Terremoto, quali sono le principali zone sismiche a rischio in Italia e in Europa

Dopo le varie scosse sismiche a Napoli, in tanti si sono chiesti quali siano le principali zone sismiche in Italia e in Europa. Ecco la lista.

Dopo le numerose scosse di terremoto che hanno interessato la zona di Napoli e dei Campi Flegrei, il livello di allerta è stato alzato al massimo, molte sono le preoccupazioni non solo delle istituzioni ma anche degli stessi cittadini, che vogliono rassicurazioni da parte delle autorità.

Molti italiani nelle ultime ore si sono dunque chiesti quali siano le principali zone sismiche in Italia e in Europa, e perché ci sono zone più colpite di altre. Vediamo le regioni italiane e gli Stati più a rischio.

Terremoto, quali sono le principali zone sismiche in Italia e in Europa

Bisogna fare prima una breve premessa: non si può prevedere in maniera accurata un terremoto essendo questo un evento naturale improvviso. Esistono però particolari zone che a causa della conformazione del terreno e della presenza di faglie tettoniche sono maggiormente a rischio sismico. Tra le Nazioni europee in cui c’è più probabilità sismica al primo posto c’è proprio l’Italia, a seguire paesi del bacino del mediterraneo come la Grecia la Turchia, la Spagna del Sud e il Portogallo. Minore probabilità sismica c’è invece in Nazioni come: la Francia, il Belgio, il Regno Unito, l’Islanda e la Norvegia. Anche in queste ultime, però, si possono comunque verificare dei terremoti violenti.

Nelle Stati dei Balcani e dell’Europa meridionale (compresa la Turchia) c’è più probabilità che la terra tremi in quanto sono situati geograficamente nella zona di collisione tra la Placca Eurasiatica e quella Africana. Il violentissimo terremoto che si è verificato in Turchia e in Siria è localizzato in una zona non troppo distante dalla già citata placca Eurasiatica.

In Italia la probabilità che si verifichi un terremoto è elevata nelle zone montuose dell’Appennino, al Sud (isole comprese, soprattutto la Sicilia) e sulla Costa Adriatica (Marche, Abruzzo e Molise sono le Regioni con maggiore probabilità di sisma).

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Dal 2003 vi è una classificazione sismica redatta dalla Protezione civile dove si distinguono 4 zone:

  • Zona 1: l’area più pericolosa in assoluto

  • Zona 2: area con densità sismica media;

  • Zona 3 area con densità sismica bassa;

  • Zona 4 area con densità sismica decisamente bassa

Ogni regione italiana è collocata in una zona simica differente ecco la lista:

  • Zona 1 (rischio alto): Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Umbria, Molise, Campania, Sicilia.

  • Zona 2 (rischio medio alto): Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Basilicata.

  • Zona 3(rischio medio basso): Lombardia, Toscana, Liguria e Piemonte.

  • Zona 4(rischio sismicità bassa): Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta

Probabilità sismica e rischio sismico, la Campania la zona più a rischio

Attenzione però, va chiarita una cosa: la probabilità che si verifichi un sisma non significa che questo sia rischioso. Il rischio sismico infatti prevedere un intervento dell’uomo che può ridurre o meno la pericolosità di un terremoto.

Quindi se una zona è ad elevata probabilità sismica il rischio sismico potrebbe essere irrilevante o nullo. In tal senso, infatti, si cerca di rendere le città e gli edifici a prova di terremoto. Se si costruiscono nuove strutture resistenti anche a magnitudo di livello elevato, il terremoto difficilmente creerà danni a cose e persone, ma solo un forte spavento.

In Italia oltre alle regioni del centro Italia, già devastate da violenti terremoti tra cui quello devastante dell’Aquila del 2009 e il terremoto di Amatrice e del centro Italia che ha spazzato via interi comuni nel 2016.

Nel Mezzogiorno la regione che rischia di più è proprio la Campania ricordando il devastante terremoto dell’Irpinia del 1980, sono 129 i comuni che vengono inseriti nella lista di quelli a elevata sismicità. Si trovano quasi tutti nelle province di Avellino, Benevento e Caserta. In particolare a ridosso delle zone appenniniche del Matese e dell’Irpinia.

Il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni in merito alle recenti scosse ha affermato:

I Campi Flegrei sono un vulcano attivo che in questo periodo respira più del solito, questo determina la sismicità che vediamo. Sono terremoti che definiamo leggeri, la loro pericolosità è dovuta dal fatto che sono superficiali, quindi possono produrre danni. Però certamente non possiamo immaginare che qui possano avvenire terremoti di magnitudo molto più forte, tipo 6 o 7.

Mentre la zona di Napoli e dei Campi Flegrei sono a rischio a causa dell’elevata attività vulcanica sotterranea che da anni preoccupa gli esperti, e che sembrano aumentare il rischio di un’eruzione. Esistono infatti due esempi che spiegano come il rischio sismico possa essere alto o basso: il Giappone e la Turchia.

L’isola situata in Asia è una delle zone con più alta probabilità sismica al mondo. Gli ingegneri e gli architetti hanno infatti costruito nuove strutture e messo a norma quelle vecchie per annullare il rischio sismico. Si può osservare, nel caso del Giappone, come terremoti di magnitudo superiore alla media mondiale creino danni pari a zero o irrilevanti: alta probabilità sismica, basso rischio sismico.

Discorso opposto invece va fatto per la Turchia. Le immagini inquietanti che circolano da una settimana in rete dimostrano come gli edifici siano crollati nel giro di pochissimi secondo. Purtroppo la maggior parte delle strutture distrutte dal terremoto non erano a prova di sisma. Dunque alta probabilità sismica, alto rischio sismico.

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