Caro voli, il Garante si sbaglia: ci sono altri motivi dietro l’impennata dei prezzi

L'analisi del Garante dei prezzi sul caro voli è precisa sui dati, ma meno sul perché di quest'impennata. Ecco quali motivi sono dietro l'aumento.

Il caro voli non è dovuto solo a quanto analizzato dal Garante dei prezzi. Ci sono altri motivi dietro l’aumento, e difficilmente saranno risolvibili in tempi brevi.

Motivi che purtroppo rendono sempre più difficile l’accettazione di biglietti rincarati del 40% da parte di milioni di persone pronte per andare in vacanza.

Il Garante ha considerato questi aumenti “anomali” rispetto ai dati dell’anno precedente, e ha già chiesto alle principali compagnie aeree “spiegazioni precise sulle dinamiche dei prezzi“.

Il sospetto è che dietro quest’impennata ci sia “un abuso di posizione dominante“, come sostiene anche l’Unione Nazionale Consumatori. In realtà i motivi sono ben altri.

Caro voli, il Garante si sbaglia: ci sono altri motivi dietro l’impennata dei prezzi

Il 20 luglio la Commissione per il Monitoraggio dei Prezzi si riunirà assieme alle compagnie aeree per confrontare i dati forniti dalle imprese con quelli già disponibili.

E per capire se questo caro voli sia fisiologico, e rientri nell’aumento generalizzato dei prezzi che s’è registrato nell’ultimo anno. O se si tratti di una manovra speculativa da parte delle imprese, anche perché è difficile un aumento dei prezzi così alto con un costo del carburante sempre più basso.

Questo aumento è stato individuato nelle recenti verifiche da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Nel prezzo dei biglietti di alcune tratte, come quelle che collegano le città di Roma e Milano, con Venezia, Palermo, Catania e Cagliari, il prezzo del biglietto medio era superiore addirittura del 40% rispetto all’anno prima. Per non parlare di quelle di Milano, tra le tratte più costose al momento.

A confermare i dati è anche l’associazione Assoutenti. In una simulazione di viaggio con andata 12 agosto e ritorno 19 agosto, una famiglia di quattro persone avrebbe dovuto pagare dai 573 euro per Roma-Cagliari fino agli 845 euro di Milano-Brindisi.

Le compagnie hanno già reso note le motivazioni dietro questi rincari, soprattutto quando sono aumentati i prezzi dei voli a maggio. Anche se sono disponibili a collaborare e a partecipare alla commissione prezzi, non sono quelli i motivi dietro l’impennata di questi prezzi.

Perché i voli costano troppo: carburante, personale e mancanza di posti

Le compagnie avevano già reso noto come l’aumento dei prezzi dei biglietti fosse dovuto a 3 problematiche protratte nel corso degli ultimi anni:

  • la spesa iniziale del carburante;

  • la mancanza di personale;

  • la penuria di posti disponibili.

Oggi il carburante costa meno, nonostante il recente rialzo del prezzo della benzina. Ma in merito al prezzo del jet fuel (il carburante per aerei) si parla di una riduzione del 36% rispetto all’ultimo periodo. Ma non era così nei mesi precedenti, quando i prezzi erano esplosi a causa dei primi sviluppi della crisi russo-ucraina.

Chi ha comprato il carburante in quel periodo ha speso così tanto che inevitabilmente il costo s’è riversato sul prezzo finale del biglietto, anche dopo che il prezzo del carburnate s’era stabilizzato di nuovo.

Pesa anche la mancanza di personale, che rende difficile garantire il servizio alla clientela durante i periodi di maggior richiesta dei voli, come ad esempio il periodo tra giugno e luglio.

Il settore dei trasporti aerei si trova in una grave penuria, e questo è dovuto soprattutto alla stagione dei licenziamenti durante la pandemia da Covid. Anche dopo la pandemia, il settore aereo s’è ritrovato col 10% in meno di personale. Una cifra enorme, che ha reso necessario il taglio di tratte su tutti i fronti, anche a livello nazionale.

E sempre nel settore aereo pesa notevolmente la mancanza di posti per viaggiare. È uno dei motivi che la stessa Allianz Trade, stando alla sua ultima analisi, ha considerato come tra le cause determinanti il recente caro voli.

Data la capacità limitata, le compagnie si sono ritrovate con un potenziale di guadagno più limitato. Basterebbe allora acquistare più aerei, come hanno fatto molte compagnie prima del 2020. Il problema è che è difficile consegnare se nello stesso anno si subiscono una pandemia, colli di bottiglia delle catene di approvigionamento e una crisi dovuta alla scarsità di componentistica.

Se nel 2018-2019 le consegne erano nell’ordine di 1.600 aerei l’anno, nel 2020 il numero s’è dimezzato drasticamente. Solo negli ultimi due anni le consegne sono aumentate, e così i posti disponibili.

Quando scendono i prezzi dei biglietti aerei

Difficile stabilire la fine di un rincaro, soprattutto quello del caro voli. Se il Garante accerterà che dietro questo aumento non ci siano manovre speculative a danno dei consumatori, allora toccherà attendere la stabilizzazione delle concause accennate poco sopra:

  • prezzi del carburante di nuovo stabili,

  • aumento della forza lavoro aerea,

  • consegne dei nuovi aerei in orario.

Lo sapremo meglio il 20 luglio, quando la commissione si riunirà per analizzare i prezzi delle 7 compagnie aeree coinvolte nelle verifiche del Mimit, ovvero Itairways, RyanAir, Maltair, Easyjet, Neos, Aeroitalia e Wizzair.

Non sarà un’ottima estate per le compagnie. Anche se si stima per il 2023 un utile netto di 9,8 miliardi di dollari, stando all’analisi di Allianz Trade, le compagnie hanno ancora alle spalle una perdita di 140 miliardi di dollari nel 2020, a causa del Covid.

E come riporta il Sector Advisor Allianz Trade, Maria Latorre, sarà difficile ripartire con l’attuale capacità limitata di produzione di nuovi velivoli:

“Attualmente c’è un ritardo di 6 mesi nelle consegne, per il quale i produttori di aerei incolpano i fornitori.”

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