Bonus IRPEF da 100 euro: ma per chi? Ecco alcuni esempi!

Se vuoi avere accesso al Bonus IRPEF da 100 euro nel 2022, stai attento! Perché col nuovo calcolo non spetta a tutti! Ecco alcuni esempi

Bonus IRPEF da 100 euro, ma non per tutti!

Col nuovo calcolo previsto per il bonus Renzi, se superi una certa quota di reddito annuo lordo non ti spetterà più il credito, ma alcune agevolazioni fiscali, anche se di importo decisamente superiore.

Per saperne di più ti suggerisco il video di Luigi Melacarne, disponibile su Youtube e sul suo canale.

Essendo il calcolo abbastanza contorto a causa della concomitanza con la riforma dell’IRPEF, che ha cambiato tutti gli scaglioni di reddito, proporremo nel corso dell’articolo una serie di esempi, in particolare per chi è lavoratore dipendente o pensionato INPS. O addirittura per chi beneficia, a causa della crisi economica, della NASPI o della DIS-COLL.

Noterai che le agevolazioni non hanno tutti lo stesso importo, anche se l’ISEE è sempre quello.

Bonus IRPEF: ecco chi prende ben 100 euro di credito!

Il bonus IRPEF nasce come credito fiscale per tutti coloro che hanno un reddito basso a livello mensile e annuale. 

Prima della manovra di Bilancio 2020 aveva un altro nome, cioè Bonus Renzi, dall’omonimo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che l’ha promulgato con la decreto legge 66 del 2014, come extra mensile per le buste paga e i cedolini pensionistici.

Anche se all’epoca venne vista come una strategia propagandistica, col tempo il bonus non solo venne mantenuto, ma addirittura aumentato con la misura fiscale del 2020, che ha portato l’importo massimo da 80 euro al mese in più a 100 euro, per un totale massimo di 1.250 euro lordi annui.

Però con la Manovra di Bilancio 2022, varata a fine dicembre 2021 dal Governo Draghi, la situazione è cambiata. Vorrei dire “in meglio”, ma in realtà tutto ciò dipende dal reddito di riferimento, o meglio da chi prende per davvero il bonus IRPEF.

Per poter rientrare nei requisiti d’accesso del bonus Renzi bisogna essere almeno:

  • titolari di un reddito proveniente da un contratto come lavoratore dipendente (almeno subordinato),
  • titolari di un reddito proveniente da un trattamento pensionistico INPS,
  • titolari di un reddito proveniente da supporti assistenziali d’emergenza.

E soprattutto, avere un reddito inferiore a 15.000 euro! Sennò sopra quella cifra scattano delle agevolazioni fiscali, non più un credito d’imposta.

Bonus IRPEF: 100 euro solo con redditi bassi!

Intanto partiamo da quello che è a tutti gli effetti il requisito chiave per avere il Bonus IRPEF, ovvero un reddito basso.

Prima della riforma fiscale prevista dalla Manovra di Bilancio 2022, la disposizione del bonus era all’interno del seguente intervallo:

  • 100 euro al mese in più per chi ha redditi tra 8.000 euro e 23.000 euro;
  • 80 euro al mese in più per chi ha redditi tra 23.000 euro e 28.000 euro;
  • meno di 60 euro al mese in più per chi ha redditi fino a 35.000 euro.

Dopo i 35.000 euro, il bonus non è più disponibile per via del reddito non più considerabile come “basso”.

Con la riforma dell’IRPEF i redditi per ottenere il credito d’imposta, cioè i 1.250 euro all’anno, devono essere inferiori a 15.000 euro annui lordi.

Se supera quella cifra, non si potrà più avere dei crediti, ma soltanto delle semplici agevolazioni fiscali, anche se s’importo superiore al credito stesso.

La scelta di far prevalere delle agevolazioni fiscali alla cessione di crediti è dovuta alla nuova direzione governativa di ridurre le spese statali, ancora molto gravose, e al tempo stesso garantire degli incentivi che riguardino intanto il prelievo fiscale. 

Anche perché dal 1 gennaio 2022 sono ripartite le cartelle esattoriali, e si parla di milioni di cartelle in pagamento, anche se con 180 giorni di tempo

Come vedrai dagli episodi, l’agevolazione fiscale ha cifre decisamente superiori rispetto al semplice credito fiscale, anche se solo in alcuni casi.

Bonus IRPEF per lavoratori dipendenti: ecco quando non sono più 100 euro!

Come abbiamo già accennato, non si potrà più beneficiare dei 100 euro al mese in più tipici del Bonus IRPEF una volta superata quota 15.000 euro.

Di contro si potrà avere delle agevolazioni fiscali a fondo anno, purché il richiedente abbia un contratto come lavoratore dipendente.

In questo caso non c’è una distinzione netta tra dipendente pubblico o privato, l’importante è che abbia nella sua busta paga la voce “Credito Art. 1 D.L 66/2014“, cioè la norma a riferimento del bonus.

Teoricamente, superati i 15.000 euro di poco, si potrebbe avere un massimo di agevolazione fiscale di ben 3.100 euro annui.

In realtà, con la progressione, già dopo 3.000 euro di reddito in più la quota scenderà a 2.825 euro di detrazioni annue. E con altri 2.000 euro di reddito, cioè arrivando a 20.000 euro lordi annui, si beneficerà di soli 2.642 euro. E se ne aggiungi altri 5.000 euro, la detrazione spettante sarà di 2.184 euro.

