Stato di Emergenza, novità! Dal 1 aprile senza smart working

Nessun nuova proroga allo Stato di Emergenza e stop allo smart working dal 1 aprile 2022, si torna a lavorare in presenza.

Tante le novità che riguardano lo smart working negli ultimi tempi! La fine della proroga allo Stato di Emergenza, che dovrebbe definitivamente terminare il 31 marzo 2022, porterà infatti alla fine dello smart working semplificato e delle agevolazioni in questo senso applicate ai lavoratori che ricadono sotto le tutele della Legge 104.

Tuttavia, lo smart working in Italia è stato introdotto in misura massiccia allo scopo di tutelare maggiormente i lavoratori vista l’epidemia di Covid-19 e le restrizioni applicate per contenerla. Eppure, questo strumento si è dimostrato incredibilmente utile anche al fine di meglio gestire alcune mansioni lavorative e soprattutto la pandemia ha mostrato un duplice esigenza: da un lato, integrare lo smart working in via permanente nell’organizzazione lavorativa; dall’altro, fare in modo che la modalità di lavoro agile godesse degli stessi diritti e delle stesse tutele del lavoro in presenza e fosse cioè meglio regolamentata da contratto.

Nasce così il nuovo contratto collettivo nazionale (CCNL) che riguarda i dipendenti pubblici e che regolarizza per loro lo smart working a rotazione e su richiesta.

Per quanto riguarda il settore privato, anche qui arriva il nuovo protocollo che regola i contratti di lavoro del settore privato nello stesso senso, cioè per garantire maggiori tutele a chi lavora da casa.

Dunque, cerchiamo di fare il punto delle novità analizzando sia le modifiche permanenti che coinvolgono lavoratori e smart working nel 2022, sia cosa cambierà in questo senso con la fine dello Stato di Emergenza, il prossimo 1 aprile.

Cosa cambia in relazione allo smart working il 1 aprile 2022, dopo la fine dello Stato di Emergenza?

Per quanto riguarda le misure temporanee, cioè di emergenza, si deve prima di tutto registrare che al momento esiste una modalità semplificata per poter porre i lavoratori in modalità agile nel settore privato.

Tale modalità semplificata delle comunicazioni sarà attiva ed in vigore fino al 31 marzo 2022, cioè quando è prevista la fine dello Stato di Emergenza, ma se questo non subirà proroghe, come sembra, anche lo smart working semplificato verrà meno il 1 aprile 2022.

In ogni caso, la modalità di comunicazione dovrebbe restare facilitata rispetto alla classica, anche in vista dei cambiamenti di cui abbiamo parlato e che riguardano la volontà di integrare in via permanente lo smart working nel sistema lavorativo italiano. Si ritornerebbe insomma all’accordo individuale, ma con una procedura semplificata rispetto a prima, questo quanto anticipato dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando.

Fine dello smart working prevista per il 28 febbraio, per i lavoratori che usufruiscono della Legge 104

Sempre restando in tema di smart working ci sono delle novità importanti per i lavoratori che godono delle agevolazioni previste dalla Legge 104.

A questi lavoratori è stato concesso per tutta la durata della pandemia di lavorare in modalità agile, quanto più fosse possibile.

L’ultima proroga allo Stato di Emergenza, che lo ha prolungato fino al 31 marzo 2022, è stata seguita anche da una proroga a questa possibilità più ampia di lavoro agile offerta con la Legge 104. Tuttavia, la scadenza di questo provvedimento non si allinea a quella dello Stato di Emergenza ed è fissata per il 28 febbraio 2022.

Cioè, fino alla fine del mese con la Legge 104 ci sarà la possibilità di ricorrere ove possibile allo smart working, ma dal 1 marzo 2022 tutto tornerà alla normalità.

Ricordiamo poi che per effetto della Legge n. 234 emanata il 30 dicembre 2021 e conosciuta come la Legge di Bilancio 2022, qualora non sia possibile per il lavoratore con la 104 lavorare in smart working, se questo è costretto all’assenza lavorativa essa quest’anno non viene più equiparata al ricovero ospedaliero e perciò non si beneficia di alcuna indennità.

