Aumento pensioni minime a 1.000 euro: i dati sulla possibile riforma pensioni del 2023

Ci sarà davvero l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro con la nuova riforma pensione nel 2023? Ecco i dati da valutare per la proposta di Berlusconi.

In vista delle prossime elezioni che si terranno su tutto il territorio nazionale durante la giornata di domenica 25 settembre, arrivano tantissime proposte differenti dai vari schieramenti politici. 

Tra le proposte, anche quella di Silvio Berlusconi in merito ad un possibile aumento delle pensioni minime a 1.000 euro. Ma è davvero plausibile pensare ad un aumento delle pensioni minime dal valore di 1.000 euro per il prossimo anno? 

A questo proposito, anche l’Osservatorio CIP, ovvero l’Osservatorio conti pubblici italiani ha recentemente reso noti alcuni dati che potrebbero essere particolarmente interessanti al fine di valutare se effettivamente ci sarà un aumento delle pensioni minime a mille euro al mese per il prossimo anno 2023.

Dunque, all’interno del seguente articolo, saranno messi in evidenza i dati e le statistiche più importanti, alcuni dei quali sono stati forniti da parte dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, il quale si occupa proprio della gestione delle pratiche per l’accesso ai trattamenti previdenziali, nonché ai pagamenti delle pensioni stesse.

Si può parlare di un aumento di 1.000€? I primi dati sulle pensioni minime

In riferimento ai dati e alle statistiche INPS che prendono in considerazione essenzialmente le pensioni erogate durante l’anno 2020, è possibile evidenziare alcune importanti analisi, che potrebbero essere utili per comprendere se l’introduzione di un aumento delle pensioni minime a 1.000 euro per l’anno prossimo sia un intervento fattibile, anche dal punto di vista delle casse statali.

A questo proposito, sembrerebbe che durante l’anno 2020 i pensionati che hanno un reddito inferiore alla soglia limite prevista per l’erogazione del trattamento minimo di 515,58 euro, erano circa 2,1 milioni di cittadini italiani. 

Mentre, sono stati individuati circa 3,8 milioni, gli italiani che hanno un reddito pari a non oltre le due volte l’importo del trattamento minimo. Dunque, con un reddito compreso tra 515,59 euro e 1.031,16 euro.

Questi due dati sono davvero interessanti in quanto permettono così di avere un’idea più chiara in merito all’ipotesi di un aumento delle pensioni minime a 1.000 euro, sulla base della nuova proposta avanzata da parte del partito di Silvio Berlusconi.

Come funziona ora la pensione minima e quali saranno i cambiamenti

Prima di andare a evidenziare ulteriormente la portata a livello complessivo che avrebbe la riforma del sistema previdenziale qualora dovesse effettivamente concretizzarsi l’ipotesi di un aumento fino a 1.000 euro della pensione minima, è importante sottolineare anche, per chi non lo sapesse, come funziona questa prestazione e a chi viene erogata.

In questo senso, infatti, quando si parla di una pensione minima si fa essenzialmente riferimento ad un tipo di integrazione economica che ha un carattere assistenziale. 

Per questo motivo, il trattamento minimo viene erogato da parte dell’Istituto INPS in maniera completa, dunque, con l’intero importo, nei confronti di quei cittadini che hanno svolto un lavoro come dipendenti oppure come autonomi, e che risultano avere un reddito pensionistico di importo inferiore ad un determinata soglia, predisposta dalla legge. 

Tale soglia limite viene quindi definita anno dopo anno, sulla base della rivalutazione annuale. Quindi, per l’anno 2022, l’importo del trattamento minimo è stato fissato alla quota di 524,34 euro per un totale di tredici mensilità, sulla base del tasso di inflazione preso in considerazione.

Nello specifico, la pensione minima attualmente può essere erogata in forma totale verso quei cittadini che hanno un reddito inferiore al trattamento minimo, ed in forma parziale per quei pensionati che invece hanno un reddito compreso tra il trattamento minimo e il doppio di questo.

Quali sono i costi per lo Stato con la pensione minima a 1.000€

Sulla base di quanto detto nei precedenti paragrafi, è chiaro che l’innalzamento della pensione minima al valore di 1.000 euro rappresenta un cambiamento di non poco conto per il Governo italiano, il quale si ritrova quindi a dover fare i conti in merito alla sostenibilità finanziaria ed economica di tale tipologia di intervento.

A questo proposito, quindi, qualora dovesse andarsi a concretizzare la riforma riportata al sistema previdenziale italiano con l’aumento fino a 1.000 euro del reddito pensionistico di tutti i cittadini pensionati percettori di pensione minima, il costo della riforma ammonterebbe di fatto a circa 19,5 miliardi di euro.

Tuttavia, non è finita qui, in quanto a tale cifra dovranno essere aggiunti anche gli importi che fanno riferimento all’erogazione della pensione minima parziale che viene solitamente riconosciuta nei confronti i quei cittadini italiani che percepiscono un reddito pensionistico fino a due volte quello minimo.

Infatti, in questo senso, le statistiche fornite dall’INPS hanno sottolineato che la maggior parte della popolazione italiana attualmente ha un reddito pensionistico che risulta essere inferiore a 1.000 euro.

Dunque, tenendo conto anche di queste informazioni, il conto pubblico italiano che dovrebbe essere considerato disponibile al fine di rendere attuativa la riforma della pensione minima a 1.000 euro salirebbe fino a raggiungere ben 31,2 miliardi di euro.

Viviana Vitale
Viviana Vitale
Aspirante giornalista e social media manager freelance, classe 1995. Le mie più grandi passioni sono la scrittura e il marketing digitale. Sono state proprio queste a portarmi oggi a far parte del team di redattori di Trend-online e a collaborare come professionista della comunicazione con varie aziende italiane.
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