Crisi di Governo, Draghi mercoledì alla Camera. Incognita M5S. Lega-Forza Italia al bivio

Crisi di Governo, il premier Mario Draghi mercoledì alla Camera. Ci sarà un voto sulle comunicazioni. Incognita M5S, Lega e Forza Italia al bivio. L'analisi.

Mario Draghi sembrava avere tutte le intenzioni di rassegnare dimissioni irrevocabili e chiudere la fase di Governo. Il venire meno dell’appoggio di una forza importante come il Movimento 5 Stelle sul Decreto Aiuti lo ha portato all’estrema conseguenza.

Ovvero quella di ritenere finito il patto fiduciario che ha dato vita a questo Governo di quasi unità nazionale e presentare in serata le dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

Ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha fatto nascere in prima persona il Governo Draghi non vuole vedere “questa sua creatura” terminare il proprio percorso prima della scadenza naturale della legislatura nella primavera del 2023.

Mattarella quindi ha deciso di inviare nuovamente Draghi in Parlamento, il premier sarà mercoledì alla Camera dei Deputati, per effettuare comunicazioni. Mercoledì 20 luglio, il premier terrà un discorso seguito da un voto in cui si verificherà il sostegno dei partiti. Analizziamo tutta la situazione con la sensazione che il destino di Draghi sia a questo punto in mano principalmente ai partiti di centrodestra di Governo, Lega e Forza Italia.

Draghi mercoledì alla Camera per “comunicazioni”: la “moral suasion” di Mattarella sul premier

Come recita la nota del Quirinale

il presidente Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni del presidente del consiglio Mario Draghi e lo ha inviato di nuovo in Parlamento. 

Il Colle infatti ritiene che se il governo ha ancora i numeri deve tornare alle Camere per una nuova fiducia. 

Quale tipo di comunicazioni farà Draghi al momento non è dato saperlo. Si presenterà con le proprie irrevocabili dimissioni? Difficile pensarlo.

Si presenterà con un altro tipo di discorso? Ci sarà un voto sulle sue comunicazioni, una vera e propria nuova espressione di fiducia da parte del Parlamento.

Di certo la “moral suasion” che può esercitare il presidente della Repubblica su un Mario Draghi probabilmente deciso ad andare sino in fondo con il suo disimpegno dal Governo sarà stata sicuramente molto forte. 

E anche una personalità del carisma e del curriculum di Draghi non può rimanere indifferente. Ponendo quindi l’ipotesi di un Draghi che non arrivi in Parlamento con dimissioni irrevocabili, vediamo quali possono essere le posizioni dei partiti. Tenendo presente il fatto che nella politica italiana da qui a mercoledì possono cambiare tante cose. 

Draghi mercoledì alla Camera: difficile fare pronostici sul Movimento 5 Stelle

Difficile capire quale sarà la posizione di fronte ad un voto di fiducia mercoledì da parte del Movimento 5 Stelle. Da un lato il dissenso che ha portato all’uscita dall’aula in occasione del Decreto Aiuti è stato definito da più esponenti del partito di Giuseppe Conte circoscritto a quel provvedimento. 

Da più parti si sottolinea che il Movimento 5 Stelle non vuole la rottura col Governo e sarebbe pronto nel caso a votare la fiducia al Governo Draghi.

Anche se probabilmente non ci sarà un voto unitario visto che sono tante le anime pentastellate ed è anche molto forte una componente di parlamentari che intende proprio passare all’opposizione. Però nel complesso non c’è una indisponibilità a votare la fiducia. Di certo al momento come si comporterà il Movimento al momento di votare la fiducia è un’incognita.

Giuseppe Conte a domande specifiche di giornalisti in serata ha glissato.

Draghi mercoledì alla Camera: il Partito Democratico per la continuità di governo del premier

Il Partito Democratico ritiene che si debba andare a verificare se la maggioranza vuole andare avanti oppure no e questo può avvenire solo in Parlamento.

