Il governo Meloni non ottiene la maggioranza assoluta sul Def alla Camera dei Deputati e in tanti stanno già iniziando a pensare ad una crisi di governo. Ma siamo davvero già al capolinea? Secondo la maggioranza no, mancavano solo i voti degli assenti. Oggi si torna al voto e la fiducia verso il governo è appesa ad un filo. Ecco cosa potrebbe succedere alla 19esima legislatura.
La maggioranza va sotto sul Def: ecco cosa è successo
Il Def è una delle sfide più importanti per il governo in quanto in esso sono contenute le politiche economiche e finanziarie che lo Stato intende adottare. Tale documento, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, non può essere approvato senza una maggioranza assoluta in Parlamento.
Fatte queste brevi ma necessarie premesse, andiamo a vedere cosa è successo ieri. Il teso del Def doveva essere votato alla Camera dei Deputati ma purtroppo, con soli 195 voti a favore, è stato respinto. A Montecitorio la maggioranza assoluta è di 201 voti.
Immediatamente l’esecutivo ha convocato un Consiglio dei Ministri urgente per apportare delle modifiche al testo del Def e sono stati convocati i deputati assenti responsabili del mancato raggiungimento della maggioranza assoluta.
Cosa succederà oggi
La maggioranza ha giustificato solo alcune assenze in quanto gli onorevoli erano impegnati in missioni politiche improrogabili.
Le modifiche ci sono, i deputati anche. Oggi il testo tornerà a Montecitorio con la speranza del raggiungimento della tanto agognata maggioranza assoluta. A Palazzo Chigi, nonostante non siano state rilasciate dichiarazioni, sono sereni e non temono una crisi o un “tradimento” all’ultimo minuto da parte di alcuni deputati della maggioranza.
Gli scenari adesso sono due (e anche molto ovvi): il Def passa e il governo continua a lavorare serenamente, il Def non passa e si potrebbe aprire ad una crisi di governo.
L’ipotesi di una crisi di governo
“Siamo già in crisi?”, verrebbe da chiedersi a questo punto. La risposta ovviamente è: No, almeno fino a prova contraria. Il governo Meloni gode di ampi consensi e, come già abbiamo spiegato, la mancata approvazione del Def non è da ricercare in una scissione all’interno maggioranza, ma nelle assenze di alcuni deputati.
La polemica sul Def potrebbe chiudersi tra poche ore ed essere ampiamente archiviata. Ma c’è una condizione: il testo modificato del Def deve obbligatoriamente passare alla Camera dei Deputati.
L’approvazione a Montecitorio darebbe ragione e fiducia alla tesi della maggioranza. In caso contrario, invece, potrebbero esserci seri problemi.
Qualora il Def non dovesse raggiungere la maggioranza assoluta si potrebbe formalmente aprire ad una crisi di governo in quanto rappresenterebbe un attacco diretto al governo Meloni, che potrebbe perdere la fiducia da parte del Parlamento.
Questa ovviamente resta un’ipotesi remota ma plausibile. Bisogna inoltre aggiungere che il governo non sarebbe comunque obbligato alle dimissioni immediate, ma dovrebbe chiedere la fiducia al Parlamento.
Dunque possiamo concludere che parlare già di crisi del governo Meloni è prematuro ed allarmante. Ciò nonostante, oggi, il voto alla Camera, è la prima vera sfida che sta tenendo con il fiato sospeso l’esecutivo.