Nel primo Consiglio dei Ministri dopo la pausa estiva Giorgia Meloni ha affermato che che il taglio del cuneo fiscale e le risorse destinate alla famiglia sono due priorità, due misure che il governo intende consolidare e rafforzare. Non ci dovrebbero dunque essere quel ridimensionamento del bonus busta paga, così come anticipato in questa ultima settimana da varie testate nazionali. Esaminiamo dunque le ipotesi in campo, in attesa dell’ufficialità che solo il testo della prossima legge di bilancio potrà certificare.
Bonus busta paga confermato ma non ufficiale
Come già anticipato, la conferma del bonus busta paga non è ancora ‘ufficiale’ in quanto solo dal testo della legge di bilancio 2024 si potrà riscontrare la conferma delle attuali aliquote del 6% e del 7%. Che, in base alle simulazioni fornite dai Consulenti del Lavoro, attualmente comporta uno sconto in busta paga pari a circa 108 euro al mese per i titolari di redditi fino a 2.692 euro mensili.
Aliquote che, secondo i vari esperti interpellati dalle testate nazionali, difficilmente il governo avrebbe potuto confermare, considerato che si tratta di una misura che richiederebbe oltre 10 miliardi di euro.
Come ormai ripete quasi quotidianamente il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, le risorse a disposizione del governo sono limitate, anche a causa dei costi crescenti legati al superbonus, ereditato dal governo Conte: secondo l’Agenzia delle Entrate costerà più del previsto.
Le ipotesi di una parziale conferma
Si ipotizzava dunque solo una parziale conferma del taglio del cuneo fiscale, partendo da quanto fatto dalla legge di Bilancio 2023. Che avrebbe di conseguenza comportato una diminuzione degli stipendi di molti italiani rispetto a quanto percepito grazie al bonus del 2023.
Ad esempio, come anticipava Repubblica, un eventuale sgravio del 5% -una sorta di ‘via di mezzo’ tra le aliquote del primo semestre e quelle del secondo – avrebbe comportato un aumento netto di 66 euro, pari circa a 30 euro in meno rispetto a quanto percepito a dicembre.
Le aliquote attuali
A differenza delle previsioni invece, la Presidente del Consiglio ha annunciato che intende rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, quindi, di conseguenza, il bonus busta paga dovrebbe essere confermato con le attuali aliquote.
Ricordiamole insieme:
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Nel primo semestre del 2023, la riduzione del cuneo fiscale è stata del 3% per i redditi fino a 25.000 euro e del 2% per i redditi fino a 35.000 euro.
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Nel secondo semestre, sono aumentate rispettivamente al 7% e al 6%.
Le risorse limitate
Confermarle (o addirittura aumentarle) rappresenta dunque un progetto ambizioso, considerato che la ‘coperta’ delle risorse limitate, comporterà evidentemente una politica giocata su un certo equilibrio di riduzione di spesa nei vari dicasteri. Ognuno dovrà rinunciare a qualcosa e su questo si giocherà la credibilità della compagine governativa anche in vista delle prossime elezioni europee: “Non è tempo di mettere le bandierine” ha lasciato intendere la Premier.
Altri appuntamenti importanti nell’agenda del governo
Occorre inoltre ricordare che nel 2024 verrà attuata anche una prima parte della riforma fiscale che porterà a una revisione degli scaglioni – e relative aliquote – Irpef. Altra voce importante nell’agenda governativa, come accennato, sarà anche il supporto a favore delle famiglie (in particolare di quelle più numerose): anche in base alle dichiarazioni della Presidente Meloni, è lecito aspettarsi anche un incremento dell’assegno unico per i figli a carico.