Bonus Renzi 2022: occhio al conguaglio! Ecco cosa cambia

Controlla il conguaglio di fine anno, perché è cambiato tutto! Così vedrai se il bonus Renzi 2022 sarà disponibile!

Bonus Renzi 2022 può essere una fortuna ma anche una sfortuna.

Può essere una fortuna se ne sei beneficiario e ti finisce tranquillamente nel conguaglio di fine anno, come già è accaduto a gennaio 2022 per molti lavoratori dipendenti.

Ma può essere una sfortuna se questo ti fa avere un conguaglio negativo. Per saperne di più ti suggerisco l’ultimo video di Luigi Melacarne, disponibile su Youtube e sul suo canale.

Perché il conguaglio può essere o a debito o a credito, me tutti noi speriamo di averlo sempre a credito. Ma con la riforma fiscale dell’IRPEF è difficile dirlo, specie con le nuove aliquote.

In questo articolo faremo insieme il punto della situazione, e vedremo come funziona ora il calcolo del conguaglio.

Bonus Renzi 2022: ecco come funziona

Il Bonus Renzi, o bonus IRPEF dal 2021, è un credito fiscale disposto al di sotto di una certa soglia di reddito annuo lordo, secondo quanto previsto dall’allora Legge di Bilancio 2014, e da quanto disposto dall’allora Governo Renzi.

Questo bonus ha avuto un’evoluzione sul piano del credito, passando dagli 80 euro tra il 2015 e il 2020, agli attuali 100 euro, sempre mensili, nella propria busta paga.

Con la riforma degli scaglioni di prelievo fiscale IRPEF (acronimo per Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche) e del bonus stesso, attualmente l’accesso a questo credito prevede un nuovo sbarramento reddituale, e una duplice natura.

In poche parole, se si ha un reddito inferiore a 15.000 euro si potrà ancora beneficiare del credito fiscale “classico”, cioè i 100 euro al mese del precedente Bonus IRPEF.

Mentre se si supera i 15.000 euro annui di reddito, si beneficia invece di detrazioni e agevolazioni fiscali fino ad un massimo di 3.100 euro circa all’anno. Tale beneficio è garantito fino a 50.000 euro di reddito, oltre il quale scatta la sospensione dell’agevolazione.

Come avrai visto, il reddito non è quello che ti ricordavi per l’anno precedente. E’ uno degli effetti della riforma degli scaglioni IRPEF.

Bonus Renzi 2022: ecco il nuovo calcolo

Il calcolo del reddito è alla base dell’ottenimento del Bonus Renzi 2022, visto che, superata la quota di 15.000 euro, avrai solo agevolazioni fiscali.

Prima bastava avere un reddito inferiore a 25.000 euro per poter avere almeno 100 euro al mese nella propria busta paga, o massimo 80 euro se rientravi entro i 35.000 euro di reddito.

Oggi se hai più di 15.000 euro scatta l’agevolazione, che, nonostante la cifra decisamente più alta dei soliti 1.265 euro di credito fiscale annui, significa che avrai da pagare meno tasse, non che guadagnerai più soldi in busta paga.

La funzione dell’agevolazione nel Governo Draghi è di venire incontro agli italiani ma sempre con un occhio di riguardo alle finanze dello Stato. Visto che attualmente si ha davanti un debito importante da riappianare, e un anno che è iniziato benissimo, tra caro bollette e inflazione galoppante.

Se noti bene, lo stesso Decreto Sostegni Ter non è altro che una serie di agevolazioni fiscali, e di riduzione del prelievo fiscale per le attività rimaste chiuse durante il periodo natalizio e post-natalizio (es. discoteche, sale da ballo, night-club).

Ovviamente questo calcolo non riguarderà tutti i beneficiari indiscriminatamente, ma a seconda della propria categoria d’appartenenza.

Bonus Renzi 2022: a chi spetta tra lavoratori e pensionato

Il bonus Renzi 2022 cambia a seconda che tu sia un lavoratore dipendente o un pensionato con trattamento pensionistico dell’INPS.

Perché ad ognuno viene disposta un’agevolazione fiscale diversa, ovverosia una quota di detrazione per alcuni più alta, e per altri più bassa. Il primo caso è quello dei lavoratori dipendenti, che hanno la fortuna di avere fino a 3.100 euro di agevolazione se superano di pochissimo la soglia dei 15.000 euro annui di reddito.

Ovviamente, se aumenta il reddito, scende la quota fiscale, ma si rimane comunque sopra i 2.000 euro di agevolazioni annue anche con un reddito di 25.000 euro annui. Ma con un reddito prossimo a 50.000 euro la musica cambia, visto che sei ad un passo dalla sospensione del beneficio.

Ricordiamo che per lavoratore dipendente si intendono solo questi soggetti:

  • dipendenti pubblici,
  • dipendenti privati,
  • cassaintegrati,
  • disoccupati con indennità,
  • lavoratori in mobilità.

Diversa è la situazione dei pensionati, purtroppo rientranti nel secondo caso appena accennato, cioè quello di chi avrà una quota di detrazione più bassa.

I pensionati potranno beneficiare di un massimo di 1.500 euro di agevolazioni fiscali, e sempre se superano di poco il reddito di 15.000 euro. Per loro l’aumento del reddito può essere “fatale” per l’ottenimento del bonus Renzi, visto che già verso i 25.000 euro di reddito annuo avrebbero diritto solo a poco più di 900 euro di detrazione annua. 

