Pellet, IVA dal 22% al 5%: ecco come un emendamento alla Manovra 2023 ne riduce l’imposta

Pellet ai massimi storici. Colpa anche dell’aliquota IVA del 22%. Previsto un emendamento nella Legge di Bilancio per abbatterla al 5%. Ecco le novità

Costi del Pellet sempre più alti, colpa anche dell’IVA. Previsto un emendamento nella nuova Legge di Bilancio per abbatterla al 5%.

Il Pellet ha raggiunto prezzi mai toccati prima ma nonostante tutto è ancora considerata la biomassa preferita dagli italiani. Con l’arrivo dell’inverno le famiglie italiane sono molto preoccupate per i loro bilanci familiari sempre più minati dal caro vita.

La crisi tra Russia ed Ucraina ha fatto registrare negli ultimi mesi aumenti esorbitanti del prezzo del gas naturale che ha toccato in agosto punte di 231,736 €/MWh contro gli 8,219 €/MWh dello stesso mese del 2020.

Tale aumento ha avuto ripercussioni anche sul prezzo finale del combustibile più amato dagli italiani. Se per acquistare un sacchetto da 15 kg di Pellet servivano lo scorso anno solo 4 euro, attualmente per comprare lo stesso sacchetto servono 15 euro.

Un aumento triplicato rispetto allo scorso anno che è diventato insostenibile per le famiglie italiane sempre alla ricerca del risparmio.

Anche nella manovra di Bilancio 2023, stilata dal neo governo Meloni la maggior parte della dotazione finanziaria prevista andrà a sostegno delle famiglie.

E di oggi la notizia che sarà presentato in sede di discussione della legge di bilancio un emendamento per richiedere l’abbattimento dell’IVA sul Pellet che attualmente è al 22 % facendola scendere al 5%.

Vediamo nel dettaglio i motivi della proposta e le sue ripercussioni nelle tasche degli italiani.

Pellet, IVA dal 22% al 5%: ecco come un emendamento alla Manovra 2023 ne riduce l’imposta

Ne siamo coscienti, nonostante i forti rincari che hanno colpito il prezzo del Pellet, questo testa il biocombustibile preferito dagli italiani.

Lo sappiamo bene che l’Italia non è tra i maggiori produttori della biomassa e sui 3.35 milioni di Pellet consumato in un anno soltanto 450.000 tonnellate vengono prodotte nel nostro paese. La restante parte viene importata dai paesi del nord Europa quali Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e dalla Croazia.

Acquistare la biomassa a prezzi contenuti oggi è quasi impossibile. Online si trovano prezzi molto bassi ma li va detto che si tratta quasi sempre di truffe.

Molte sono state le segnalazioni di contraffazioni ed inganni legati alla vendita di Pellet tanto da spingere il deputato di Articolo 1 del gruppo parlamentare PD Italia Democratica e Progressista, Federico Fornaro, ha presentare un emendamento alla manovra di Bilancio, come primo firmatario, per abbassare l’IVA sul Pellet dal 22 al 5% .

Si tratta di una riflessione necessaria visto l’aumento sempre più pressante dei costi della materia prima e che sta creando notevoli difficoltà alle famiglie italiane che hanno nel corso degli ultimi anni utilizzato il biocombustibile come fonte di energia principale.

Fornaro ha definito l’emendamento come

“Un segnale alle famiglie e alle imprese nel segno dell’equità fiscale e del concreto sostegno a chi ha creduto, in tempi non sospetti, in questa forma di energia alternativa al gas”.

Pellet, questo il motivo principale per abbattere l’IVA

Il Pellet, il biocombustibile più amato dalle famiglie italiane, oggi ha un’aliquota IVA del 22%. L’imposta è stata innalzata con la legge di stabilità del 2015 dal 10% all’attuale 22%.

In un momento cosi delicato da un punto di vista economico a far discutere sull’Iva sul Pellet c’ha pensato il deputato Fornaro con un emendamento alla nuova legge di Bilancio.

La motivazione dell’emendamento è da ricercarci nel concreto aiuto alle famiglie. L’abbattimento dell’IVA sul Pellet genererebbe molti effetti positivi, tra i quali il notevole risparmio economico per molte famiglie che vedono la biomassa come l’unica alternativa alle altre costose fonti di energia.

Ma oltre alle famiglie, a guadagnare sull’abbattimento dell’IVA anche l’intero comparto industriale sia della produzione che della distribuzione. Se si mantenesse l’IVA al 22% ne risentirebbe l’intero settore nella quale sono impiegate oltre 42.000 unità lavorative di cui oltre 20.000 impiegate direttamente nella produzione e distribuzione della biomassa.

Pellet, i consigli per evitare le truffe

In attesa della discussione in parlamento dell’emendamento, la polizia postale e le associazioni di consumatori che hanno messo in allerta le famiglie italiane circa le truffe sul Pellet.

Numerosi sono i siti di truffa online segnalati dalle associazioni e dalla polizia postale che forniscono e vendono Pellet a prezzi stracciati.

Per evitare di essere truffati, la polizia postale consiglia allora di controllare i dati dalla ditta che si presenta come fornitore sul sito dell’Agenzia delle Entrate, cosi da verificare se l’azienda in questione esista davvero.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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