“È il più importante taglio delle tasse per il lavoro degli ultimi decenni”. Queste parole sono di Giorgia Meloni. Ieri, in un video di Palazzo Chigi che annunciava il nuovo decreto lavoro, abbiamo spiegato che la riduzione del cuneo fiscale prevista da questo provvedimento è la più significativa della storia recente. Ma è davvero così o è solo propaganda? Vediamolo nel seguente articolo.
I numeri delle misure fiscali degli utlimi anni
Le misure fiscali degli ultimi anni dimostrano che non c’è bisogno di andare così indietro nel tempo. Sia il governo Draghi che quello Renzi hanno aumentato la spesa fiscale sul lavoro. In un video girato il 1° maggio, il Premier Meloni si vanta di questo primato senza contraddittorio e senza rispondere alle domande in conferenza stampa.
Sebbene non ci sia ancora un testo ufficiale sulle norme per l’occupazione, secondo un comunicato del governo (e un video promozionale di Giorgia Meloni), i tagli ridurranno il margine contributivo, cioè i contributi previdenziali pagati dai dipendenti, di altri quattro punti percentuali.
Ciò significa che l’importo già ridotto raggiungerà i 7 punti percentuali per i redditi fino a 25.000 euro e i 6 punti percentuali per i redditi tra 25.000 e 35.000 euro. I nuovi tagli fiscali inizieranno il 1° luglio e saranno temporanei fino alla fine dell’anno.
Il premier ha dichiarato che il tesoretto che il governo Meloni dovrà utilizzare ammonterà a circa 4 miliardi di euro. La cifra sembra un po’ bassa viste le risorse fornite dalla deflazione, ma è comunque superiore ai 3 miliardi. In ogni caso, si tratta di cifre per i tagli. E no, non sono affatto i più grandi tagli degli ultimi decenni.
Primo maggio: il Governo festeggia con i fatti. Anche oggi al lavoro per migliorare la condizione dei lavoratori. #1maggio pic.twitter.com/1nJmb14UDl
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) May 1, 2023
Ecco quanto hanno speso le altre amministrazioni
Come ultima manovra verso il 2022, l’amministrazione Draghi aveva previsto di spendere 7 miliardi di euro per ridurre l’Irpef e 1 miliardo di euro per ridurre l’Irap su imprese e lavoratori autonomi, e di ridurre il cuneo premiale dello 0,8%, ma il decreto Aiuti-bis approvato in estate ha portato a due punti tondi (un 1,2% in più). Ciò comporta un costo aggiuntivo di circa 3 miliardi di euro. Si tratta dell’ulteriore riduzione di 1 punto percentuale per i redditi fino a 25.000 euro, poi confermata dal Governo Meloni nel suo Manifesto.
In ogni caso, questa misura di intervento (tra i 3 e i 4 miliardi), insieme ai 50 euro stanziati per i tagli precedenti nel manuale di fine anno, non supererà un totale di 9 miliardi di euro. Il governo Draghi ha speso oltre 1,1 miliardi di euro.
Allo stesso modo, anche il governo Renzi, che ha introdotto il bonus di 80 euro nel 2014, ha speso di più. Si è trattato di un taglio che è costato dai 9 ai 10 miliardi di euro all’anno per i lavoratori dipendenti. In realtà, si tratta della stessa cifra di tutti gli investimenti fatti finora dal Governo Meloni.
Il leader di “Italia Viva” è intervenuto ieri sera per difendere il suo operato, ma ha fatto una serie di interventi che poco avevano a che fare con la tassa sul lavoro.
Primo maggio: il Governo festeggia con i fatti. Anche oggi al lavoro per migliorare la condizione dei lavoratori. #1maggio pic.twitter.com/1nJmb14UDl
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) May 1, 2023