Come funziona il premierato di Giorgia Meloni, cosa cambierebbe e i poteri del premier

Premierato, la riforma costituzionale proposta dal Governo: come funziona, cosa cambierebbe e cosa dice l'opposizione.

Lo scorso 3 novembre 2023 il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera all’elezione diretta del presidente del Consiglio, un concetto noto come “premierato”. Questa riforma costituzionale, proposta dal Governo Meloni, mira a rafforzare la stabilità dei governi e a valorizzare il ruolo del corpo elettorale. Ad aprile 2024, ai microfoni di Porta a Porta, la stessa Meloni ha ribadito che difenderà il premierato.

La premier ha poi arricchito le sue proposte di riforma costituzionali dichiarando che non sarebbe contraria a un’elezione diretta del capo di Stato. È sicuramente un’epoca di novità in campo costituzionale, o almeno questa è l’impressione: riforme e proposte di legge per dare una stabilità governativa sono all’ordine del giorno, e la destra sembra andare d’accordo sotto questo punto di vista. Ma che cos’è il premierato e come funziona esattamente?

Come funziona il premierato e perché è stato proposto

La proposta di premierato è stata presentata come una misura per dare maggiore peso alle preferenze degli elettori alle urne, affrontando alcune delle sfide che il sistema politico italiano ha affrontato negli ultimi anni. L’obiettivo principale è quello di rafforzare la stabilità dei governi, consentendo al presidente del Consiglio di avere un mandato di cinque anni, riducendo così la frequenza con cui il governo può essere scosso da cambiamenti improvvisi.

La riforma mira a consolidare il principio democratico, garantendo che il capo del governo sia direttamente eletto dai cittadini, rendendo il processo decisionale politico più responsabile. Un altro obiettivo chiave è la prevenzione di fenomeni come il transfughismo e il trasformismo parlamentare, che spesso si verificano dopo le elezioni o la caduta del governo.

Questi fenomeni hanno contribuito a un’instabilità politica che ha reso difficile la pianificazione a lungo termine e l’attuazione di politiche coerenti. Tuttavia, nonostante gli obiettivi encomiabili, questa iniziativa sta suscitando un dibattito acceso tra i sostenitori e i critici, con molte preoccupazioni legate alle possibili conseguenze e agli sbilanci di potere che potrebbero emergere all’interno del sistema politico italiano.

Cosa prevede il premierato all’italiana: le misure

Il disegno di legge costituzionale sul premierato prevede cinque misure chiave:

  • voto diretto per il presidente del Consiglio, il presidente del Consiglio sarà eletto direttamente durante le elezioni per il rinnovo delle Camere.

  • mandato di cinque anni, il presidente del Consiglio avrà un mandato fisso di cinque anni.

  • sostituzione del presidente del Consiglio, il presidente del Consiglio potrà essere sostituito da un parlamentare della maggioranza solo al fine di attuare lo stesso programma di governo, con lo scioglimento delle Camere in caso di cessazione del mandato del sostituto.

  • nuova legge elettorale con premio nazionale, una nuova legge elettorale assegnerà al partito o alla coalizione di partiti del presidente del Consiglio il 55% dei seggi parlamentari.

  • abolizione dei senatori a vita nominati, la figura dei senatori a vita nominati sarà abolita.

Il ruolo del Presidente della Repubblica: come cambierebbe?

La riforma del premierato avrà un impatto significativo sul ruolo del presidente della Repubblica, ridimensionandolo notevolmente. Attualmente, il presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio e i ministri. Con questa riforma, il premier sarà individuato solo tra i parlamentari eletti dalle elezioni e il presidente della Repubblica avrà meno spazio di manovra. Dovrà basare la sua decisione sulle preferenze emerse dalle elezioni.

La riforma costituzionale del premierato dovrà superare il doppio passaggio in Parlamento, con modifiche alla Costituzione che richiedono il parere favorevole dei due terzi dei rappresentanti del popolo. In caso di mancato accordo, potrebbe essere indetto un referendum costituzionale. Tuttavia, le modifiche costituzionali sono spesso oggetto di rigide resistenze da parte degli italiani, come dimostrato da precedenti referendum.

Il futuro del premierato potrebbe essere incerto, con il rischio di una divisione di poteri tra il Quirinale e Palazzo Chigi, minando la stabilità dell’esecutivo.

Una riforma troppo criticata

Tra le critiche principali alla riforma costituzionale del premierato c’è la preoccupazione che il secondo arrivato alle elezioni sarebbe troppo avvantaggiato rispetto al presidente del Consiglio. Questo potrebbe portare a scontri all’interno della maggioranza, con i leader dei partiti alleati che ambiscono al ruolo di presidente del Consiglio, minando così la stabilità dell’esecutivo.

La proposta di premierato in Italia rappresenta una riforma costituzionale significativa che solleva una serie di questioni cruciali per il sistema politico del paese. Mentre mira a rafforzare la stabilità dei governi e a valorizzare il ruolo dell’elettorato, questa iniziativa è soggetta a una forte opposizione e a dubbi sulla sua fattibilità. Il futuro del premierato, che è diverso dal presidenzialismo, rimane incerto e solo il tempo dirà se questa riforma costituzionale sarà approvata e implementata.

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