Iran: “Israele non può reggere la rivolta della Palestina!”

Il governo di Israele è sull'orlo del collasso, gli scontri con i Palestinesi sono sempre più cruenti. Ecco perchè i sionisti e gli islamici sono in guerra.

La genesi dello stato di Israele e i rapporti con la Palestina si presentano come una questione eternamente irrisolta.

“Il terrorismo può esser connotato di un Paese che si fregia di valori democratici come Israele?”  

questo il quesito espresso da Gideon Levy, emblema fatto carne dell’informazione estremista israeliana, come riportata da globalist.it

Ed è un quesito che alla luce degli scontri che hanno infiammato Gerusalemme nel corso dei primi quindici giorni di aprile attende una risposta sempre più urgente.

La violenza e l’aggressività dei tumulti tra i palestinesi e le forze dell’ordine nel complesso di al Aqsa, a Gerusalemme, stanno dando del filo da torcere al primo ministro Naftali Bennett, probabilmente destinato ad assistere impotente alla caduta del suo governo.

Almeno tre agenti israeliani e 152 palestinesi sono rimasti feriti negli scontri esplosi sulla spianata delle Moschee, almeno sarebbero 300 gli arresti accertati, in concomitanza con l’osservanza del Ramadan. 

I palestinesi, avvolti dalle urla della guerriglia e dai lacrimogeni sono stati rincorsi fino a dentro la Moschea di Aqsa, cuore pulsante dell’Islam, finito nel mirino dei sionisti nel 2013, mentre l’opinione pubblica del globo era impegnata a capire se  il presidente siriano Bashar al-Assad avesse scagliato armi chimiche verso il proprio popolo.

A quell’epoca rimase il dubbio che l’accusa alla Siria fosse l’ennesimo stratagemma di Israele per screditare un Paese islamico e giustificarne quindi la sottomissione.

Approfittando di quello scompiglio, il regime sionista pianificò un piano sacrilego: edificare un tempio sull’area di al-Aqsa dopo averla rasa al suolo, deflagrando così sia uno dei simboli islamici più sentiti, sia la sacralità della terra calcata da Maometto.

Il desiderio di Israele non si limitava allora alla dissacrazione dell’Islam: i sionisti volevano spazzare via ogni residuo, per poter riscrivere liberamente la loro storia.

E da questo rischio, palestinesi e intellettuali come Gideon Levy avevano già messo in guardia l’opinione pubblica mondiale.

Il governo di Israele è prossimo al collasso.

I fautori delle lotte armate spesso approfittano di determinati squilibri per potersi imporre.

 “Israele è così prostrata da non avere gli strumenti per sedare e opporsi alla resistenza della Palestina” – ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian.”

leggiamo su ansa.it

Le violenze e le le guerriglie urbane si sono protratte per ore, sotto i botti assordanti delle granate.

Tumulti intervallati da qualche concessione della polizia ai fedeli per partecipare alle funzioni religiose di mezzogiorno nella Moschea invasa, patrimonio dell’Unesco, in un complesso storico che riesce a racchiudere in sè l’affezione delle tre grandi religioni monoteiste.

“Questa inciviltà protratta ed efferata ha l’obiettivo di depauperare la Moschea, cacciare i fedeli. Per essa noi siamo disposti a dare il sangue. L’occupazione sa che esiste un limite, coincidente con l’ingresso della Moschea, che non deve essere valicato.”

ha dichiarato Omar al-Kiswani, direttore di al Aqsa, come riportato da rainews.it

L’attacco della polizia all’interno della Moschea di Atqa non è un avvenimento politico e civile, ma si tratta di un gesto intriso di simbologia.

Vediamo perchè.

Perchè Israele e Palestina combattono una guerra senza fine, la genesi

Negli anni del dominio britannico, tra il 1918 e il 1949, la Terra Santa, chiamata Eretz Yisrael per gli ebrei o Falestin (Palestina) per gli arabi, finì per corrispondere ad un’area ben delimitata e compresa tra il Libano, a est dal fiume Giordano e dal mar Morto e a sud dal Golfo di Aquaba.

Il 60% del territorio che la compone è desertico e inospitale. Fin dai tempi più remoti, il fattore climatico spinse le popolazioni a concentrarsi nelle aree collinari più fertili della Giudea e della Galilea.

Nel 1881 la popolazione palestinese ammontava a circa 450.000 individui, il cui 90% era di etnia arabo-musulmana, a fronte della sparuta popolazione ebraica, composta da 20.000 persone.

Quest’ultima, suddivisa tra ebrei Aschenaziti di estrazione europea e Sefarditi, di matrice spagnola, nord africana e mediorientale, rappresentava una piccola comunità insediatasi in Palestina sin dai tempi della diaspora sotto il regno di Babilonia.

Si trattava dunque di una minoranza concentrata nelle 4 città sacre alla tradizione ebraica, ovvero Gerusalemme, Hebron, Tzfat e Tiberiade.

La Palestina, che dal 1517 al 1918 fu governata dall’Impero Ottomano, era da sempre terra agitata da tumulti, che attirava le mire espansionistiche di molti.

Nel frattempo, l’antisemitismo incombeva sugli ebrei con ghettizzazioni, discriminazioni, violenze, molte delle quali si consumarono nella zona di residenza, ovvero un territorio sotto il dominio russo del 1700, esteso dalla Lituania alla Crimea. 