Quindi riassumendo:

  • 3.100 euro di detrazione per redditi superiori a 15.000 euro;
  • 2.825 euro di detrazione per redditi superiori a 18.000 euro;
  • 2.642 euro di detrazione per redditi superiori a 20.000 euro;
  • 2.184 euro di detrazione per redditi superiori a 25.000 euro.

E questo nel caso di lavoratori dipendenti. Nel caso invece di disoccupati o cassaintegrati la situazione è già di per sé diversa.

Bonus IRPEF da 100 euro per i disoccupati? Ecco come funziona con la NASPI

Nel caso del disoccupato, bisogna fare delle distinzioni. Oggigiorno la definizione di “disoccupato” riguarda non tanto il soggetto in sé, ma della sua precedente condizione lavorativa, o anche della sua posizione come beneficiario di eventuali trattamenti assistenziali.

Un disoccupato è una persona che non è più titolare di un contratto di lavoro e quindi di un reddito, ma se è stato in precedenza un lavoratore dipendente (pubblico o privato che sia), può beneficiare di alcuni trattamenti assistenziali specifico per la categoria, come la NASPI o la DIS-COLL, ovvero Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego e l’indennità di disoccupazione mensile per i collaboratori coordinati e continuativi. 

Nel caso della NASPI, questa indennità di disoccupazione garantirebbe un trattamento integrativo del Bonus IRPEF di ben 100 euro, grazie all’accredito diretto dell’INPS. Ovviamente devi essere un ex lavoratore dipendente:

  • in apprendistato;
  • in società con cooperative con rapporto di lavoro dipendente;
  • addetto al personale artistico con rapporto di lavoro dipendente;
  • a tempo determinato delle P.A. (pubbliche amministrazioni).

Se sei però un disoccupato da lavoro non dipendente (ex autonomo) oppure senza alcun precedente lavorativo, o sei titolare del Reddito di Cittadinanza, non ti spetterebbe il bonus IRPEF da 100 euro.

Ricordati però che il reddito complessivo del trattamento assistenziale deve comunque essere inferiore a 15.000 euro, altrimenti dal 2022 non ti spetta più il credito fiscale.

Oltre ai disoccupati, rimane ora la categoria dei pensionati. I quali, purtroppo non beneficiano di agevolazioni ricche quanto quelle previste per i lavoratori dipendenti.

Bonus IRPEF per i pensionati: ecco quando è possibile avere 100 euro!

Nel caso in cui il richiedente è un pensionato, cioè titolare di un trattamento pensionistico INPS, si potrà beneficiare del bonus IRPEF da 100 euro sempre se il reddito è inferiore a 15.000 euro lordi annui.

Altrimenti, come nei precedenti casi, si avrà diritto solo ad alcune agevolazioni fiscali, che si riducono in progressione al reddito stimato.

Purtroppo, per i pensionati, il bonus IRPEF non avrà gli stessi importi di quelli previsti per i lavoratori dipendenti.

Anche se si segnala comunque un aumento del credito fiscale di ben 700 euro lordi annui in più, rispetto a quanto precedentemente disposto.

Nel caso del pensionato, si potrà beneficiare di quasi 1.500 euro di detrazioni fiscali per chi ha un reddito leggermente superiore a 15.000 euro, che poi scenderà a 1.343 euro nel caso in cui si abbia 3.000 euro in più di reddito lordo, cioè 18.000 euro.

A sua volta, se hai un reddito intorno a 20.000 euro, ti spetteranno solo 1.214 euro di detrazione annua. Addirittura, se hai 5.000 euro in più, cioè 25.000 euro di R.A.L. (Retribuzione Annua Lorda), avrai solo 893 euro di agevolazioni, quasi 80 euro in meno rispetto al contributo fiscale spettante col vecchio sistema a credito fiscale.

Come hai visto il calcolo a volte è abbastanza ingeneroso per certe categorie. Avevamo già visto in un precedente articolo come il calcolo stesso sia alquanto astruso, visto che gioca molto su rapporti tra redditi e diminuzioni con altri intervalli di reddito. Se vuoi saperne di più, ti suggerisco di darci un’occhiata.

Il problema rimane nel caso in cui, a causa di un conguaglio, tu rientri sfortunatamente nella condizione di “debito”. In quel caso non c’è distinzione tra lavoratore o pensionato.

Bonus da 100 euro: ecco quando non ti spetta!

Se non hai chiaro il concetto di “conguaglio”, te lo spiego subito. Detta in maniera molto semplificata, si tratta di un ricalcolo che viene fatto alla fine dell’anno nel caso di redditi da lavoratore dipendente o pensioni.

Si parla di conguaglio a credito quando, alla fine del calcolo, tra imposte pagate e redditi previsti, il saldo è positivo, e ti spetta un rimborso fiscale. 

Si parla di conguaglio a debito quando, sempre alla fine del calcolo, tra imposte pagate e redditi previsti, il saldo è negativo, e ti tocca provvedere al pagamento delle imposte previste dal ricalcolo. In questo infausto caso puoi procedere con una trattenuta a rate, di 2 o 5 mensilità, oppure in un’unica soluzione.

Se vuoi saperne di più su questa situazione, ti consiglio di leggere l’ultimo articolo in merito al Bonus renzi e al rischio di conguaglio di fine anno. A meno che tu non l’abbia già notato nel cedolino di gennaio.

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