Superbonus e cessione del credito: tutti contro la stretta!

La nuova stretta del Decreto Sostegni ter per le richieste di cessione del credito sul superbonus continua a fare scalpore: ecco perché!

Il Superbonus continua a far parlare di sé, in base a recenti modifiche dell’agevolazione fiscale per il 2022, introdotte con il Decreto Sostegni ter. Secondo la novità, al momento sarebbe infatti impossibile procedere con la cessione del credito per più di una volta, in base alle decisioni prese a seguito del Decreto Antifrode.

La scelta di limitare la possibilità di cedere il credito a terzi ad una sola cessione non è piaciuta a molte imprese e cittadini che hanno avviato lavori di ristrutturazione e scelto proprio per la cessione del credito. Al momento la questione ha fatto sollevare molte polemiche, e in alcuni casi le imprese hanno manifestato contro l’ultima modifica al superbonus 110%.

Questa agevolazione permetterebbe di risparmiare sui lavori anche tramite la scelta di cedere il credito cumulato a terzi, ma da quest’anno la cessione non sarà più infinita come in precedenza, ma viene limitata per prevenire frodi e episodi illeciti. Tuttavia la mossa non porta a conseguenza positive per imprese e cittadini, come riporta Quotidiano.net:

“Secondo Confartigianato, “gli stop and go normativi” mettono a rischio le assunzioni di 127 mila lavoratori previste dalle imprese del settore nel primo trimestre del 2022.”

Un primo problema sorge proprio dai diversi cambiamenti e dalle modifiche alle regole sul superbonus 110%, che torna nel 2022 ma con una serie di caratteristiche diverse rispetto al passato. Dall’altro lato, la limitazione alla possibilità di cedere il credito ha portato i cittadini a poter effettuare un solo passaggio, per cui al momento molti si trovano in una difficoltà evidente. Vediamo perché, e quali sono le possibili soluzioni, nell’articolo.

Superbonus 110%: la misura per l’edilizia

Il superbonus è stato lo scorso anno determinante per moltissimi cittadini e imprese, non solo perché ha dato una notevole spinta all’intero settore edile in un periodo di crisi, ma anche per i vantaggi raffigurati dalla possibilità di ottenere un credito di imposta sulle spese sostenute per i lavori.

Il sostegno, insieme ad altri bonus fiscali interessanti in materia di edilizia, è tornato anche per il 2022, ma non senza qualche revisione, principalmente in linea con l’arrivo del Decreto Antifrode. Le decisioni prese con questo decreto hanno l’obiettivo di evitare l’insorgere di truffe compiute per ricevere il credito ricavato da lavori di ristrutturazione edilizia, talvolta non esistenti.

A seguito della grande quantità di illeciti compiuti a questo proposito, lo stato ha deciso di intervenire rendendo più stringenti i requisiti per accedere alle agevolazioni, e introducendo alcuni controlli aggiuntivi come il Visto di Conformità. Tuttavia sono anche recentemente state apportate delle modifiche alla modalità stessa con cui ricevere i vantaggi del bonus.

Al pari di altre misure per la casa, con il superbonus 110% è possibile scegliere se ricevere il credito di imposta nel tempo dilazionato di 10 anni oppure utilizzare lo sconto in fattura, o in alternativa cedere il credito a soggetti terzi. Questa possibilità è risultata in molti casi vantaggiosa, sia per i cittadini che sostengono le spese per i lavori, sia per le imprese.

Tuttavia questa opzione è stata recentemente ridimensionata, con il Decreto Sostegni ter, che ha precisato che la cessione del credito si può scegliere solamente per una volta. Questo vuol dire che lo stesso credito al momento non può essere ceduto diverse volte, potenzialmente infinite, come era in precedenza. Tuttavia la limitazione ad un solo passaggio ha fatto discutere, mettendo in difficoltà anche le imprese edili.

Superbonus e cessione del credito: ultime modifiche

Con le ultime modifiche del superbonus 110%, è possibile passare il credito solamente una volta, e questo secondo le stime va a danneggiare privati e imprese, attualmente impegnate con diversi lavori di ristrutturazione e miglioramento delle strutture immobiliari.

La percentuale del 110% è particolarmente vantaggiosa, e tramite diversi passaggi del credito, nella pratica il cittadino che sostiene i lavori può rivolgersi ad una banca per ottenere subito la somma necessaria al compimento dei lavori, al pari di come accade quando si acquista casa tramite mutuo.

La cifra viene poi successivamente corrisposta alla banca stessa con un guadagno anche per la stessa banca, in quanto l’agevolazione supera il 100%. Questa possibilità è data proprio dal fatto che sia possibile trasferire il credito da un soggetto all’altro.

Tuttavia secondo le recenti modifiche alla misura, al momento la cessione del credito si può effettuare solamente una volta. In questo modo molte banche non trovano più vantaggioso garantire le somme ai cittadini, che non possono provvedere a pagare i lavori nell’immediato. La reazione a catena che segue questa decisione ha fatto adirare moltissime imprese e cittadini privati, soprattutto nel caso di lavori già iniziati.

