Superbonus, il più grande sperpero dell’Italia repubblicana

Il Superbonus ha avuto un impatto devastante sulle casse dello Stato: ecco perché è il più grande sperpero dell'Italia repubblicana.

Vi ho già detto più volte che nella mia vita professionale la frase che ho sentito pronunciare il maggior numero di volte è stata “In un momento come quello che stiamo vivendo è difficile prendere delle decisioni di investimento”.

In effetti è un’espressione vera, semplicemente perché prendere delle decisioni di investimento è sempre difficile, mentre è facilissimo a posteriori, ma chi deve investire può guadagnare solo per ciò che accadrà in futuro e non per ciò che è accaduto in passato.

Quindi non c’è nulla di nuovo, nessuno conosce il futuro, o almeno ce lo auguriamo, e non c’è verità più evidente del detto “Fammi indovino che ti farò ricco”.

Tuttavia, se non proprio delle previsioni, possiamo fare delle analisi. Poi potremo trarre delle conclusioni, che non è detto si rivelino esatte, tuttavia…

In questo momento abbiamo le Borse sui massimi, tassi storicamente molto alti, ma soprattutto, e di questo nessuno parla, abbiamo la volatilità sui minimi.

Cosa ci dicono questi tre dati?

Come ho detto non ci stanno indicando quale direzione prenderanno i mercati, se i listini azionari appunto invertiranno la tendenza e inizieranno a scendere, visto che le Borse sono sui massimi, oppure se i listini azionari continueranno a salire visto che i tassi potrebbero scendere.

Però il terzo dato, ossia la volatilità sui minimi storici, ci segnala che prossimamente potrebbero esserci sobbalzi, in quanto – per l’appunto – potrebbe aumentare la volatilità.

Di questo parere è anche JP Morgan Asset Management.

La più grande Banca di investimenti al mondo, infatti, ritiene che gli effetti deleteri dell’inflazione non sono del tutto debellati, anzi. E lo dice chiaramente titolando un report “Troppo presto per cantar vittoria”. Insomma, non possiamo dire che non siano stati chiari.

Gli effetti negativi che i tassi alti provocano sull’economia potrebbero proseguire anche nei prossimi anni.

È possibile che il repentino innalzamento dei tassi non abbia ancora procurato i danni al sistema economico semplicemente perché molte aziende negli anni scorsi avevano approfittato dei tassi infinitamente bassi per indebitarsi. Ora però quei crediti ottenuti a condizioni estremamente favorevoli andranno a scadenza e dovranno essere rifinanziati a condizioni nettamente peggiori.

Soprattutto per questo motivo, non sono molto attese le decisioni sui tassi delle due principali Banche Centrali, ossia la Fed americana e la Bce europea, che conosceremo mercoledì 3 e giovedì 4 gennaio. Viene infatti dato per scontato che entrambe lasceranno i tassi invariati.

Sono invece molto attese le conferenze stampa dei due Presidenti. Certamente saranno molto abbottonati sia Jerome Powell sia Christine Lagarde, ma gli analisti cercheranno di carpire gli umori dei due Banchieri Centrali.

Alla fine il tutto si ridurrà nel prevedere quando inizieranno a ridurre i tassi. Pare che rispetto alle previsioni che venivano fatte alcune settimane fa si voglia affrettare i tempi.

Sapete che anch’io ritengo che si debbano ridurre gli attuali tassi per evitare una possibile recessione, tuttavia riterrei preferibile una riduzione, non dico lenta, ma … progressiva proprio perché come dice JP Morgan al momento è … “Troppo presto per cantar vittoria”.

Negli Stati Uniti oggi è stato reso noto il dato sull’inflazione a novembre, aumentata dello 0,1% rispetto al mese precedente e al momento si è quindi attestata al 3,1% su base annua, un dato confortante anche se leggermente peggiore delle attese.

Da segnalare però che il dato core, cioè quello dell’inflazione depurata dai due comparti più volatili ossia quello alimentare e quello dell’energia non è scesa sotto il 4%.

A proposito del 4%, il tasso sui nostri BTP decennali è tornato a scendere nella mattinata sotto la soglia del 4%, ormai questo livello è considerato un po’ una barriera, nel senso che da tempo quando il rendimento scende sotto il 4% spesso poi risale, ovviamente sarà molto importante sentire cosa dirà giovedì Christine Lagarde, dalle sue parole dipenderà molto il rendimento, e quindi il costo del nostro debito pubblico.