Via al nuovo Contratto Collettivo Nazionale. Cosa cambia per lo smart working nella PA?

Iniziamo dalla Pubblica Amministrazione perché nel 2022 cambia il contratto collettivo nazionale (CCNL) e cambia proprio per favorire un maggiore impiego dello smart working negli uffici, oltre che per concedere maggiori tutele a chi lavora in modalità agile.

Negli uffici pubblici saranno i dipendenti a poter richiedere di lavorare da casa, a rotazione, mentre compito dei responsabili sarà quello di individuare quali mansioni possono essere svolte in smart working e quali no.

In ogni caso, la scelta deve essere fatta tenendo conto di una priorità e cioè che non vi siano conseguenze per il pubblico nei servizi offerti.

Per il resto, non c’è un limite di ore da poter svolgere in smart working, ma questo avverrà su rotazione e nel rispetto delle possibilità dell’ufficio, per non creare interferenze con i servizi offerti.

Ai lavoratori in smart working non è concesso di usare il proprio computer, ma dovrà essere sempre l’ufficio a fornire la dotazione tecnologica per lavorare da casa. Non è ammessa la possibilità degli straordinari in smart working, ma per il testo questo gode degli stessi diritti del lavoro in presenza, cioè undici ore di riposo tra un turno e un altro, così come la possibilità di usare malattia e permessi.

Inoltre, perché il lavoratore sia posto in smart working egli deve acconsentire su base volontaria, non è permessa l’imposizione della modalità agile di lavoro ai dipendenti. Allo stesso modo, per chi si rifiuta di lavorare da casa non può esserci licenziamento o altra sanzione. Ancora, non ci sarà nessun cambio dei termini contrattuali lavorando da casa, nemmeno per quanto riguarda l’aspetto economico.

Il video YouTube di Il Diritto Per Tutti ci offre è una valida panoramica sul Contratto Collettivo Nazionale (CCNL):

  

Firmato il nuovo protocollo per lo smart working nel settore privato. Quali novità nel 2022?

Ma il contratto di lavoro non cambia solo per i dipendenti pubblici e il vento di novità investe anche il protocollo che regola i contratti di lavoro nel settore privato.

Il nuovo protocollo agisce nello stesso senso del contratto collettivo nazionale, cioè al fine di garantire diritti e tutele al lavoratore in smart working.

Anche in questo caso sarà il datore di lavoro a dover fornire la dotazione tecnologica e il tipo di mansione da svolgere in modalità agile dovrà essere definita da contratto.

Anche perché ricordiamo che venendo meno lo Stato di Emergenza viene meno lo smart working semplificato per il settore privato, cioè senza bisogno di cambiare il contratto e accordo scritto tra le parti.

Anche i dipendenti privati hanno diritto ad undici ore di riposo tra un turno ed un altro senza la possibilità di effettuare straordinari, ma con la possibilità di fruire dei permessi spettanti o della malattia.

Anche in questo caso perché il lavoratore sia posto in modalità agile è richiesto l’accordo tra le parti.

Quali sono i vantaggi dello smart working per dipendenti e datori di lavoro?

Come si è già osservato, la pandemia ha permesso di scoprire lo smart working e le potenzialità di questo strumento, prima sottovalutato.

Stando alle varie ricerche condotte non solo i dipendenti sono più soddisfatti da questa modalità di lavoro, anche definita agile, ma le aziende hanno registrato un aumento della produttività grazie ad esso ed una diminuzione dell’assenteismo sul posto di lavoro, così come riducendosi il lavoro in presenza si sono ridotte anche le spese a carico del datore di lavoro. Sempre secondo le ricerche proprio tutti questi aspetti positivi rilevati spingeranno soprattutto le grandi aziende a mantenere alti i livelli di smart working negli uffici.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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