Francobolli, fino a 30.000 euro di valore se rari! Quali sono?

Francobolli e diventi ricco? Alcuni esemplari italiani, considerati rari hanno un valore di 30.000 euro. Ecco quali sono e come venderli online.

Francobolli fonte di ricchezza? Assolutamente sì. Al pari delle monete rare, i collezionisti sono disposti a sborsare fior di quattrini per accaparrarsi i pezzi più pregiati in circolazione. Quelli considerati rari per una serie di caratteristici possono raggiungere i 30.000 euro di valore.

Alcuni lo ignorano, ma non solo le vecchie Lire italiane posso farti guadagnare un vero e proprio patrimonio. Se per casa, conservati nei cassetti, in soffitta ti imbatti in uno o più francobolli rari potrebbe essere il tuo giorno fortunato. Come mai?

Al giorno d’oggi si contano numerosi francobolli italiani e no di valore inestimabile. In alcuni casi, più si tratta di pezzi pregiatissimi e molto remunerati se scambiati in un’asta. 

Pensavate i vecchi collezionisti di francobolli fossero estinti? Non è assolutamente così. In qualsiasi parte del mondo, Italia compresa, troverete sempre qualche appassionato di francobolli rari sempre alla ricerca di pezzi di immenso valore economico. 

Ma ritorniamo a noi e vediamo subito quali sono i francobolli italiani e non che valgono almeno 30.000 euro. 

Grazie all’ausilio del portale francobollirari.net vi sveleremo perché i francobolli possono assumere un valore superiore ad ogni aspettativa, quali sono le caratteristiche da analizzare per capire se i francobolli in nostro possesso sono dei veri e propri gioiellini e come venderli per poterne incassare il valore.

Prima di immergerci del regno dei francobolli di immenso valore economico, vi lasciamo alla visione di un interessante video YouTube di Rari di Valore dedicato proprio agli esemplari che valgono oggi cifre da capogiro.

Siete pronti al viaggio nel mondo dei francobolli più prestigiosi al mondo? 

Francobolli, caccia a quelli rari di valore: dove trovarli

Quando sentiamo parlare di francobolli la nostra mente ritorna indietro nel tempo di qualche anno. Questo perché viene spontaneo pensare che si tratti di pezzi da collezione ormai vecchi. 

Niente di più sbagliato! Anche se associamo i francobolli a ricordi ormai sbiaditi, si tratta di cimeli sempre all’avanguardia.

Viene poi spontaneo chiedersi se, ora come ora, venire in possesso di un francobollo raro sia un’ardua impresa. Anche in questo caso la risposta è negativa. Sono tante le strade percorribili se si è intenzionati ad acquistare o scambiare francobolli di prestigio.

Siete assidui frequentatori di mercatini, mostre di antiquariato o affini? Iniziate con il piede giusto. Girovagando per fiere e feste locali troverete sicuramente appassionati di francobolli disposti alla compravendita dei pezzi più ambiti.

Se ormai acquistate tutto su internet e conoscete abbastanza bene il mondo delle aste online potete tranquillamente comprare o mettere in vendita i francobolli direttamente su eBay, forum o siti di collezionisti appositamente pensati.

Inutile dire che occorre scegliere accuratamente il portale a cui affidarsi per evitare di cadere in truffe o malintenzionati capaci di refilarvi francobolli falsi spacciati invece per pezzi rari e di prestigio.

Occhi aperti insomma! Non dimenticate, poi, di consultare frequentemente le emissioni periodiche di Poste Italiane: spesso le pubblicazioni riservano piacevoli sorprese agli appassionati di francobolli.

Francobolli di valore, cosa li rende rari? Ecco come riconoscerli

Al pari delle monete rare, i francobolli possono assumere un valore di stima attuale molto alto per una serie di caratteristiche. 

Sono tante le variabili che fanno incrementare la quotazione di un francobollo, tiratura in primis. Il numero di esemplari in circolazione influenza sensibilmente il valore di un francobollo. In che modo?

Così come per le monete rare più sono i pezzi prodotti di un certo francobollo, più elevato sarà il suo valore di scambio. Naturalmente, vale anche il contrario. 