E a proposito del debito pubblico, continua senza sosta la trattativa in sede europea sulla riforma del Patto di Stabilità, l’attuale stallo ha avuto una conseguenza, il giorno 14 non si discuterà la ratifica del Mes.

Si tratta dell’ennesima proroga.

Come ho più volte ribadito Giorgetti ha mantenuto in sospeso la ratifica della riforma del Mes per usarla come merce di scambio per ottenere un Patto di Stabilità più “morbido”.

Il nostro Ministro dell’Economia ribadisce che potrà accettare le richieste che al momento stanno portando avanti i Paesi rigoristi, Germania in testa, ma solo dopo essersi tolto la palla al piede del Superbonus che Giorgetti ha definito un “macigno sui conti”.

Ma sono stati i parlamentari di Fratelli d’Italia a dire la verità sul Superbonus:

Il deputato Francesco Filini, che ricordiamolo è anche il responsabile del programma elettorale di Fratelli d’Italia, ha dichiarato che: “Il Superbonus, voluto e ancora difeso con pervicacia da Giuseppe Conte e dal Movimento Cinque Stelle, non è stato altro che la più grande mangiatoia di ladri e truffatori della storia d’Italia“.

E ha aggiunto: “Per questa ragione Fratelli d’Italia chiederà l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul Superbonus, per fare definitivamente chiarezza e affinché emergano le responsabilità sul più grande scandalo della stagione di governo giallorosso“.

Un impatto devastante sulle casse dello Stato con oltre 93 miliardi di crediti d’imposta (la stima iniziale era di 36,5mld), cifra che arriva a circa 150 miliardi considerando anche tutti gli altri bonus edilizi. Un vero e proprio macigno che ha sottratto risorse che, altrimenti, investite nella legge di Bilancio avrebbero potuto permettere al Governo di rafforzare quelle misure già presenti nell’attuale manovra a sostegno dei redditi medio bassi, dei lavoratori e delle imprese. Senza contare che il Superbonus alla fine si è risolto in uno scandaloso regalo ai ricchi, che hanno potuto ristrutturare le loro case al mare e in montagna sulle spalle anche di chi casa nemmeno ce l’ha“.

Finito? Macché!!! Filini ne ha anche per le Banche.

“Inoltre, a beneficiare di una misura che l’ex ministro Tria ha definito ‘criminale’ sono stati gli intermediari finanziari che con il meccanismo della cessione del credito hanno potuto scontare fatture a tassi che hanno raggiunto anche il 30%. Giuseppe Conte, quindi, farebbe bene a prendere atto definitivamente del suo fallimento e del danno che i suoi bonus hanno prodotto“.

In effetti quasi giornalmente emergono truffe miliardarie: recentemente la Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato 284 milioni di euro di crediti d’imposta “fasulli”.

A Napoli è emersa una truffa che è costata alle casse dello Stato ben 607 milioni di euro. Denaro che è finito nelle tasche di mafiosi e criminali. Oltre che, appunto, a truffatori. Ha detto il Senatore di Fratelli d’Italia Orsomarso che ha poi aggiunto: “Gli italiani hanno bisogno di una commissione d’inchiesta. Abbiamo il diritto di sapere come e perché sono stati dilapidati in questo modo le nostre risorse”.

Ed ancora il Senatore Iannone ha dichiarato:

“Anche alla luce di queste continue truffe, oltre che dello sperpero di denaro pubblico, credo sia oltremodo necessaria una commissione d’inchiesta su una norma che, nella migliore delle ipotesi è servita ad abbellire le facciate delle seconde case, nella peggiore ha regalato soldi dei contribuenti a mafiosi, criminali e truffatori“.

E infine il senatore Silvestroni: “Il Superbonus ha creato un disastroso buco da 160 miliardi di euro lasciato nelle casse dello Stato. È importante ricordare che questi fondi sono risorse pubbliche che avrebbero potuto essere destinate ad ambiti ben più importanti, come la sanità e la scuola. È inaccettabile che una misura che avrebbe dovuto portare benefici concreti alla società si sia trasformata in un enorme spreco di denaro pubblico“. 

Inutile dire che io sono perfettamente d’accordo con loro.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
781FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate