La fine di Credit Suisse

In questo fine settimana non si è parlato d’altro, che fine farà Credit Suisse?

In questo fine settimana non si è parlato d’altro, che fine farà Credit Suisse? Come certamente sapete in Svizzera c’è un’altra grande Banca, la sola che potrebbe acquisire Credit Suisse.

Si tratta di UBS acronimo di Unione delle Banche Svizzere, ebbene tutti erano in attesa di una offerta da parte di UBS, una buona offerta, infatti, avrebbe potuto risolvere subito la questione e gettare una provvidenziale secchiata d’acqua sull’incendio che stava sviluppandosi, ma …

Certo quella offerta è arrivata, ma …

Avete capito, non una grande offerta, infatti, solo un miliardo di euro, oltretutto neppure cash, ma, come suol dirsi, di carta, intendendo dire in azioni.

Vabbé che Credit Suisse vale poco, ma così poco … perché vedete, il capitale sociale di Credit Suisse è composto da circa 4 miliardi di azioni, valutare così la Banca un miliardo di franchi significa valutare l’azione 25 centesimi.

Venerdì al fixing in Borsa Credit Suisse ha concluso le contrattazioni dopo l’ennesimo calo dell’8% a 1 franco e 86 centesimi, ossia sette volte e mezza l’offerta di UBS.

Insomma lasciatemelo dire l’offerta di UBS è irricevibile. Ok, mi direte, ma allora chi la compra Credit Suisse? Se la lasciamo in balia del mercato … finisce male.

Ebbene si spera in una offerta più consistente da parte di UBS, che certamente però vorrà anche diverse garanzie da parte del Governo.

A questo punto si potrebbe ipotizzare la nazionalizzazione, al prezzo di chiusura di venerdì scorso Credit Suisse è valutata 7,3 miliardi di franchi svizzeri.

Ma rimane anche l’eventualità Bail-in, ossia azzeramento del valore azionario che certamente non sarebbe sufficiente, quindi verrebbero intaccate anche le obbligazioni junior, e quindi un’eventuale nazionalizzazione, insomma un disastro.

Per la Svizzera, dal punto di vista dell’immagine, è chiaro che sarebbe uno smacco, proprio lì, nella patria delle Banche essere costretti a nazionalizzare la loro più grande Banca, direi proprio un’umiliazione, ma … insomma … dopotutto hanno fatto una cosa del genere, anni fa, nel settore aereo con la Compagnia di bandiera Swissair.

Ricordate? Era il 2001, la Compagnia di Bandiera, Swissair continuava a perder soldi (non era la sola) ed allora il Governo decise di farla fallire.

I principali creditori ovviamente erano le due maggiori Banche svizzere, Credit Suisse ed UBS.

L’anno successivo la fusione con un’altra compagnia svizzera, la Crossair fece nascere una nuova compagnia, la Swiss che nel giro di quattro anni tornò a fare utili e poi entrò nell’orbita della Lufthansa.

Insomma ritengo che la nazionalizzazione, forse, a questo punto diventa quasi una mossa obbligata, ripeto oggi, con l’aria che tira, è difficile trovare compratori privati, certo se si facessero vivi nuovi investitori sarebbero benvenuti, ma ritengo che la soluzione più probabile sia quello della nazionalizzazione.

Sarebbe una soluzione anche gradita, almeno credo, a livello di settore, le Banche infatti sono da tempo nell’occhio del ciclone e questo non è che faccia loro piacere, basti vedere i crolli in Borsa che stanno subendo da giorni.

La fusione con UBS, di sicuro, sotto un certo punto di vista è da considerare preferibile, sarebbe infatti un’operazione di mercato, ma avrebbe davvero tanti aspetti negativi.

Cominciando dai problemi di antitrust, enormi problemi, la Svizzera infatti avrebbe una sola enorme banca.

E a seguire problemi di esuberi, è chiaro che le sovrapposizioni dei due mega Istituti farebbero sorgere delle problematiche che, secondo i sindacati produrrebbero almeno 10.000 esuberi.

E poi chissà quali garanzie richiederà UBS, garanzie di carattere legale, ma non solo.

Ripeto, magari il Governo svizzero potrebbe preferire questa soluzione, una soluzione di mercato, quella della fusione o incorporazione, chiamatela come volete, ma io temo che non sia la migliore.

Preferirei addirittura che Credit Suisse proseguisse la sua attività, sostenuta, come è già stato annunciato, dal Governo Federale.

Ovviamente dovrebbe annunciare magari la cessione di qualche asset fra quelli non remunerativi, e naturalmente non sarebbe una soluzione che non prevede rischi, ma … perso per perso …

In ogni caso avete già capito, io sarei per la nazionalizzazione, senza tuttavia ricorrere al bail-in.

Lo Stato paghi qualche miliardo e poi sostenga la Banca nel suo programma di risanamento, magari fra qualche anno, se l’operazione dovesse aver successo, potrebbe anche rivendere la Banca incamerando un guadagno, un po’ com’era accaduto con Swissair, e quindi non facendo pagare ai suoi cittadini il costo di un tentativo di salvataggio che poi magari non si dimostrerà neppure tale.

Domani all’apertura delle contrattazione della Borsa di Zurigo, sapremo qualcosa in più, in gioco non c’è solo Credit Suisse o il Governo svizzero, qualora infatti la crisi bancaria dovesse allargarsi … si salvi chi può.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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