La seconda caratteristica che concorre ad innalzare il valore dei francobolli è l’età del pezzo in nostro possesso. Questo perché, nella stragrande maggioranza dei casi, è difficilissimo stabilire la loro data di produzione. 

Poche volte la si trova stampata sui francobolli, molto spesso non si compare nella “vignetta”.

Un ruolo rilevante è assunto, poi, dallo stato di conservazione del francobollo. Sono previste alcune scale di mantenimento che permettono di risalire anche alla rarità dei pezzi. 

Nello specifico, abbiamo tre status: francobolli integri, danneggiati e usati. Gli ultimi due indicano irrilevanti o importanti abrasioni fatte di buchi, stropicciature e pieghe, quelli integri invece identificano francobolli completamente immacolati.

Francobolli, quelli rari italiani di maggiore valore. Quali sono?

Partiamo dall’Italia. Anche se viene difficile pensarlo si contano numerosi esemplari nostrani in testa alla classifica dei francobolli rari più ambiti al mondo. 

I primi francobolli made in Italy sono stati prodotti nel lontano 1850, mentre quelli mai pubblicati nel nostro paese risalgono al periodo antecedente l’Unità d’Italia. 

La serie più vecchia, prima in assoluto e identificata con il nome di Aquila Bicipite, deve i natali al Regno Lombardo Veneto. 

Stiamo parlando di cinque francobolli di estrema rarità e per questo di importante valore economico. Quando possono valere? La loro quotazione fa letteralmente brillare gli occhi dei collezionisti più incalliti.

Possedere uno solo di questi francobolli potrebbe cambiarvi la vita: il loro valore va dai 21.000 ai 23.000 euro.

Francobolli rari, 30.000 euro di valore per un esemplare italiano: di quale si tratta?

Una storia affascinante che teniamo a raccontarvi è quella che accompagna la stampa dei francobolli Granchi Rosa 1961: pezzi ancora una volta italiani di immenso valore economico. 

Stiamo parlando di francobolli molto ricercati e valutati a peso d’oro dai collezionisti disposti a sborsare migliaia di euro per venirne in possesso. Ma torniamo alla loro storia. 

Ad aprile del 1961 l’allora Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi (da cui prendono il nome i francobolli), intraprese un viaggio d’affari in America Latina con tappe in Argentina, Uruguay e Perù.

Un anno prima (1960) della partenza, per celebrare l’evento presidenziale, vennero emessi tre francobolli, uno per ogni paese da visitare, come riportato dal sito francobollirari.net. 

Non tutti i francobolli Giovanni Gronchi hanno però un valore economico degno di nota. 

E’ quello emesso in occasione della visita in Perù a valere ora fior di quattrini. Quanto? Il suo valore di quotazione è sorprendente: chi si ritrova fra te mani l’ambito francobollo raro potrà incassare dalla sua vendita ben 30.000 euro.

Francobolli, 30.000 euro per il Gronchi Rosa: a cosa deve il suo valore?

Nel precedente paragrafo abbiamo solo trattato il valore economico del Granchi Rosa senza soffermarci sulla caratteristica che fa assumere all’esemplare la quotazione di 30.000 euro.

Ma perché è così ambito dai collezionisti? Per un errore di emissione: la raffigurazione sul francobollo dei confini del Perù non corrisponde a quella reale. Ad essere omessa è stata una parte dell’Amazzonia conquistata dallo Stato. 

Chi tracciò i confini del Granchio Rosa, rientrante nell’elenco dei francobolli più ricercati al mondo, lo fece prendendo a riferimento l’atlante precedente alla guerra fra Ecuador e Perù.

Anche se i francobolli furono in fretta e fuori tolti dalla circolazione e il Ministero ha vietato la riproduzione di altri esemplari, stando ad alcune stime, ben 80.000 pezzi sono sfuggiti al ritiro.

Si è poi proceduto alla stampa della corretta versione dei francobolli celebrativi anche se il valore di questi ultimi, completamente integri, non supera i 1.000 euro.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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