Aumenta la pensione, stop al reddito di cittadinanza

La pensione d'invalidità si mangia il reddito di cittadinanza. Parrebbe proprio di sì, con uno scambio che non è proprio alla pari.

La pensione d’invalidità si mangia il reddito di cittadinanza. Parrebbe proprio di sì, con uno scambio che non è proprio alla pari. L’aumento beffa che arriva con la prima, cancella completamente il secondo. Questo significa che un arrotondamento di poco conto della pensione di invalidità porta ad una cancellazione del reddito di cittadinanza.

Ma cerchiamo di capire meglio cosa sta accadendo. Sono in molti a lanciare un vero e proprio allarme sull’aumento, che sarebbe arrivato a quanti stiano percependo la pensione di invalidità. Ma perché preoccuparsi se arrivano più soldi? Fondamentalmente se i diretti interessati si ritrovano tra le mani qualche spicciolo in più, non c’è nulla di che lagnarsi. I fatti sarebbero leggermente più preoccupanti rispetto a quello che sembrano, soprattutto perché ci sono molti contribuenti preoccupati dalle lettere che stanno arrivando direttamente dall’Inps. Una preoccupazione di cui si è fatto portavoce Pierluigi Peracchini, sindaco di La Spezia, che ha scritto direttamente ad Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, le seguenti parole:

in questi giorni all’attenzione mia personale e del mio Ufficio di Gabinetto continuano a pervenire richieste di aiuto da parte di persone con invalidità preoccupate dalla variazione dell’importo della rata del reddito di Cittadinanza o della pensione di Cittadinanza.

Reddito di cittadinanza Vs Pensione d’invalidità

Peracchini spiega che la scorsa settimana lInps, attraverso una circolare, ha comunicato ai propri utenti una variazione di quanto percepito, nel caso in cui siano state superate le soglie previste dalla norma. Peracchini aggiunge che

i pensionati lamentano che il problema sta nel fatto che Inps, secondo anche quanto riportato nella circolare, ha considerato l’aumento delle pensioni di invalidità al 100%, passate da euro 288 a euro 651 come da sentenza della Corte Costituzionale del 2020, come reddito familiare, e quindi con l’aumento dell’Isee il risultato è stato quello di vedersi decurtati o addirittura revocati gli importi percepiti.

L’aumento della pensione di invalidità porta ad un vero e proprio paradosso. L’importo che veniva erogato all’inizio, non rientrava nei parametri per calcolare l’importo del reddito di cittadinanza. Adesso, invece, ci rientra, facendo decadere, per alcune persone, il diritto a poter continuare a fruire del sussidio pentastellato. In alcuni casi i diretti interessati subiscono un danno abbastanza importante, perché quanto arriverebbe con l’aumento della pensione di invalidità non andrebbe a coprire il taglio subito sul reddito di cittadinanza

L’Inps fornisce alcuni chiarimenti

Vi è una norma che provvede ad allineare l’importo mensile del reddito di cittadinanza agli altri trattamenti assistenziali percepiti dai beneficiari dello stesso. L’importo del sussidio è calcolato prendendo come riferimento il reddito familiare, che viene a sua volta determinato sulla base dei dati presenti all’interno dell’Isee come somma dei redditi e dei trattamenti esenti (non assoggettati ad Irpef), percepiti da tutti i componenti il nucleo familiare.

Gli importi che devono essere presi in considerazione sono quelli che si riferiscono a ventiquattro mesi prima rispetto al momento in cui si presenta la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Questo significa che, per il 2022, dovranno essere presi in considerazione i redditi ed i trattamenti dei componenti del nucleo famigliare che sono stati percepiti nel 2020. Tra i vari trattamenti assistenziali, che è necessario tenere in considerazione, ci sono:

  • assegni al nucleo familiare;
  • assegni familiari;
  • assegni familiari dei comuni ai nuclei numerosi;
  • assegno sociale;
  • pensione sociale;
  • carta acquisti.

Reddito di cittadinanza: a cosa stare attenti!

È importante ricordare che non sempre il reddito familiare coincide perfettamente con quello che è presente in Isee. È necessario, infatti, provvedere ad aggiornare i trattamenti assistenziali che sono presenti nell’Isee: dovranno essere riferiti gli importi che effettivamente si stanno percependo per l’anno in corso, andando a sostituire quelli che si ricevevano due anni prima. Se nel 2020 si percepiva un assegno sociale e nel 2022 questo non viene più percepito, la norma prevede che sia necessario tenere conto della situazione aggiornata. La stessa regola vale anche al contrario: nel caso in cui si è iniziato a fruire di un’indennità che due anni prima non si percepiva, è necessario aggiornare la situazione, per poter percepire correttamente il reddito di cittadinanza. Ovviamente nel discorso che abbiamo fatto rientra anche la pensione d’invalidità.

In estrema sintesi, come spiega direttamente l’Inps

l’operazione che aggiorna i trattamenti è finalizzata alla valutazione della condizione attuale del nucleo familiare nel momento in cui viene calcolata la rata della prestazione.

Ai fini pratici, questo significa che dal mese di gennaio 2022 tutte le operazioni di aggiornamento che abbiamo appena descritto vengono effettuate dall’Inps su tutte le tipologie di trattamento assistenziale che fino ad oggi non erano ancora state aggiornate.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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