Superbonus 110%, brutte notizie per molte famiglie: i soldi vanno restituiti. Ecco perché

Superbonus 110% senza pace. Ancora brutte notizie per le famiglie italiane che hanno usato l’incentivo. Si va verso la restituzione. Ecco perché.

Superbonus 110% tra modifiche e brutte notizie. Il Governo Meloni taglia da subito l’aliquota al 90% e arriva l’incubo della restituzione dei soldi. Ecco tutti gli aggiornamenti a riguardo.

Superbonus 110% in continua modifica dal suo esordio. La misura ha avuto nel corso del tempo numerose modifiche e adattamenti, soprattutto a causa del fatto che l’incentivo è stato oggetto di truffe ai danni dello Stato per un valore di circa 6 miliardi di euro.

Proprio per questi motivi, il governo Meloni ha deciso di mettere mano alla misura. Certamente è vero che l’incentivo lanciato dal Governo Conte ha rimesso in moto la macchina dei cantieri edilizi per un totale di circa 70,30 miliardi di euro, ma numerose sono le falle da sistemare.

Primo fra tutti il meccanismo della cessione dei crediti, soprattutto dopo il blocco definitivo messo anche da Poste Italiane, ultimo istituto in ordine cronologico a mettere lo stop ai crediti del Superbonus 110%.

La sommatoria di tutte queste problematiche ha portato il governo di centro destra a modificare il Superbonus 110% da subito, prevedendo la riduzione dell’aliquota di detrazione al 90% già a partire dal 2023 per poi decrescere man mano fino alla sua completa eliminazione.

Ma la cosa che più preoccupa gli italiani che hanno usufruito dell’incentivo è l’incubo di dover restituire quanto ottenuto per effetto del blocco dei crediti.

Questa brutta notizia sta circolando da giorni tra gli addetti ai lavori. Vediamo nel dettaglio le ultime a riguardo.

Superbonus 110%, brutte notizie per molte famiglie: i soldi vanno restituiti. Ecco perché

In attesa dell’approvazione definitiva in aula della Legge di Bilancio 2023, numerose sono state le conferme e le smentite circa le modifiche al Superbonus 110%.

Ad annunciare i ritocchi la stessa premier Meloni insieme alla comunicazione che la maggior parte dei fondi previsti nella Legge di Bilancio 2023 saranno messi a disposizione per aiutare le famiglie italiane in questo momento di forte crisi economica.

L’intero pacchetto di aiuti, comprende anche misure che variano dalle pensioni al Fringe benefit, passando per i vari Bonus edilizi e fino a toccare il Superbonus 110%.

Ormai è cosa nota che il Superbonus subirà una riduzione dell’aliquota già a partire dal 2023, passando dal 110 al 90.

Lo scorso anno, la Manovra aveva già individuato una progressiva riduzione, ma a partire dal 2024. Secondo il testo della vecchia Legge Finanziaria la detrazione sarebbe dovuta scende nel 2024 al 70% e al 65% nel 2025, ultimo anno di vita del Superbonus 110%.

Ma la Legge finanziaria 2023 prevede una riduzione dell’aliquota già da subito. A confermarlo qualche giorno fa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Giovanbattista Fazzolari, che ha categoricamente smentito qualsiasi possibilità di tenere ancora per un anno la detrazione al 110%.

Lo stesso ha sottolineato come il problema maggiore da risolvere è legato alla cessione del credito.

Ormai da tempo le banche e tutti gli istituti di credito hanno bloccato la cessione del credito. Tra coloro che hanno usufruito della misura circola da un pò di tempo una brutta notizia.

Molti infatti si stanno chiedendo a chi toccherà pagare le spese sostenute in maniera anticipata dalle imprese.

I fruitori del Superbonus 110% temono di trovarsi difronte uno scenario inimmaginabile. Quello di vedersi inoltrare una richiesta di restituzione e di trovarsi prima o poi a restituire tutti i soldi.

Ma rassicuriamo tutti. Per il momento si tratta solo di incubo e non della realtà.

Superbonus 110%, cosi si intende fronteggiare il problema della cessione del credito

Alla definitiva approvazione della Legge Finanziaria 2023 manca veramente poco. Le modifiche al Superbonus 110% tra qualche giorno diverranno certezze. Al momento di certo c’è solo la riduzione della detrazione relativa alla misura, che passerà dal 110% al 90% già dal 2023.

Ad affrontare il problema della cessione del credito, nodo certamente fra i più spinosi per il governo Meloni, Giovanbattista Fazzolari, forse il più stretto collaboratore del Premier Meloni e sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri.

In una recente intervista ha spiegato che allo studio del governo c’è un meccanismo per rendere interessante per le banche acquisire i crediti derivanti dai vari bonus edilizi.

In buona sostanza si sta cercando un escamotage tale da evitare di dare un’ulteriore brutta notizia alle famiglie italiane che intendono usufruire del Superbonus.

Superbonus 110%, pochi emendamenti per la cessione del credito

Il governo Meloni, come annunciato da più parti ha intenzione di mettere mano alla cessione del credito anche alla luce della “temporanea sospensione del servizio” di acquisizione da parte di Poste italiane, ultimo istituto a chiudere definitivamente con la cessione.

Molte le conseguenze dello stop alle cessioni, soprattutto per le imprese che si ritrovano sommersi di crediti che non riescono a cedere.

Ma nonostante sia la problematica più pressante relativa al Superbonus sono solo 70 gli emendamenti che toccano la tematica in maniera molto sfuggente.

L’unica proposta degna di nota è quella che prevede la modifica completa dell’art. 121 del Decreto Rilancio, modificando cosi la definizione di sconto in fattura e di cessione del credito.

 

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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