Decisamente inferiore rispetto a quello di un lavoratore dipendente, vero, ma va detto che questa cifra è il risultato di un aumento del credito fiscale a 700 euro lordi annui. C’è da immaginarsi quanto prendessero prima i pensionati con i benefit fiscali.

Bonus Renzi: occhio al conguaglio di fine anno!

Davanti a tutto ciò, il problema che vorrei approfondire è quello del conguaglio per tutti coloro che vogliono richiedere il Bonus Renzi in qualità di lavoratore dipendente.

Per conguaglio si intende quel calcolo che il datore di lavoro fa al proprio subordinato. 

E che calcolo si tratta? Di quello che si fa sull’imposta netta a fine anno, che viene segnalata in seguito a tutti i contributi totali a carico del dipendente, al netto delle imposte trattenute nel corso dei mesi.

Il conguaglio di solito è un evento positivo, perché nel caso in cui la quota delle imposte e del prelievo fiscale è stata superiore a quella invece pagata, si avrà un cosiddetto conguaglio a credito.

In questo caso è prevista la restituzione della quota fiscale, e si traduce in un’extra sulla tua busta paga, come “risarcimento” per aver pagato troppe imposte di quante previste.

Diversamente, se la quota delle imposte che è stata pagata risulta insufficiente, scatta invece l’altra faccia del conguaglio, quello a debito.

Se è a debito, significa che dovrai pagare la restante parte delle tasse non pagate a causa del ricalcolo sfavorevole. E questo significa che ci sarà una trattenuta del tuo stipendio.

Nessuna persona al mondo si sognerebbe di finire in una situazione del genere. E infatti nessuno si sognerebbe che il Bonus Renzi possa metterti in una situazione del genere. Anche perché l’ha già fatto in alcuni casi.

Bonus Renzi: cosa succede con un conguaglio a credito o a debito?

Il Bonus Renzi può diventare un problema se ci si trova ad averlo quando il proprio reddito si trova vicino ad uno scaglione IRPEF.

Attualmente con la riforma del 2022, gli scaglioni sono i seguenti:

  • redditi inferiori a 15.000 euro
  • i redditi superiori a 15.000 euro ma inferiori a 28.000 euro;
  • redditi superiori a 28.000 euro ma inferiori a 55.000 euro
  • redditi superiori a 55.000 euro.

Questi quattro scaglioni hanno quattro prelievi fiscali differenti:

  • 23% per il primo;
  • 25% per il secondo;
  • 35% per il terzo;
  • 43% per il quarto.

Cos’è cambiato? Ad occhio s’è ridotta la percentuale del prelievo per i redditi inferiori a 28.000 euro, ma nella realtà dei fatti c’è stato un incremento del risparmio fiscale. Sui redditi alti. Secondo il Sole24Ore l’ultima modifica all’imposta ha generato un aumento del risparmio per i redditi medio-alti, cioè quelli con una percentuale del 35% o superiore di imposta IRPEF.

A parte questo, il problema dello scalone tra lo scaglione dei 28.000 euro e dei 28.001 è rimasto: 10 punti percentuali di differenza! In pratica tutti i redditi superiori a quella cifra avranno un prelievo un decimo superiore al precedente!

E questo potrebbe succedere se alla fine del conguaglio, con l’aggiunta del Bonus Renzi, finisci nell’altro scaglione IRPEF. In quel caso, al netto della base annuale, delle detrazioni, dell’imposta netta e dei fringe benefit, se scatta il conguaglio negativo, tocca pagare.

E come fare per evitare un conguaglio a debito, e invece avere uno a credito? Teoricamente non si può “evitare”, visto che, a seconda del calcolo finale tra IRPEF, addizionali comunali e reginali, sarà l’addetto paghe o il consulente del lavoro a stabilire la tua situazione.

Nel caso peggiore comunque si può evitare la trattenuta dallo stipendio, con una rateizzazione mensile a 2 o 5, così da mettere apposto la propria situazione fiscale.

Bonus Renzi 2022: ecco quando ti arriva sulla busta paga

Generalmente il Bonus Renzi 2022 viene assegnato alla propria busta paga, purché sia un cedolino regolare emesso da parte di un datore di lavoro secondo un determinato contratto da lavoratore dipendente.

O che si tratti invece di un cedolino pensionistico emesso dall’INPS, secondo quanto stabilito per le pensioni di vecchiaia o anticipata.

Basta che ci sia la dicitura “Credito Art. 1 D.L 66/2014“, quella che segnala l’avvenuta erogazione del credito d’imposta.

A sua volta il contratto da lavoratore dipendente può riguardare anche tirocinanti e apprendisti.

Si parla in questo caso di lavori sempre sottoposti ai contratti da subordinato, ma con un reddito basso, al limite dell’incapienza in certi casi. 

Si potrà avere diritto al Bonus Renzi purché raggiungano alla fine dell’anno, o entro quanto previsto dal loro contratto se inferiore ad un anno, il raggiungimento della quota di 8.000 euro lordi.

Quella quota è significativa, perché oltre essa i loro redditi sono fuori dallo stato di incapienza, e quindi aventi diritto al bonus Renzi. Ovviamente, se sono in stato d’incapienza, rientrano nella No Tax Area, di conseguenza non è prevista alcuna tassazione

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