Licenziare tramite WhatsApp: è possibile e legittimo? Ecco cosa dice la Legge a riguardo

Licenziare tramite WhatsApp: vediamo se è possibile e legittimo e cosa dice la Legge in merito.

Nell’era digitale in cui viviamo, le comunicazioni sono diventate sempre più rapide ed efficienti grazie alle nuove tecnologie. Una delle piattaforme più utilizzate per le conversazioni istantanee è WhatsApp, con miliardi di utenti in tutto il mondo. Ma cosa succede quando l’utilizzo di WhatsApp si estende al contesto lavorativo, in particolare al licenziamento di un dipendente? In questo articolo esploreremo la validità e la legittimità di licenziare una persona tramite WhatsApp, tenendo conto delle normative legali applicabili.

Licenziamento tramite WhatsApp: una pratica diffusa?

Hanno fatto molto rumore, di recente, alcuni licenziamenti anche di massa comunicati tramite WhatsApp e viene naturale chiedersi se questa pratica sia valida o meno, e soprattutto legittima da un punto di vista legal.e

Nel contesto lavorativo moderno, l’uso di WhatsApp come strumento di comunicazione è diventato estremamente diffuso. I dipendenti e i datori di lavoro trovano sempre più comodo utilizzare questa popolare piattaforma di messaggistica istantanea per scambiare informazioni rapide e importanti, compresi i comunicati aziendali, le richieste di lavoro e, in alcuni casi, persino le notifiche di licenziamento.

Uno dei principali vantaggi del licenziamento tramite WhatsApp è, indubbiamente, la velocità e la facilità con cui un datore di lavoro può comunicare una decisione di licenziamento al dipendente interessato. WhatsApp offre un’interfaccia intuitiva e una comunicazione in tempo reale, consentendo al datore di lavoro di inviare immediatamente un messaggio al dipendente e garantire che il messaggio venga ricevuto istantaneamente. Questo può essere particolarmente utile quando il datore di lavoro desidera notificare un licenziamento immediato o quando il dipendente non è fisicamente presente in ufficio.

Tuttavia, ci sono anche alcuni svantaggi da considerare. In primo luogo, utilizzare WhatsApp per comunicare una notifica di licenziamento può essere impersonale e privo di empatia. Il processo di licenziamento è un momento delicato per entrambe le parti coinvolte, e la mancanza di una comunicazione faccia a faccia può rendere difficile per il dipendente esprimere le proprie preoccupazioni o chiedere spiegazioni. Inoltre, la comunicazione scritta può essere soggetta a fraintendimenti e ambiguità, soprattutto se il tono del messaggio non viene adeguatamente trasmesso. Questo potrebbe portare a una maggiore tensione e difficoltà nel gestire le conseguenze emotive del licenziamento.

Quanto alla considerazione se il licenziamento tramite WhatsApp sia considerato una forma accettata di comunicazione aziendale, non esiste una risposta univoca. Le norme e le pratiche variano da paese a paese e da azienda a azienda. Alcune organizzazioni potrebbero avere linee guida chiare che vietano l’uso di WhatsApp per comunicare notifiche di licenziamento, mentre altre potrebbero consentirlo o addirittura incoraggiarlo. In generale, è importante che i datori di lavoro rispettino le leggi e le regole vigenti nel proprio paese, così come le politiche aziendali interne, prima di utilizzare WhatsApp per un licenziamento.

Come si affronta la questione in Italia?

La normativa riconosce il valore documentale agli strumenti di comunicazione telematica come le PEC o i file con firma digitale, ma le email, gli SMS e i messaggi su WhatsApp non rientrano in questa categoria. Tuttavia, la giurisprudenza ha stabilito che il licenziamento tramite WhatsApp, email o SMS è legittimo a condizione che sia fornita la prova del ricevimento, responsabilità che spetta al datore di lavoro.

La doppia spunta blu sulla chat o l’email di conferma di ricevimento del programma di posta elettronica non sono considerate prove sufficienti. Tuttavia, se il dipendente risponde al messaggio, lo fa leggere ai colleghi, inoltra l’email al proprio avvocato o, addirittura, presenta ricorso contro il licenziamento per contestarne il difetto di forma, si presume che abbia ricevuto la comunicazione.

La Cassazione ha stabilito che tutte le forme di comunicazione che raggiungono lo scopo di trasmettere un documento a una persona, garantendo la certezza che sia stato ricevuto dal lavoratore, sono valide. Pertanto, la Cassazione ha ritenuto legittimo un licenziamento comunicato tramite invio di una email al dipendente. La Corte Suprema ha sottolineato che l’aspetto rilevante è la certezza che il dipendente abbia effettivamente preso visione dell’email, che può essere dimostrata dalla sua risposta o da altri elementi, come il racconto del licenziamento ai colleghi.

In conclusione, l’utilizzo di WhatsApp come strumento per il licenziamento è una pratica ormai molto diffusa nel contesto lavorativo moderno. Ci si può chiedere se sia eticamente accettabile o meno, ma sarà comunque difficile fermare il continuo processo di digitalizzazione che caratterizza la nostra società.

Robert Sanasi
Robert Sanasi
Copywriter. Classe 1981. Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione all'Università di Lecce per poi trasferirmi all'estero e lavorare nelle grandi aziende del digitale. Ho vissuto in Irlanda, Francia, Polonia e Slovacchia. La mia passione per la scrittura mi ha portato a scrivere e pubblicare romanzi di narrativa in Italia e Inghilterra e a specializzarmi nel Content e Copywriting in italiano e inglese. Amo la letteratura, il cinema, la musica rock e il calcio. Tornato a casa in Salento in pianta stabile, lavoro da remoto.
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