Questo fu il carburante che alimentò il sionismo, una dottrina destinata a cambiare anche la storia europea.

Il desiderio degli Ebrei riguardava la creazione di un loro Stato che potesse difenderli e preservarli dalle persecuzioni, progetto che avrebbe dovuto concretizzarsi in Terra Santa per motivi ideologici e simbolici.

Il giornalista austroungarico Theodore Herzl, fondatore del sionismo, ne fece un movimento internazionale. 

A seguito dell’iniqua uccisione dell’ufficiale francese Alfred Dreyfus, condannato per il solo fatto di essere ebreo, Herzl andò ad esasperare la necessità di un territorio sicuro.

Il giornalista austroungarico diffuse le sue idee nei circoli mitteleuropei, senza mai fare riferimento al destino che i sionisti avevano pensato per le popolazioni islamiche che già occupavano la Palestina.

Si limitò a scrivere all’allora sindaco di Gerusalemme per assicurarlo del fatto che non ci fosse nessuna intenzione aggressiva tra i suoi intenti, verso gli autoctoni.

Perchè Israele e Palestina combattono una guerra senza fine, la storia moderna

Tutto ciò che accadde dopo è storia: quella che era destinata a diventare una guerra senza fine tra sionisti e palestinesi, fu inquinata dalla presenza europea, quella britannica in primis, che con la scusa di aiutare gli ebrei desiderava costituire delle colonie per avere il controllo su quei territori.

Segue una trafila di vicissitudini legate al nazismo, alla propaganda hitleriana e fascista: mentre i due popoli combattevano per assicurarsi l’egemonia, tutta l’Europa cospirava intorno a loro.

Questo, fino al silente inizio della Nakba, la catastrofe, come l’avrebbero chiamata in arabo i palestinesi.

Con la Risoluzione 181 dell’ONU, avvenne la ripartizione della Palestina: da un lato lo Stato ebraico, dall’altro quello arabo e il corpo separato di Gerusalemme.

Essa tuttavia provocò lo slancio finale dei sionisti, volto ad accaparrarsi più territori possibili ed espellere il maggior numero di palestinesi.

I villaggi islamici furono quindi messi a fuoco e fiamme, e mano a mano che la devastazione avanzava, altrettanti palestinesi furono cacciati e deportati.

Quando i britannici si ritirarono dalla Palestina e Israele decretò la propria indipendenza, nel 14 maggio 1948, la Nakba contava già oltre 300.000 sfollati e rifugiati palestinesi.

In tutto ciò, la nuova Lega Araba non si astenne dall’intervenire, istituendo un esercito di liberazione della Palestina.

Il giorno dopo la dichiarazione di indipendenza sionista, Libano, Egitto, Giordania, Siria e Iraq invasero Israele.

Una guerriglia condotta da sparuti gruppi che si rivelò un fiasco per i Paesi arabi.

Lo stato ebraico riuscì ad espandersi, mentre la Palestina cessò di esistere in quanto tale: fu suddiviso in tre parti, rispettivamente sotto il controllo di Israele, della Giordania e dell’Egitto.

Israele e Palestina in un conflitto senza fine: le ragioni dell’occupazione della Moschea di Aqsa 

“La paura è relativa al fatto che gli scontri della scorsa settimana sono solo l’inizio. Le cause sarebbero addebitabili anche al coincidere della Pasqua cristiana, con quella ebraica, con il Ramadan.”

leggiamo su ilpost.it

Le relazioni mai sanate tra gli appartenenti alle tre religioni monoteiste giustificano il susseguirsi di atti sanguinari e guerrafondai in una regione del mondo che sembra impossibilitata a trovare la sua pace?

Che il Ramadan sia stato la scusa per approfittare della manifesta debolezza dello Stato di Israele per tentare la ripresa di alcune porzioni di Gerusalemme, è l’ipotesi più accreditata.

La Moschea di Atqa rimane il fulcro centrale dei tumulti, ed è comprensibile perchè Israele non ha mai nascosto la sua brama di appropriarsi completamente di Gerusalemme.

Nel corso del conflitto del 1967, lo stato sionista ha sottratto la porzione a est di Gerusalemme, precedentemente sotto il dominio giordano, una porzione che include appunto il complesso della Piana delle Moschee.

Israele nel portare avanti i propri progetti continua a ignorare i palestinesi islamici che abitano quella zona così importante dal punto di vista religioso e politico, i quali invece non permetteranno mai agli israeliti di far si che Gerusalemme est diventi la loro capitale.

Per questo motivo la Moschea di Atqua rimane un simbolo intriso di sangue.

Da giorni le due essenze della terra Santa avevano ricominciato a massacrarsi a vicenda: l’escalation di violenza è avvenuta a seguito dello sgombero di alcuni nuclei palestinesi da parte delle autorità, affinchè altri gruppi di sionisti avessero potuto insediarsi al loro posto.

Questa è stata la miccia che ha fatto scattare l’ira degli islamici.

La situazione è precipitata dopo che dei missili di corta gittata sono stati scagliati dalle truppe di Hamas dalla Striscia di Gaza, cosa che ha scaturito l’immediata reazione dello Stato sionista che ha risposto con altri bombardamenti.

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
780FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate