Ultim’ora: proteste in Kazakistan, la Russia interviene!

Ritorna la pace in Kazakistan dopo le violente proteste della scorsa settimana, ora ci si interroga sul perché e sull'utilità dell'intervento russo.

Le autorità in Kazakistan hanno dichiarato che 164 persone hanno perso la vita nei tumulti che hanno scosso il paese nelle ultime settimane, tra cui tre bambini. Il ministero della salute ha detto che 103 delle morti sono avvenute in Almaty, la città più grande del paese e il centro della violenza delle scorse giornate. 

Dopo gli episodi di violenza peggiori avvenuti nella storia trentennale del Kazakistan indipendente, la situazione si è calmata sia in Almaty che in altre città la scorsa domenica. Le autorità hanno detto che hanno riacquisito il controllo sul paese e che tutto sarebbe tornata alla normalità nei giorni successivi.   

Tuttavia, il viceministro della difesa, Sultan Gamaletdinov, ha detto sempre domenica che una “operazione antiterroristica” era ancora attiva e sarebbe continuata “finché i terroristi saranno completamente eliminati e l’ordine costituzionale sarà reinstaurato nella repubblica del Kazakistan”.  

Il numero di persone detenute al momento dalla polizia continua a salire, con la polizia che ha dichiarato di avere effettuato al momento quasi 8000 arresti. L’ufficio del presidente ha detto che le forze dell’ordine hanno riconquistato il controllo degli edifici amministrativi con truppe russe che sorvegliano le strutture chiave. 

Ma perché sono iniziate le proteste in Kazakistan? 

Le proteste sono iniziate quando il governo ha rimosso i massimali di prezzo dal gas di petrolio liquefatto (GPL). Molti cittadini kazaki avevano acquistato macchine a GPL proprio perché era più economico di altri carburanti. Il governo ha però dichiarato che i massimali di prezzo stavano portando a delle carenze di GPL e non si potevano più aumentare le forniture.  

La decisione di rimuovere il tetto massimo di prezzo ha fatto dunque raddoppiare i prezzi del carburante e nonostante il paese abbia una delle riserve di petrolio più grandi al mondo, la ricchezza derivatane non ha mai raggiunto i suoi cittadini che guadagnano in media meno di 2500 dollari all’anno. 

I manifestanti sembrano avere anche altri risentimenti. Alcuni hanno infatti urlato il nome di Nazarbayev cercando di far distruggere una sua statua in bronzo.  

Perché i protestanti non vogliono Nazarbayev al governo in Kazakistan 

Per quasi tre decenni dopo la sua indipendenza, il paese è stato guidato da Nursultan Nazarbayev, un ex membro del Politburo del partito comunista con forti legami con Vladimir Putin.  

Come presidente, Nazarbayev si era focalizzato sulla riforma economica mentre continuava a respingere mosse per introdurre maggiore democrazia nel sistema kazako.  

Dopo essersi ritirato dalla carica di presidente, Nazarbayev ha comunque continuato ad avere una posizione forte all’interno del governo come direttore del Consiglio di Sicurezza del Kazakistan. Sembra anche che il politico stia preparando sua figlia Dariga come futura leader, secondo alcuni osservatori intervistati dalla BBC

 L’Europa condanna il Kazakistan    

Domenica è arrivata anche una condanna su come il governo kazako ha gestito la crisi, mentre la Francia ha rivelato che i ministri degli esteri europei si sarebbero riuniti questa settimana.

“[Discuteranno] misure che l’Europa potrebbe mettere in atto per far passare un messaggio: non potete schiacciare la gente, i manifestanti, per essersi ribellati contro il costo della vita,” ha detto Clèment Beaune, il ministro francese per gli affari europei a CNEWS

Il segretario di stato degli Stati Uniti, nel frattempo, ha criticato l’ordine di “sparare a vista” che il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha detto di aver dato. “Questo è qualcosa che rifiuto del tutto. L’ordine di sparare a vista, nella misura in cui esiste, è sbagliato e dovrebbe essere revocato,” ha detto Anthony Blinken alla ABC. “Siamo molto preoccupati per lo stato di emergenza che è stato dichiarato [in Kazakistan].” 

Venerdì, Tokayev ha infatti dato l’ordine di sparare per uccidere senza avvertimento e ha detto che Almaty è stata attaccata da un gruppo di 20 mila “banditi e terroristi”.  