Il Pd ritiene che questo governo ha la sua unicità e debba continuare con questo formato e in questo perimetro. Enrico Letta, segretario del Partito, ha esplicitato ulteriormente la sua posizione in serata sui social:

Ora ci sono cinque giorni per lavorare affinché il Parlamento confermi la fiducia al Governo Draghi e l’Italia esca il più rapidamente possibile dal drammatico avvitamento nel quale sta entrando in queste ore.

Draghi mercoledì alla Camera: Renzi e Toti per un Governo Draghi Bis senza i 5 Stelle

Matteo Renzi sottolinea che occorrerebbe puntare su un Governo Draghi bis senza il Movimento 5 Stelle. Per l’ex premier e leader di Italia Viva:

Draghi ha fatto bene, rispettando le istituzioni: non si fa finta di nulla dopo il voto di oggi. I grillini hanno fatto male al Paese anche stavolta. Noi lavoriamo per un Draghi-Bis da qui ai prossimi mesi per finire il lavoro su Pnrr, legge di bilancio e situazione ucraina.

Giovanni Toti, leader di Italia al Centro, è sostanzialmente sulle stesse posizioni:

Ora subito al lavoro per il Draghi bis. Possibilmente senza quel Movimento 5 Stelle che ha dimostrato la sua vera essenza: un partito anti modernista, anti sistema, anti italiano e totalmente inaffidabile.

Draghi mercoledì alla Camera: il centrodestra decisivo, Lega e Forza Italia al bivio

E arriviamo ora al nocciolo della questione. Quale sarà l’atteggiamento del centrodestra in aula? Facile pronosticare la situazione per Fratelli d’Italia con una Giorgia Meloni che è sempre più in volo nei sondaggi stando all’opposizione dell’esecutivo. Nessuna fiducia a Draghi di certo e un appello affinchè si torni al voto.

Lega e Forza Italia sono le due componenti “governiste” della coalizione.

I due partiti torneranno senza problemi a votare la fiducia al Governo Draghi o riterranno dopo la “ritirata” dei senatori di Giuseppe Conte che non ci sono più le condizioni per stare al Governo con il Movimento 5 Stelle?

Da considerare anche che il centrodestra è favoritissimo in caso di elezioni. Ancora di più se resta la Legge Rosato e in una situazione come quella attuale in cui Partito Democratico e Movimento 5 Stelle non possono presentarsi per forza di cose in alleanza.

Ma la domanda è la seguente ed è quello che ci si chiede spesso anche dalle parti di Fratelli d’Italia: Lega e Forza Italia hanno così ampio desiderio di andare subito al voto con una Fratelli d’Italia fortissima e altissima nei consensi che farebbe la parte del leone nella coalizione vincente e i due partiti che sarebbero ridotti ad un ruolo marginale?

Forza Italia ha una posizione non contraria alla prosecuzione dell’esperienza Draghi come ha detto anche Silvio Berlusconi che ha auspicato un nuovo Governo senza i Cinque Stelle.

La Lega sembra invece divisa tra l’”ala governista” capitanata dal Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti che non ha caso ha parlato di “tempi supplementari del Governo” e lo stesso leader Matteo Salvini che da tempo è insofferente con molti esponenti del Governo Draghi e potrebbe volere staccare la spina.

Lega e Forza Italia sembrano essere al bivio. Ovvio che se dovessero decidere di sostenere un nuovo governo Draghi-bis o la continuità di quello attuale le frizioni e le polemiche con Giorgia Meloni aumenterebbero perchè la leader di Fratelli d’Italia avrebbe buon gioco ad attaccare agli alleati.

Se invece Lega e Forza Italia si dichiarassero indisponibili a continuare o con il Draghi attuale o con un eventuale Draghi-bis sembra difficile che non si possa andare allo scioglimento delle Camere con il voto per le elezioni politiche anche già nel mese di ottobre. 

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