dovrebbero essere ascoltate e risolte. Nessuna marcia indietro, però, sul NO del Dragone per quel che concerne l’utilizzo della forza e delle sanzioni volute dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ai sensi del Capitolo VII della Carta dell’Onu.

Fonte: Corriere della Sera

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