Cosa è successo durante le proteste 

Mercoledì scorso, gli scontri violenti sono iniziati, gruppi di persone hanno occupato l’aeroporto e assalito gli edifici governativi. Persone che si trovavano a manifestare hanno riportato di aver visto gruppi organizzati violenti prendere il controllo delle proteste. 

Tokayev ha anche licenziato due responsabili della sicurezza domenica, intensificando una pulizia generale nelle agenzie di sicurezza nazionale. I funzionari rimasti senza lavoro, Marat Osipov e Daulet Ergozhin, erano i secondi dell’ex capo dell’intelligence Karim Massimov, primo ministro per due volte e adesso sotto arresto per sospetto tradimento. 

Erzhan Kazykhan, un consigliere del presidente, ha pubblicato un video in inglese lo scorso sabato, accusando alcuni partiti nell’occidente di aver mal interpretato gli eventi.

“Purtroppo, le manifestazioni pacifiche in Almaty e altre regioni sono state sabotate da attentatori e gruppi terroristici sia locali che esterni che parlavano lingue straniere.” 

Le autorità non hanno ancora condiviso alcuna prova dell’effettivo coinvolgimento di “terroristi” di forze straniere. Domenica la televisione locale ha però mostrato la video confessione di un uomo coperto di lividi che ha dichiarato di essere stato pagato per venire dal vicino Kirghizistan e prendere parte nelle proteste. 

Tuttavia, molti spettatori dal Kirghizistan hanno velocemente identificato l’uomo come un famoso musicista jazz che si trovava spesso in tour in Kazakistan e hanno espresso dei dubbi che possa essere effettivamente un rivoltoso.  

Disaccordi interni prima dell’intervento della Russia 

I report di possibili lotte interne alle élite kazake che stanno guidando le rivolte sembrano più plausibili secondo la BBC.  

Alcune fonti hanno sottolineato il recente disaccordo creatosi fra l’attuale presidente Tokayev e le figure vicine invece al suo predecessore, Nursultan Nazarbayev, che ha guidato il paese dall’indipendenza nel 1991 fino al 2019 e ha scelto personalmente Tokayev come suo successore. 

Nazarbayev detiene ancora il titolo onorifico di leader della nazione e la capitale era stata rinominata Nur-Sultan in suo onore alle sue dimissioni nel 2019. Tokayev lo ha rimosso però da ogni incarico di potere proprio in questi giorni di tumulto.  

Molti manifestanti hanno urlato, “Vecchio, vattene!” riferendosi a Nazarbayev, mentre nella città di Taldykorgan, una sua statua è stata abbattuta. La rabbia sembra scaturire dall’enorme ricchezza che lui e la sua famiglia hanno e la sua influenza sulla scena politica del paese.  

Il segretario dell’ufficio stampa di Nazarbayev ha dichiarato che l’ex presidente si trova ancora nel paese e sostiene Tokayev, anche se Nazarbayev non ha parlato né è comparso in pubblico dall’inizio delle proteste.   

L’ex primo ministro Akezhan Kazhegeldin ha dichiarato che Tokayev doveva togliere ogni dubbio riguardo a chi era effettivamente al comando. Kazhegeldin ha infatti detto alla stampa:  

“Penso che molte persone sui social media, stiano ancora criticando e spargendo la voce che il presidente è solo un burattino di Nazarbayev, che Nazarbayev è in realtà dietro a tutto e lo sta manipolando.” 

L’intervento della Russia in Kazakistan  

La situazione diventa ancora più complessa se si considera che Tokayev a richiesto mercoledì scorso di stringere un’alleanza militare con la Russia, la Collective Security Treaty Organization (CSTO), per poter ricevere truppe nel suo paese.  

L’accordo è stato preso nel giro di poche ore e 2500 truppe, prevalentemente russe, sono state messe in campo. Le truppe hanno poi annunciato il loro ritiro dopo il raffreddarsi delle proteste questa settimana.  

Il presidente del Kazakistan ha affermato che le recenti dimostrazioni violente che hanno scosso il paese sono state “un tentato colpo di stato” da parte di “combattenti armati”, aggiungendo che le sue forze non aprirebbero mai il fuoco su dei manifestanti pacifici.  

Secondo il presidente, infatti, le proteste sono state portate avanti da “terroristi” organizzati tra cui “Islamisti”, “criminali”, “sobillatori” e “delinquenti”.        

“Gruppi di combattenti armati che stavano aspettando per il momento giusto per entrare in azione. Il loro obiettivo è ormai chiaro… equivale ad un tentato golpe,” ha detto il presidente Kassym-Jomart Tokayev. 

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
781FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate