Caso Pozzolo, Meloni chiede la sospensione: cos’è successo e perché scoppia la polemica

Caso Pozzolo, Meloni ha chiesto la sospensione da FdI del deputato proprietario della pistola che a Capodanno ha ferito un uomo: ecco cosa è successo.

Tra le domande poste alla presidente del Consiglio durante la conferenza stampa (posticipata) di fine anno, non poteva mancare quella riguardante il deputato di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni non si è soffermata a lungo sul caso Pozzolo, ma ne ha chiesto la sospensione: ricostruiamo cosa è successo e quanto emerso finora.

Caso Pozzolo, Meloni chiede sospensione: ecco cosa è successo

Nel corso della conferenza stampa di fine anno (rimandata al 4 gennaio per problemi di salute della presidente del Consiglio), non poteva mancare la domanda sul caso Pozzolo. Un “caso” in quanto, secondo le informazioni riportate dai principali organi di stampa, il diretto interessato ha affermato di non essere stato lui a sparare il colpo che ha ferito un uomo di 31 anni la notte di Capodanno, nel corso di una festa nella provincia di Biella.

Meloni ha risposto in modo conciso, non entrando troppo nel merito della questione, come a voler allontanare le invetriabili strumentalizzazioni politiche seguite alla faccenda e liquidare quanto accaduto a Capodanno come un fatto di cronaca.

“Io ho chiesto che Pozzolo venga deferito alla commissione dei probiviri di Fratelli d’Italia indipendentemente dal lavoro che fa l’autorità competente e che nelle more del giudizio sia sospeso dal partito“. A dichiararlo è proprio Giorgia Meloni, la quale ha sottolineato che “chiunque detenga un’arma ha il dovere legale e morale di custodire quell’arma con responsabilità e serietà“. A sua detta, inoltre, ciò “vale per qualsiasi cittadino, figuriamoci per un parlamentare, figuriamoci per uno di Fratelli d’Italia”.

Pozzolo, 38 anni, fa parte di Fratelli d’Italia fin dalla fondazione, nel 2012. In passato, aveva fatto parte dei movimenti giovanili di Alleanza Nazionale.

Cosa sappiamo finora

Ma cosa è successo finora? Il fatto è avvenuto la notte di Capodanno e non tutti hanno avuto modo di seguire la vicenda, presi dai festeggiamenti e dalla confusione che accompagna la notte di San Silvestro.

Cerchiamo dunque di riassumere cos’è avvenuto, aggiornando la notizia con le ultime informazioni emerse fino ad adesso.

Lo sparo

La notte di Capodanno, nel corso di una festa organizzata nei locali della Pro loco a Rosazza (Biella), da una piccola pistola – una North american arms LR22 – intestata al deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, è partito improvvisamente un colpo che ha ferito il genero di un uomo della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.

La querela di Luca Campana

L’uomo, 31 anni, è stato ferito alla gamba e il suo nome è Luca Campana. Fortunatamente, le ferite riportate non erano gravi ed è stato dimesso già nel corso di lunedì 1 gennaio, con prognosi di 10 giorni. Tuttavia, secondo il suo avvocato, il 31enne ha dovuto superare lo choc dell’accaduto e il dolore al muscolo continua a farsi sentire. L’uomo però non ha subito sporto querela nei confronti del deputato di Fratelli d’Italia. Quest’ultimo, inoltre, ha sempre ha detto agli investigatori di non “essere stato lui a sparare”, aggiungendo: “Forse si è ferito da solo, mentre prendeva l’arma che era caduta a terra”.

La querela di Campana nei confronti del parlamentare è poi arrivata: attraverso il suo avvocato, l’uomo ha smentito la ricostruzione dell’incidente di Pozzolo. “Non è andata come dice lui, io non ho mai raccolto da terra quell’arma né l’ho toccata”, ha tenuto a precisare.

La testimonianza

Ci si chiede come, in presenza di tante persone, nessuno abbia visto con chiarezza cosa è effettivamente accaduto. Una testimonianza è stata riportata da Sky Tg24: “Pozzolo era molto allegro e stava mostrando la pistola tenendola nel palmo della mano”. A dirlo è stato un testimone presente alla festa, che vuole restare anonimo e che è già stato sentito dai Carabinieri.

“La pistola era molto piccola e stava tutta nel palmo della mano. Sembrava quasi un accendino”, ha aggiunto. Lo sparo “si è sentito all’improvviso e non abbiamo avuto nemmeno il tempo di chiedere di riporre l’arma, visto peraltro che c’erano anche dei bambini”.

Delmastro e la sindaca non presenti al momento dello sparo

Tra le persone finora sentite da magistrati e militari, non risulterebbero il sottosegretario Delmastro e la sorella Francesca, sindaca di Rosazza, che aveva affittato proprio i locali della Pro Loco per la festa con familiari e la scorta del fratello.

Entrambi, infatti, pare non fossero presenti al momento dello sparo. Pozzolo, invece, aveva atteso la mezzanotte in casa con la famiglia e alla Pro Loco si è presentato intorno all’una e un quarto.

Le indagini

Procede dunque il lavoro degli inquirenti della Procura di Biella che, nel frattempo, ha revocato il porto d’armi per la difesa personale a Pozzolo. Il deputato attualmente è indagato per lesioni personali e omessa custodia dell’arma, che possedeva legalmente.

Oltre alle testimonianze, sarà determinante il test dello stub, che serve a verificare se sui vestiti di una persona sono rimaste tracce dopo l’esplosione di un colpo. Secondo il verbale redatto dalle forze dell’ordine il primo gennaio, “sussistendo il pericolo di dispersione, alterazione o modifica delle indagini”, alle 7.25 si è proceduto al prelievo di eventuali residui derivanti dall’esplosione dell’arma da fuoco. “Lo stub è stato effettuato su entrambe le mani, sul giubbotto, il pile e i jeans che indossava”, fanno sapere gli inquirenti.

Vera Monti
Vera Monti
Giornalista pubblicista e precedentemente vice- presidente di un circolo culturale, scrivo di arte e politica - le mie grandi passioni - su varie testate online cercando sempre di trattare ogni argomento in tutte le sue sfaccettature. Ho intervistato vari personaggi della scena artistica nazionale e per Trend online mi occupo principalmente di politica ed economia
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