Fausto Bertinotti, che fine ha fatto l’ex leader di Rifondazione Comunista?

Che fine ha fatto Fausto Bertinotti? Ecco come passa il tempo l'ex leader di Rifondazione Comunista

Che fine ha fatto Bertinotti? Una domanda che evidentemente si pongono in molti considerato che nella ricerca su Google il suo nome appare nelle prime posizioni accanto al quesito che di solito si riserva ai personaggi molto conosciuti che a un certo punto “spariscono dai radar”.

In realtà i più attenti avranno notato che Fausto Bertinotti non ha mai smesso di occuparsi di politica, seppur indirettamente: vediamo cosa fa ora l’ex leader di Rifondazione Comunista.

La carriera politica di Fausto Bertinotti

La lunga carriera di Fausto Bertinotti – nato a Milano il 22 marzo 1940 – è stata segnata dall’impegno sindacale in Cgil e poi da quello politico, che lo ha portato anche a essere eletto Presidente della Camera dei Deputati nel 2006.

Sposato con Gabriella Fagno da quando aveva solo diciotto anni, ha un figlio, Duccio, e tre nipoti, Davide, Lisa e Anita.

Ma per tutti Fausto Bertinotti è soprattutto il segretario del partito della “Rifondazione Comunista“, carica che ha ricoperto dal 1994 al 2005. In particolare, è quello che ha determinato la fine del governo Prodi I, il primo governo di centrosinistra in Italia.

Scelta della quale, tra l’altro, non è affatto pentito: ” Allora il nemico era Berlusconi e per combatterlo costruimmo quella acrobatica alleanza. Ma poi abbiamo rotto perché Prodi aveva imboccato una strada che ha portato all’Europa di oggi, alle politiche economiche di austerità in cui i vincoli esterni pesano più di quelli interni”.

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Che fine ha fatto Bertinotti?

Ma di cosa si occupa ora Fausto Bertinotti? In realtà non ha mai smesso di occuparsi di politica, seppur indirettamente. Innanzitutto ha scritto molti libri e ha continuato a dire la sua ospitato in vari meeting, trasmissioni televisive e radiofoniche. A questa attività, per così dire pubblica, si affianca poi quella privata, ricca di interessi dove la cultura e l’arte hanno un ruolo di primo piano.

Opinionista molto richiesto

Insomma, Bertinotti non sembra intenzionato a rassegnarsi al ruolo di “pensionato”. Proprio di recente nel corso di varie interviste ha manifestato la sua opinione sui temi più scottanti della politica interna e internazionale, spesso criticando la sinistra attuale – quella istituzionale e non quella sociale – ormai a suo avviso scomparsa ” senza anima e senza corpo”. Non ha mai nemmeno inseguito le piazze Bertinotti – semmai le ha anticipate – che poche sere fa era al Teatro Argentina, a Roma, a vedere uno spettacolo sul rastrellamento del Ghetto di Roma di 80 anni fa.

Passano gli anni ma radio, tv e giornali, continuano a chiedere il suo pensiero sugli argomenti più disparati. Eppure, per un giovane oggi potrebbe apparire come una sorta di “dinosauro” della seconda Repubblica.

La figura complessa del politico, dell’uomo e dell’intellettuale

Il punto è che nel panorama attuale della politica italiana che insegue il popolo dei social, la sua figura dai contorni sfumati appare con una grazia enigmatica: la sua onestà intellettuale del resto, è stata riconosciuta perfino dai suoi detrattori e avversari politici.

Impossibile tuttavia, ignorare la contraddizione insita nella sua stessa esistenza: mentre ancora oggi propugna l’abolizione della proprietà privata, “un bisogno dell’umanità, un destino dell’uomo, come la pace”, si ritrova a godere di un vitalizio di tutto rispetto così come sono note le frequentazioni assidue alle feste dei cosiddetti “salotti romani”. “Non mi sono reso conto che alcuni miei comportamenti potessero essere scambiati per commistione con un ceto somigliante a una casta”, ha affermato in una intervista al Fatto quotidiano.

Uomo colto e appassionato d’arte

Eppure proprio questa dualità, l’ambiguità tra l’ideale e la realtà finisce per caratterizzarlo e non annientarlo. La sua profonda cultura e la passione per l’arte aggiungono infatti ulteriori strati a questa figura complessa, lasciando dietro di sé una scia di pensieri e dibattiti.

Già, l’arte. Tre serigrafie di Andy Warhol – una regalata e le altre due ereditate dall’amico Mario D’Urso – abbelliscono le pareti della sua casa, insieme a numerose altre opere che, ci tiene a precisare, sono tutti regali dei suoi amici. Ma su quelle tre serigrafie del re della Pop Art americana campeggia il volto di Mao Zedong . Ancora un corto circuito, una sottile contraddizione.

Per non parlare del suo rapporto con la fede che definisce ” in continua evoluzione. La ricerca permanente di un rapporto, anche se mai tentato dalla conversione”. In fondo “anche il socialismo è una fede”.

Uomo di passioni e ideali, Bertinotti e anche un individuo ancorato alla realtà complessa della sua stessa esistenza, proprio come tutti noi.

Vera Monti
Vera Monti
Giornalista pubblicista e precedentemente vice- presidente di un circolo culturale, scrivo di arte e politica - le mie grandi passioni - su varie testate online cercando sempre di trattare ogni argomento in tutte le sue sfaccettature. Ho intervistato vari personaggi della scena artistica nazionale e per Trend online mi occupo principalmente di politica ed economia
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