Il boom dell’edilizia è stato riscontrato proprio grazie alla modalità vantaggiosa di assorbimento del credito, che tuttavia con le ultime modifiche al superbonus viene definitivamente accantonata. Di conseguenza molte imprese si sono trovate in difficoltà, con la prospettiva che una scelta di questo tempo provochi una reazione a catena con il rischio della perdita di nuovi posti di lavoro per l’intero settore.

La reazione delle banche alla modifica al superbonus

La conseguente reazione delle banche al cambiamento del superbonus è stata immediata: l’attività di compravendita dei crediti relativi all’agevolazione fiscale è stata sospesa da diverse banche, e anche dalle Poste Italiane.

Alcune banche hanno ritenuto non più conveniente procedere in questo modo, sospendendo le possibilità per cittadini privati e imprese: si tratta, oltre alle Poste Italiane, anche di Banco Bpm, Cassa Depositi e Prestiti. Alcune banche, al contrario, continuano ad offrire il servizio: si tratta per esempio di Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Tuttavia la notizia delle limitazioni ai passaggi del credito hanno scaturito anche una diffidenza generalizzata verso il superbonus e le agevolazioni fiscali, soprattutto a causa delle numerose modifiche che i sostegni hanno ricevuto nel tempo, rendendo instabili le regolamentazioni sull’accesso al credito anche in fase di lavori già avviati e richieste già presentate.

Molte imprese hanno deciso di protestare contro le ultime decisioni, che metterebbero a rischio l’intero settore dell’edilizia che è stato in precedenza portato in avanti proprio dalla presenza delle agevolazioni fiscali. Molti infatti potrebbero essere disincentivati dal chiedere ulteriormente queste agevolazioni a causa della presenza di cambiamenti massicci nel tempo sulle stesse agevolazioni.

Queste eventualità rischiano di portare ad un nuovo blocco dei lavori e del sistema dell’edilizia, al pari di come accaduto gli ultimi mesi del 2021 con l’introduzione di una maggiore complessità nell’accesso ai sostegni, come diretta conseguenza del Decreto Antifrode.

Superbonus e cessione del credito: le proteste

I dibattiti intorno alle ultime decisioni hanno portato a diverse proteste, sfociate anche con manifestazioni da parte delle imprese e dei cittadini interessati dalle ultime modifiche al superbonus. Molti rappresentanti dell’edilizia hanno deciso di protestare proprio per le conseguenze negative della limitazione della cessione del credito, che porterebbe molte imprese ad un calo di lavoro, di fatturato e di possibilità di assunzioni.

Come riporta Ansa.it, la principale manifestazione si è tenuta a Roma il giorno 8 febbraio:

“Questa mattina circa 300 tra imprese dell’edilizia, fornitori e tecnici sono scese in piazza a Roma per protestare contro il Decreto Sostegni-ter, che blocca ad una sola cessione il credito d’imposta ottenuta della imprese con i bonus edilizia.”

Si tratta di una manifestazione che ha chiesto direttamente al governo di intervenire nuovamente per eliminare l’ultima modifica al superbonus, oppure di trovare un compromesso tra la possibilità di cessione del credito infinita a quella di una sola cessione.

La misura è stata presa prevalentemente per limitare un uso illecito dei crediti ricevuti per le agevolazioni, e disincentivare le eventuali truffe, tuttavia in questo modo, secondo molti rappresentanti del comparto edile, le conseguenze le pagherebbero anche i cittadini e le imprese oneste.

Nonostante non tutte le banche abbiano scelto di sospendere le attività intorno al credito derivato dalle agevolazioni, lo stop di alcune di queste ha provocato non poche preoccupazioni per l’intero settore.

Cessione del credito e possibili soluzioni 2022

Al momento, a seguito delle proteste e delle numerose richieste di rivedere la misura introdotta con il Decreto Sostegni ter, si affacciano le prime ipotesi sulle soluzioni possibili. Attualmente il governo sta lavorando sia per il superbonus che per il caro energia, che grava su moltissime imprese italiane a causa dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi delle materie prime.

Tra le prime ipotesi vi sono quelle di una revisione all’ultima modifica, che possa in qualche modo garantire nuove possibilità di cessione del credito sotto specifiche condizioni. Si attende quindi un nuovo decreto per le prossime settimane che in parte possa introdurre nuovi sostegni per arginare il problema dell’aumento della spesa per l’energia, e in parte possa correggere l’ultima modifica al superbonus 110%.

Molti stanno chiedendo una revisione che possa nello stesso tempo limitare i fenomeni di truffa ed evasione fiscale, ma senza andare a penalizzare le imprese oneste e i cittadini privati che scelgono di richiedere i bonus per l’edilizia.

Va considerato anche che le agevolazioni attuali sono state introdotte, oltre che per dare un nuovo slancio al settore edile, anche per rinnovare le strutture immobiliari italiane, rendendole più sicure di fronte al rischio sismico e garantendo un minore consumo all’interno delle abitazioni.

Questi obiettivi, oltre a far parte del programma previsto dal PNRR, sono anche parte delle richieste dell’Europa in questo senso, per cui entro pochi anni tutte le abitazioni dovranno apportare modifiche per innovarle in base alla necessità di limitare i consumi.

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