L’Istituto INPS ha effettuato, come di consueto, l’aggiornamento legato ai coefficienti di trasformazione che saranno validi per l’intero anno 2023.
Da questa novità emerge che, chi andrà in pensione nel 2023 potrà avere la possibilità di ricevere un assegno mensile più elevato rispetto a coloro che hanno avuto l’accesso al pensionamento durante il 2022.
Sono il Ministero del Lavoro e il Ministero dell’Economia e delle Finanze che hanno provveduto a firmare ed approvare il decreto direttoriale, emanato durante la giornata del primo dicembre dello scorso anno, ad aver fornito tutte le indicazioni sugli importi ufficiali delle pensioni.
Si tratta, infatti, della revisione biennale valida per il periodo tra il primo gennaio 2023 ed il 31 dicembre 2024, in relazione alle cifre legate ai coefficienti di trasformazione, quei valori che vengono adoperati al fine del calcolo del montante contributivo, per la definizione della pensione INPS.
In pensione nel 2023: tutte le novità
La pubblicazione del decreto direttoriale del primo dicembre 2022 in Gazzetta Ufficiale ha fornito un aggiornamento legato ai coefficienti di trasformazione dei montanti contributivi che saranno presi in considerazione dall’Istituto INPS per l’intero biennio 2023 e 2024.
Si tratta, dunque, dei valori che dovranno essere applicati verso quei lavoratori che decideranno di trasmettere la domanda di pensionamento nel corso dell’anno del 2023.
Stiamo parlando del sesto aggiornamento dei valori che saranno considerati dall’INPS per definire il calcolo ufficiale della pensione, a partire dall’effettiva introduzione del sistema contributivo, avvenuta a seguito della Riforma Dini avvenuta durante l’anno 1995.
In questo caso, con i nuovi valori comunicati dal decreto direttoriale dello scorso dicembre, ci sono delle grandi novità per chi ha deciso di andare in pensione tra il primo gennaio 2023 ed il 31 dicembre dell’anno successivo.
Quali sono le conseguenze di queste novità sulla pensione? Con l’aggiornamento degli importi INPS, chi va in pensione più tardi rispetto ai lavoratori che hanno fatto domanda lo scorso anno, potrà ottenere un assegno più alto, a partita di età anagrafica e di contributi.
Chi può ricevere l’aumento pensione nel 2023
È opportuno specificare che l’opportunità di ricevere un assegno più ricco per coloro che fanno richiesta di pensionamento nel corso dell’anno 2023 e 2024 potrà essere riconosciuta esclusivamente nei confronti di alcune categorie di lavoratori.
L’assegno più ricco della pensione spetta infatti verso coloro che potranno ottenere il calcolo della pensione annua attraverso il cosiddetto sistema di calcolo contributivo. Chi sono queste persone?
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lavoratori che hanno versato contributi prima del 31 dicembre del 1995;
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lavoratori che hanno scelto il sistema contributivo;
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lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
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lavoratori con meno di 18 anni contributivi al 31 dicembre 1995 e con anzianità contributiva successiva al 31 dicembre 2011.
Stiamo parlando di quel sistema introdotto con la legge numero 335 del 1995, con cui l’importo della pensione potrà essere definito andando a moltiplicare il montante individuale dei contributi per il valore del coefficiente di trasformazione che è stato aggiornato all’interno della tabella contenuta nel testo del decreto direttoriale del primo dicembre 2022.
Dunque, come anticipato anche nei precedenti paragrafi, l’aggiornamento legato agli importi della pensione calcolata con il sistema contributivo assume la sua decorrenza a partire dal primo gennaio del 2023 e coinvolge esclusivamente le gestioni INPS.
Ciò significa che non possono essere inclusi nella possibilità di accedere ad un assegno di pensione più ricco rispetto a chi ha fatto richiesta di pensionamento nel 2022, i lavoratori che fanno riferimento alle casse professionali.
L’aumento della pensione nel 2023 non interesserà neanche coloro che sono già andati in pensionamento, bensì esclusivamente quei lavoratori che avranno l’accesso alla pensione con un assegno che sarà calcolato, almeno in parte, attraverso il sistema contributivo.
Gli importi della pensione per chi accede al pensionamento nel 2023
La grande novità sulla pensione calcolata con il sistema contributivo è che per la prima volta dal 1995 che la revisione dei coefficienti di trasformazione ha determinato la possibilità di ottenere un aumento dell’assegno, a pari di requisiti anagrafici e contributivi.
La quota contributiva determinata dall’aggiornamento, quindi aumenterà in media di circa 2,5%. Tuttavia, i coefficienti saranno fortemente legati all’età del lavoratore che avvia la pratica di pensionamento.
Nello specifico, per i lavoratori con età di 57 anni, i coefficienti utilizzati per la definizione della pensione saranno pari a 4,27%, fino a raggiungere la percentuale del 6,66% per coloro che hanno 71 anni di età.
Se, invece, a presentare la richiesta di pensionamento sono quei lavoratori che hanno un’età anagrafica pari a 60 anni, i coefficienti di trasformazione che saranno utilizzati per il calcolo della pensione sono pari a 4,62%. Mentre, se si tratta di contribuenti con 65 anni di età, i coefficienti applicati saranno pari a 5,35%.
Ai fini del calcolo della pensione lorda mensile, sarà necessario prendere in considerazione il montante contributivo individuale il quale dovrà essere moltiplicato al coefficiente di trasformazione di riferimento in base all’età anagrafica e dividere il valore per le 13 mensilità di pensione.