La direttiva UE sulle case green sta per entrare in vigore e a preoccupare le famiglie sono le spese relative alle ristrutturazioni edilizie: per raggiungere gli obiettivi del 2033 e mettere in regola gli oltre 5 milioni di edifici interessati, infatti, si prevedono costi da 20 a 55 mila euro a famiglia. Spese insostenibili in un momento di difficoltà come quello attuale.
Scopriamo che cose prevede la direttiva UE case green, quali sono gli interventi di ristrutturazione che dovranno effettuare le famiglie e a quali costi.
Direttiva UE case green: cosa prevede
In base all’articolo 9 della direttiva UE sulle case green, l’Italia si pone una serie di obiettivi volti a ridurre proporzionalmente il consumo medio di energia del proprio patrimonio residenziale da qui al 2050. Nel dettaglio:
- 1.
ridurre il 16% del consumo medio di energia entro il 2030;
- 2.
ridurre il 20.22% del consumo medio di energia entro il 2035.
Come spiegato dal direttore generale di Scenari Immobiliari, però, in base alla normativa europea in fase di approvazione:
l’efficientamento energetico degli edifici non si baserà più sull’attuale classificazione contenuta nelle certificazioni energetiche ma su obiettivi medi di riduzione dei consumi, che andranno a interessare quote differenti dello stock in relazione alle peculiarità immobiliari di ogni Paese.
In altre parole, i Paesi dovranno fare in modo che almeno il 55% della riduzione del consumo di energia provenga dal rinnovo di quelli più energivori (ad oggi corrispondono al 43%, ovvero 12 milioni di abitazioni).
Saranno previste però delle esenzioni dalla ristrutturazione, riguardanti esclusivamente gli edifici religiosi, quelli temporanei, quelli destinati all’agricoltura, le seconde case usate per meno di quattro mesi l’anno.
Direttiva case green: quanto costa la ristrutturazione?
Ci sono almeno 5 milioni di abitazioni in Italia che no rispettano le norme stabilite dalla direttiva sulle case green, che corrispondono a circa il 51,8% delle unità che si trovano nelle classi energetiche F e G. Non solo: 3,1 milioni di edifici residenziali sono stati costruiti prima del 1945 e necessitano interventi.
Tra i lavori di ristrutturazione che si dovranno eseguire nei prossimi anni per ridurre il consumo medio di energia ci sono:
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la coibentazione dei tetti,
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il cambio delle finestre,
- •
gli interventi sugli impianti di riscaldamento,
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la messa in sicurezza antisismica,
- •
le ristrutturazioni generiche.
Per le famiglie italiane ciò significa mettere in previsione una serie di interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica che, secondo le stime potrebbero aggirarsi tra i 20 i 50mila euro.
Il patrimonio immobiliare in Italia
Purtroppo il nostro Paese ha uno dei patrimoni immobiliari più vecchi di tutta l’Unione, in quanto la maggior parte degli edifici è stata costruita diversi anni fa e necessita di interventi di riqualificazione energetica.
Applicando costi unitari di riqualificazione energetica, differenziati per tipologia immobiliare, per caratteristiche fisiche e per volontà di salto di classe stimiamo un investimento complessivo tra i 1.100 miliardi di euro (sulla base del concetto di armonizzazione) e 1.750 miliardi (patrimonio complessivo nell’attuale classificazione).
La parte residenziale, ha proseguito anche Scenari, va da 550 a 1.000 miliardi di euro, e il tutto dovrebbe essere realizzato entro 10 anni. Un obiettivo difficile, ma non impossibile.