Risultati prove Invalsi 2023: in italiano e matematica insufficiente uno studente su due

Resi noti i risultati delle Prove Invalsi 2023. Molti dati preoccupanti nel report. Il ministro Valditara: “Interventi mirati nelle scuole”.

Presentazione ufficiale a Roma dei risultati delle Prove Invalsi 2023. La presentazione è avvenuta con il presidente Roberto Ricci e alla presenza del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Che cosa sono intanto le prove INVALSI? Le Prove nazionali INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) sono prove scritte svolte ogni anno da tutti gli studenti italiani delle classi previste dalla normativa allo scopo di valutare, in alcuni momenti chiave del ciclo scolastico, i livelli di apprendimento di alcune competenze fondamentali da parte degli studenti.

Ecco i risultati principali del report di quest’anno. La fotografia scattata dall’Invalsi sulle prove 2023 conferma come anche quest’anno uno studente su due esce dalle superiori con competenze inadeguate in italiano e matematica.

Il Rapporto Invalsi: chi ha effettuato le prove

Le prove Invalsi 2023 hanno coinvolto in 12.000 scuole oltre 1 milione di allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di studenti della scuola secondaria di secondo grado.

Nonostante gli elevati numeri di studenti partecipanti, di classi e di scuole coinvolte, le prove si sono svolte regolarmente con tassi di copertura sempre superiori al 95-96%, molto vicini al raggiungimento di tutta la popolazione destinataria delle prove

Il risultato del Report preoccupa su italiano e matematica

Il Rapporto Invalsi preoccupa.

In italiano il 51% degli studenti (addirittura un punto in meno rispetto al 2022) ha raggiunto almeno il livello base (dal livello 3 in su). Questo significa che il restante 49% non lo ha raggiunto. Con un divario tra Nord e Sud che raggiunge la quota di 23 punti percentuali.

Questa è una delle principali e maggiormente preoccupanti conclusioni del rapporto e il presidente Roberto Ricci spiega:

È giusto dire che assistiamo a un effetto ‘long Covid’, è un’immagine appropriata, si fatica a tornare a livelli pre-Covid. Gli apprendimenti sono un continuum, se si inseriscono discontinuità questo finisce per avere un peso.

Gli altri risultati legati alle scuole superiori

Per quel che riguarda matematica il 50% degli studenti che terminano le superiori raggiunge almeno il livello base. L’altra metà no.

Per quel che riguarda inglese il 54% degli studenti raggiunge il livello nella prova di ”reading” mentre il 41% in quella di listening.

I dati relativi alle scuole medie

Per quel che riguarda le scuole medie dopo il calo in Italiano e Matematica registrato tra il 2019 e il 2021, c’è un miglioramento ma non si riscontra un cambiamento di direzione deciso.

Gli studenti che raggiungono risultati in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali sono per quanto riguarda la materia Italiano il 62%, per matematica il 56%, Inglese-reading l’80%, Inglese-listening il 62%.

La situazione del Rapporto INVALSI legata alle elementari

Vediamo ora la situazione nella scuola primaria. In II elementare i risultati di Italiano e di Matematica sono più bassi di quelli del 2019 e del 2021 e sostanzialmente in linea con quelli del 2022. In Matematica 1 bambino su 3 non raggiunge le competenze di base né in II né in V. Qui i risultati del 2023 sono più bassi di quelli degli anni precedenti, compreso il 2022, in tutte le discipline, incluso l’Inglese.

Il rapporto Invalsi 2023 evidenzia una differenza dei risultati tra scuole e tra classi più accentuata nelle regioni meridionali.

Ciò significa – evidenzia l’istituto Invalsi – “che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi“.

In V elementare in Italiano circa il 74% raggiunge almeno il livello base. In Matematica circa il 63% raggiunge almeno il livello base. Anche i risultati d’Inglese sono in calo rispetto al 2022. L’87% degli allievi raggiunge il prescritto livello A1 del Qcer nella prova di lettura (reading), mentre nella prova di ascolto (listening) è una percentuale pari all’81% di allievi.

La situazione legata alla dispersione scolastica implicita

Secondo il Rapporto Invalsi, diminuisce la dispersione scolastica implicita. Da qualche tempo è sempre più evidente che particolare attenzione va rivolta non solo agli studenti che abbandonano la scuola ma anche a tutti coloro che terminano il ciclo di studi scolastico senza possedere le competenze di base necessarie.

Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7,5%, per salire al 9,8% nel 2021. Nel 2022 si era già osservata una leggera inversione di tendenza sia a livello nazionale, passando al 9,7%. Gli esiti del 2023 confermano un più rilevante calo della dispersione scolastica implicita che si attesta all’8,7%.

Le parole del ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Valditara

Il ministro della Pubblica Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara afferma che

i divari a sfavore del Mezzogiorno si accentuano nella scuola secondaria. Le cause sono tante, la fragilità sociale dei territori innanzitutto. L’ elemento di preoccupazione è il solito: l’Italia è divisa in due con ragazzi del mezzogiorno fortemente pregiudicati nelle opportunità formative e occupazionali rispetto agli studenti di aree più avvantaggiate del Paese. È evidente che dobbiamo pensare ad un intervento mirato specificamente sulle scuole del Mezzogiorno.

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